Le nuove disposizioni ministeriali delineano un sistema di identificazione per i monopattini elettrici (qui trovate i migliori sul mercato) che segna il passaggio da una mobilità sostanzialmente libera a una forma di controllo più strutturata: il documento tecnico pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rappresenta il primo tassello di un mosaico normativo che attende ancora alcuni passaggi cruciali per diventare pienamente operativo.
L'architettura del nuovo sistema si basa su un elemento apparentemente semplice, ma ricco di implicazioni: La targa, chiamata anche targhino, realizzata dal Poligrafico dello Stato con le stesse garanzie di sicurezza riservate alle targhe automobilistiche, presenta caratteristiche tecniche precise che rivelano l'attenzione posta nel bilanciare visibilità e praticità d'uso.
Sarà un piccolo rettangolo di 5x6 cm, con il classico fondo bianco e scritte nere. Il sistema di codifica alfanumerica, composto da sei caratteri distribuiti su due righe, utilizza un alfabeto ridotto che esclude le lettere più facilmente confondibili, mentre i numeri partono dal 2 per evitare ambiguità con alcune consonanti.
L'aspetto più innovativo del provvedimento risiede nel legame tra targa e proprietario, anziché tra targa e veicolo. Questa scelta nasce dalla natura stessa dei monopattini elettrici, privi di numero di telaio e non inseriti in alcun archivio nazionale di registrazione. La targa diventa così un documento personale, trasferibile da un mezzo all'altro dello stesso proprietario, creando un precedente interessante nel panorama dei trasporti; chissà se in futuro succederà lo stesso con le auto, dove oggi spesso si controlla la targa per assicurarsi che un usato non presenti brutte sorprese.
Le modalità di applicazione tengono conto delle diverse configurazioni dei monopattini presenti sul mercato. Il posizionamento preferenziale al centro del parafango posteriore rappresenta la soluzione ideale quando la conformazione del mezzo lo consente, mantenendo la targa in posizione perpendicolare per garantire la massima leggibilità. In alternativa, il piantone dello sterzo offre una collocazione sicura, purché rispetti i parametri di altezza stabiliti tra 20 centimetri e 1,20 metri dal suolo.
La targa sarà posizionata su un supporto plastico, adesivo e non rimovibile, necessario per creare un sistema duraturo e antifrode. La scritta "M.E.F." in trasparenza aggiunge un ulteriore livello di sicurezza, mentre le caratteristiche riflettenti migliorano la visibilità notturna, contribuendo indirettamente alla sicurezza stradale.
Nonostante la definizione tecnica sia ormai completa, il sistema resta in una fase di sospensione burocratica. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale rappresenta il primo degli ostacoli ancora da superare, ma il vero nodo da sciogliere rimane la definizione del costo del targhino. Senza questo elemento fondamentale, l'intero impianto normativo rimane inapplicabile, creando una situazione di incertezza per utenti e operatori del settore. Una volta che la normativa sarà in vigore, chi verrà trovato senza targa dovrà pagare una multa di 100 euro, riducibile del 30% con pagamento immediato.