Le auto elettriche cinesi violano le regole, lo dice l'Europa

Ci siamo, le prime indagini confermano quanto sospettato: la concorrenza cinese è sleale.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

L'inchiesta anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina, annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha già iniziato a rivelare prove che confermano che le auto elettriche cinesi stanno beneficiando di sovvenzioni dirette dal governo cinese. Questo solleva preoccupazioni poiché viola le norme europee sulla "difesa contro le importazioni oggetto di sovvenzioni provenienti da paesi non membri dell'Unione europea".

Nel documento pubblicato dalla Commissione Europea, sono state riportate prove che includono il trasferimento diretto di fondi, potenziali trasferimenti diretti di fondi o obbligazioni, rinuncia da parte della pubblica amministrazione a entrate dovute o mancata riscossione delle stesse, e la fornitura da parte della pubblica amministrazione di beni o servizi a un costo inferiore a quello che sarebbe considerato adeguato.

In sintesi, il governo cinese sta sostenendo finanziariamente i propri produttori di veicoli elettrici attraverso vari meccanismi, come prestiti agevolati e agevolazioni fiscali, per promuovere l'esportazione delle auto elettriche cinesi.

Tuttavia, l'inchiesta è ancora in corso, e le indagini e i colloqui continueranno per qualche tempo. Secondo le norme europee, il termine massimo per giungere a una conclusione è di 13 mesi, il che significa che un verdetto dovrebbe essere emesso entro l'inizio di novembre 2024.

L'Unione Europea potrebbe, tuttavia, intraprendere azioni prima di questa data. Secondo le regole dell'Unione, è possibile adottare misure di protezione del mercato entro nove mesi, il che potrebbe tradursi in dazi doganali. Queste misure potrebbero bilanciare i benefici economici concessi dalla Repubblica Popolare alle auto cinesi, cercando di colmare il divario tra i modelli europei e cinesi attraverso una sovratassazione delle auto cinesi per controbilanciare gli sgravi fiscali.