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Hyundai ha scorte di terre rare per un anno intero

Hyundai ha scorte di terre rare per un anno e non teme l'impatto delle restrizioni cinesi alle esportazioni, a differenza di altri costruttori già colpiti

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a cura di Tommaso Marcoli

Editor

Pubblicato il 10/06/2025 alle 10:16

La strategia di approvvigionamento a lungo termine di Hyundai Motor si sta rivelando una mossa vincente in un momento in cui l'industria automobilistica globale deve fare i conti con le restrizioni cinesi all'esportazione di terre rare. Mentre molti concorrenti internazionali stanno già subendo gli effetti delle limitazioni imposte da Pechino, il colosso sudcoreano può contare su scorte sufficienti per almeno un anno di produzione ininterrotta. Questa posizione di vantaggio emerge chiaramente dalle dichiarazioni rese durante una recente conference call riservata agli investitori.

Il controllo quasi monopolistico della Cina sul mercato delle terre rare - con una quota di produzione che raggiunge il 90% del totale mondiale - rappresenta oggi uno dei nodi più critici per l'industria automobilistica. Le terre rare sono componenti essenziali per la produzione di magneti utilizzati nei motori dei veicoli elettrici e ibridi (e wallbox), settori in rapida espansione che costituiscono il futuro della mobilità sostenibile.

Durante l'incontro con gli investitori, un funzionario delle relazioni istituzionali di Hyundai ha sottolineato come l'azienda goda di un "margine di manovra molto più ampio" rispetto ai competitor per quanto riguarda le problematiche legate alla catena di fornitura delle terre rare. Questa posizione privilegiata deriva da una strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento e di miglioramento dei processi di procurement che l'azienda ha implementato negli ultimi anni.

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La lungimiranza di Hyundai si è manifestata particolarmente durante un periodo recente in cui la Cina aveva temporaneamente allentato le restrizioni all'esportazione. In quella fase, il gruppo automobilistico ha significativamente incrementato le proprie scorte di materiali strategici, anticipando possibili future limitazioni. Questa mossa si è rivelata particolarmente azzeccata considerando le decisioni adottate da Pechino lo scorso aprile.

L'inventario accumulato non riguarda solamente le terre rare in senso stretto, ma comprende anche i magneti derivati, componenti fondamentali per il funzionamento dei motori elettrici. Secondo fonti interne al gruppo, anche Kia Corp, l'affiliata di Hyundai, beneficia di questa strategia di stockpiling che garantisce continuità produttiva per i veicoli elettrici e ibridi di punta.

Le restrizioni cinesi hanno già colpito duramente altri protagonisti del settore automobilistico, con casi documentati di impatti sulla produzione o sulla rete di fornitori di aziende del calibro di Ford e BMW. Questa situazione mette in evidenza quanto sia diventata critica la dipendenza dell'industria globale dalle materie prime strategiche controllate da un singolo paese.

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La questione delle terre rare si inserisce in un quadro geopolitico più ampio, caratterizzato dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il controllo di Pechino su questi minerali critici viene sempre più interpretato come uno strumento di leverage nelle dispute commerciali, particolarmente rilevante nel contesto delle politiche tariffarie introdotte dall'amministrazione Trump. Le terre rare rappresentano infatti un settore dove la Cina può esercitare una pressione significativa sui competitor occidentali.

I negoziati commerciali tra le due superpotenze economiche mondiali si stanno estendendo proprio su questi temi, con discussioni che vanno oltre le semplici tariffe per abbracciare le restrizioni sui minerali critici. La capacità di Hyundai di navigare in questo scenario complesso dimostra l'importanza di strategie aziendali che vadano oltre l'ottimizzazione dei costi a breve termine.

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Nonostante la posizione di forza evidenziata durante la conference call, Hyundai mantiene un profilo discreto sulla propria strategia di approvvigionamento. In una dichiarazione ufficiale a Reuters, l'azienda si è limitata a confermare di "valutare continuamente le condizioni di mercato per garantire stabilità operativa" e di mantenere livelli di inventario appropriati per supportare una produzione senza interruzioni, senza però entrare nei dettagli specifici delle scorte accumulate.

La situazione attuale evidenzia come la pianificazione strategica e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento possano fare la differenza in un mercato sempre più caratterizzato da incertezze geopolitiche. Mentre l'industria automobilistica si orienta verso l'elettrificazione, la sicurezza degli approvvigionamenti di materiali critici diventa un fattore competitivo determinante per il successo a lungo termine delle case automobilistiche.

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