Harley Davidson elaborate e inquinanti, 15 milioni di multa

Per ottenere più prestazioni da un motore termico è praticamente obbligatorio aumentare i consumi e le emissioni nocive. Harley Davidson permetteva ai clienti di farlo con un kit pronto all'uso, venduto come accessorio. Le è costato 15 milioni di multa.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Non solo le auto e non solo Volkswagen. Anche le motociclette devono rispettare le normative sulle emissioni inquinanti, e anche il famoso marchio Harley Davidson ha fatto lo stesso giochino della famosa casa tedesca. Scoperti dalle autorità statunitensi, hanno patteggiato e pagheranno 15 milioni di dollari, 12 milioni di sanzione e altri 3 da investire in progetti ambientali.  

Il sistema non è esattamente come quello delle Volkswagen, ma il risultato è il medesimo. Nel caso delle auto teutoniche, il software era in grado di rilevare le condizioni di test e regolare il motore affinché le emissioni rientrassero negli standard. Harley Davidson invece è stata più plateale: vendevano ai clienti un accessorio chiamato "Pro Super Tuner", che dava alla motocicletta maggiori prestazioni - c'è anche il relativo software per regolarlo secondo i propri gusti. Ovviamente la rendeva anche un veicolo più inquinante e fuori norma. Si parla di circa 325.000 di questi oggetti, più altri 15.000 dispositivi atti a modificare il sistema di iniezione.

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In ogni caso l'azienda non ha ammesso alcuna colpa, anche se accettare di pagare la multa è una mezza confessione. Secondo i dirigenti di HD "questo patteggiamento non è un'ammissione di alcuna responsabilità, ma un compromesso in buona fede con l'Epa (l'ente USA preposta ai controlli ambientali) su aree della legge che interpretiamo in modo diverso, specialmente la tesi dell'Epa secondo cui è illegale per chiunque modificare un veicolo certificato anche se viene usato solo per competizioni fuori strada o su circuito".

La tesi del produttore è infatti che questo oggetto sia da usare solo in pista, ma secondo il governo vendendolo presso i concessionari ha invitato i propri clienti a montarlo su moto usate sulle normali strade. L'azione si inserisce in quello che si può definire un giro di vite delle autorità statunitensi sulle emissioni dei veicoli. "Ciò che il governo sta facendo", ha commentato Clarence Ditlow (Center of Auto Safety Inc.) è mettersi al passo con ciò che hanno fatto le aziende, dicendo loro non tollereremo più. Vi daremo grosse multe.

Naturalmente la legge è sempre interpretabile, e da questo punto di vista si può dar ragione ad Harley Davidson. Ma li si può anche accusare di troppa ingenuità, se davvero pensavano che tutti quei clienti avrebbero usato le loro Harley modificate solo in pista o circuiti chiusi in generale.

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Dietro alla vicenda, così come al dieselgate, c'è tuttavia una questione culturale più che aziendale. Siamo noi, come consumatori, i primi che dovrebbero comprendere e accettare il fatto che un'auto (o una moto) che inquini poco non può avere le stesse prestazioni di una sportiva. Finché il cliente chiede la botte piena e la moglie ubriaca - cioè un mezzo che sia potente ma che inquini poco - le aziende continueranno a inventarsi giochini di questo tipo pur di accontentarlo ed evitare che si rivolga alla concorrenza.