Fisco e auto: come cambiano i controlli con le elettriche

Con le nuove linee guida, i controlli del Fisco su auto elettriche e ibride diventeranno sempre più frequenti dal 2023, ecco cosa cambia e quali sono i modelli coinvolti.

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a cura di Davide Raia

Il rapporto tra Fisco e auto è sempre stato molto stretto. Da tempo, infatti, le auto rappresentano un indicatore di ricchezza e anche un sistema utile per stanare possibili evasori. Il mondo dell’auto è cambiato profondamente nel corso degli ultimi anni, con il passaggio sempre più rapido ad una mobilità elettrificata e a zero emissioni che dal 2035 rappresenterà lo standard in Europa.

Di conseguenza, anche i controlli cambiano e si concentrano con sempre maggiore attenzione sulle auto elettriche. A partire dal mese gennaio 2023 (e con sempre più attenzione nel corso dei prossimi anni), le auto elettriche e ibride entrano a far parte del redditometro, diventando un nuovo indicatore di ricchezza, al pari delle auto di lusso, andando così a confermare il carattere premium dovuto a prezzi di listino molto alti.

Per la Guardia di Finanza c’è, quindi, un nuovo parametro per individuare potenziali evasori, parziali o totali, grazie al mondo delle quattro ruote. I controlli cambiano, adattandosi ai tempi e sfruttando l’elettrificazione del mondo delle quattro ruote. Vediamo, quindi, tutti i dettagli in merito alle novità del rapporto tra il Fisco e le auto a partire dal 2023.

Auto e Fisco: un rapporto stretto che va avanti da anni

Da tempo, le auto sono considerate come un vero e proprio bene di lusso e, quindi, come un chiaro indicatore di ricchezza. Acquistare una nuova auto di un certo valore commerciale può, quindi, far scattare dei controlli fiscali, con relativi approfondimenti soprattutto nel caso in cui l’importo speso venga considerato “eccessivo” in rapporto al proprio reddito.

Si tratta di un elemento che da tempo viene utilizzato dal Fisco per provare a stanare evasori parziali o totali che guidano auto premium o di lusso pur dichiarando un reddito ridotto. Negli ultimi anni, il redditometro ha preso in considerazione, in particolare, le auto di lusso ed anche le auto storiche (con un valore collezionistico).

Il possesso di vetture di questo tipo può attirare l’attenzione del Fisco. Per gli automobilisti che possono permettersi questo tipo di vetture, naturalmente, non ci sono rischi. Le cose cambiano, invece, quando il proprio reddito non giustifica il possesso di auto di grande valore. Da notare, inoltre, che non è solo l’acquisto di una nuova auto a poter far scattare i controlli.

Anche le spese per l’assicurazione (RC ma soprattutto garanzie accessorie più costose come Furto e Incendio o Kasko), l’acquisto di pezzi di ricambio e le spese di manutenzione oltre che i canoni di leasing e noleggio di veicoli di grande valore possono attirare l’interesse del Fisco e generare l’avvio di un controllo fiscale.

Il superbollo: la tassa per le supercar

Il rapporto tra il mondo dell’auto e il Fisco ruota anche intorno al superbollo. La tassa per le “supercar” rappresenta un costo aggiuntivo rispetto al bollo auto con un importo pari a 20 euro per ogni kW di potenza superiore ai 185 kW (pari a 251 CV). Le auto che si fermano a 250 CV non devono pagare il superbollo (molti costruttori in Italia lanciano vetture premium leggermente depotenziate proprio per evitare ai clienti il pagamento della tassa).

Il superbollo cala nel corso del tempo, riducendosi del 40% dopo 5 anni dall’immatricolazione, del 70% dopo 10 anni e dell’85% dopo 15 anni. Dopo 20 anni, invece, il pagamento del superbollo per un’auto che supera i 185 kW non è più dovuto. In generale, però, le auto soggette al superbollo sono automaticamente incluse nei radar del Fisco ed il loro possesso può far scattare controlli in merito alle condizioni reddituali del proprietario.

Focus su elettriche e ibride (anche di fascia bassa)

Il rapporto tra mondo dell’auto e Fisco cambia a partire da gennaio 2023. I controlli da parte della Guardia di Finanza, relativi al mondo delle quattro ruote, infatti, devono adeguarsi alla nuova realtà del settore. Il mercato è sempre più orientato verso l’elettrico, con un numero sempre maggiore di auto ibride e elettriche al 100% incluse nei listini dei costruttori ed esposte nei saloni dei concessionari.

Per gli automobilisti, soprattutto per chi si rivolge al settore premium, l’acquisto di un’auto ibrida o elettrica è un’eventualità sempre più realistica. Come noto, inoltre, per passare alla mobilità elettrificata (soprattutto in caso di auto elettriche e veicoli ibridi plug-in) è necessario mettere in conto una spesa iniziale maggiore. Tale spesa può essere ammortizzata nel tempo grazie al costo di gestione più basso (anche se l’aumento dei costi di ricarica rischia di ridurre questo vantaggio nel tempo).

A partire dal 1° gennaio 2023, quindi, le auto elettriche e ibride entrano a far parte dei radar del Fisco. In particolare, le nuove linee guida per i controlli indicano chiaramente le caratteristiche di una vettura che potrebbero far scattare gli accertamenti. Per quanto riguarda le auto elettriche, ad esempio, potranno essere la causa scatenante di un controllo le auto con potenza pari o superiore a 70 kW.

Si tratta di un limite di potenza molto ridotto (pari ad appena 95 CV) che coinvolge quasi tutte le auto elettriche sul mercato, al netto dei modelli più economici. Situazione analoga anche per le auto ibride. In questo caso, però, il limite di potenza è più alto (considerando tutto il sistema ibrido e non solo il motore elettrico) e viene portato a 120 kW (pari a circa 163 CV di potenza complessiva).

Si tratta di valori nettamente inferiori rispetto a quelli del superbollo che sono “giustificati” dai costi alti per l’acquisto di auto elettriche e ibride. Da notare, inoltre, che molti modelli che rientrano nei parametri fissati dal Fisco possono beneficiare anche degli incentivi statali 2023 che puntano a garantire un’accelerazione dell’elettrificazione del mercato auto italiano.

Un eventuale controllo, quindi, potrebbe essere necessario per verificare la correttezza della posizione reddituale dell’acquirente di un’auto elettrica o ibrida che ha la possibilità di sfruttare il contributo statale per l’acquisto, a prezzo scontato, di un modello a emissioni ridotte, come previsto dalla normativa vigente.

La scelta di introdurre auto elettriche e ibride, con determinati requisiti, tra i modelli che possono far scattare controlli da parte del Fisco comporta una maggiore esposizione a quest’eventualità per gli automobilisti. Naturalmente, per chi è in regola, non ci sono rischi ed il controllo potrà passare quasi del tutto inosservato. È bene, in ogni caso, chiarire che, per via dei requisiti di potenza molto bassi, un gran numero di auto elettriche e ibride possono, potenzialmente, far scattare i controlli, anche con una spesa ridotta.

Dando un’occhiata alle auto ibride sotto i 35 mila euro con gli incentivi o alle auto elettriche sotto i 20 mila con gli incentivi è già possibile individuare alcuni modelli che potrebbero far finire l’acquirente nei radar del Fisco. Per via dei requisiti ridotti di potenza, quindi, anche vetture di ampia diffusione come la Ford Kuga PHEV (qui la nostra prova) o la Fiat 500 Elettrica (qui la nostra prova) finiscono sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza. Tra le ibride, modelli di ampia diffusione come la Jeep Compass 4xe (qui la nostra prova) rientrano nei requisiti fissati.

In sostanza, quindi, le nuove norme considerando anche auto elettriche e ibride plug-in più accessibili come potenziali auto di lusso e premium, al pari di auto benzina e diesel di fascia nettamente più alta.

Auto elettriche e ibride sono un bene di lusso?

Il nuovo quadro normativo è chiaro: auto elettriche e ibride sono ora un parametro per valutare la ricchezza e, quindi, possono essere considerate dal Fisco come un elemento per stanare evasori parziali o totali. I controlli sul settore auto e sugli acquisti degli automobilisti sono, da tempo, un elemento utile per individuare posizioni irregolari da parte dei contribuenti e continueranno ad essere un’arma per il Fisco.

La scelta di introdurre nei radar anche le auto elettriche e le ibride, con requisiti minimi di potenza molto ridotto, è inevitabilmente destinata a far discutere ma rappresenta una chiara conferma delle dinamiche attuali del mercato delle quattro ruote, in Italia e, più in generale, in tutta Europa. I prezzi delle auto sono in crescita ed anche modelli “poco potenti” dotati di trazione elettrica o ibrida sono commercializzati con listini non certo accessibili a tutti. Si tratta, quindi, di un elemento da considerare per i controlli.

Per il futuro, un numero sempre maggiore di auto (elettriche e ibride) rischia di far scattare i controlli del Fisco sugli acquirenti. Bisogna sottolineare, nuovamente, che tali controlli non comportano rischi per i contribuenti che non hanno commesso irregolarità e non possono certo impedire il regolare acquisto del modello desiderato. Si tratta di una vera e propria “nuova realtà” che, inevitabilmente, andrà a caratterizzare il futuro del mondo dell’auto.