Porsche Taycan GTS, cosa mi piace cosa no | La mia prova

Con Taycan, Porsche si è inserita nel mercato delle elettriche ormai da qualche tempo offrendo soluzioni davvero interessanti e prestazionali.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Più di un anno fa provavo la Taycan GTS Sport Turismo, la “station wagon” elettrica di Porsche, subito dopo una prova non troppo convincente di Taycan 4S. E a distanza di un’anno ho passato una settimana con Taycan GTS, nell’ultimo allestimento, per capire se e come fosse cambiata la visione di Porsche sul mondo dell’elettrico. Vi anticipo che ho molte poche critiche da fare a quella che, probabilmente, è oggi una delle migliori elettriche sportive del mercato, in grado di comunicare sensazioni di guida senza rivali. Certo qualche difetto c’è, e per alcuni saranno difetti importanti, ma vediamo come è andata la prova nel nostro classico format “cosa ci piace e cosa non ci piace della Taycan GTS”.

Cosa mi piace

Lo devo specificare ogni volta che scrivo di un’auto elettrica: non sono un fan dell’elettrico, mi piace, tanto quanto le auto classiche. Possiedo una 718, che adoro guidare, ma ogni volta che provo una Taycan mi viene voglia di acquistarla. La GTS provata ha una potenza corrispettiva di 517 cavalli (598 in launch control) e una coppia massima di 850 Nm, e si sentono tutti. Sempre. Perché è praticamente impossibile guidare in una modalità che non sia Sport / Sport+ e sentirsi come in un videogioco. L’accelerazione è sensazionale, e si può sfruttare sempre, anche in sicurezza e soprattutto senza voler per forza raggiungere velocità non consentite.

Questo è il bello dell’elettrico, e soprattutto di Taycan, poter sfruttare la potenza immediata quasi sempre e ovunque. Si esce dagli stop con una sicurezza che poche altre auto possono comunicare, si frena in spazio ridotto, e soprattutto Taycan porta con sé l’anima di Porsche che ti comunica in ogni istante come le quattro ruote stanno percorrendo l’asfalto, dando un grip e una confidenza praticamente totale. Qualcuno potrebbe pensare che sto esagerando, ma solo chi ha guidato Porsche sa di cosa sto parlando e Taycan amplifica le sensazioni.

E la cosa ancora migliore è che se volete viaggiare tranquilli, lenti, nel traffico o in una gita domenicale, potete farlo, e vi sembrerà di scivolare lisci come una barca sul pelo dell’acqua in una giornata serena, senza avere la sensazione di stare maltrattando quel motore termico che vuole ruggire e girare ad alti giri.

Taycan GTS, nonostante tutta questa potenza, è un’auto da famiglia. La soglia di entrata nell’abitacolo è larga e spaziosa, nonostante sia rasente terra. Gli spazi sono generosi, anche se non avrete a disposizione tutte le tasche e i vani di qualsiasi altra auto. Il bagagliaio è più grande di quello che possiate pensare, e sufficiente per la spesa e anche per una gita fuori porta di qualche giorno. Lo spazio sui sedili posteriori è ampio. L’ho usata per alcuni viaggi in quattro, due adulti davanti e due bambini dietro, ed è stata perfetta, non differentemente da qualsiasi altra auto più “classica”. Il bagagliaio anteriore è quasi inesistente, ma sufficiente per nascondere i cavi della ricarica. Utile anche il doppio fondo del bagaglio posteriore, che permette di nascondere i cavi liberando il vano anteriore, anche se forse non è la soluzione ideale.

E poi Taycan è bella, nel colore Rosso Carminio provato attirava ogni sguardo, di grandi e piccini. Un’altra caratteristica che inizialmente, nelle prime prove mi ha fatto storcere il naso, mentre con il tempo ho imparato ad apprezzare e ora non ne posso più fare a meno è il suono elettrico. Taycan non emette rumore, se non quello del motori elettrici o degli pneumatici sull’asfalto, così Porsche ha realizzato un suono che viene emesso dagli altoparlanti quando si guida, che vuole portare alla mente i giri del motore che aumentano durante la corsa, o anche la frenata. Che ci crediate o meno, ho attivato il suono elettrico in ogni modalità di guida, perché fa sembrare tutto un videogioco e sottolinea in maniera perfetta l’accelerazione. Probabilmente questo dettaglio è molto personale, ma io l’ho trovo una scelta azzeccata.

Tutte le altre caratteristiche come tutti i display digitali, addirittura quello sul canalone centrale, i materiali, la comodità dei sedili e la cura di costruzione non li racconto in maniera approfondita, ma solo perché non rappresentano delle novità, ma tutto è fatto ad opera d’arte.

Ovviamente, quasi dimenticavo, il launch control è divertentissimo, soprattutto da far provare a chi non è mai salito su un’elettrica, anche se l’uso reale è sempre limitato.

Cosa non mi piace

Tra le cose che mi piacciono di meno voglio citare il doppio rapporto del motore elettrico, nonostante vorrei metterlo a metà. Infatti la soluzione Porsche funziona bene, ma in ogni accelerata l’inserimento del secondo rapporto equivale sempre a una riduzione della spinta, e questo stacco netto non è tra le cose che mi fanno impazzire.

L’autonomia rimane purtroppo tra i punti negativi di Taycan, che si ferma a circa 300 km di autonomia, e considerando che non molti vorranno rischiare di rimanere a piedi, iniziando a cercare una colonnina a circa 50 chilometri rimanenti, l’autonomia sfruttabile totale è di circa 250 chilometri o poco più. Per un’auto da usare per muoversi in città o provincia durante la settimana è più che sufficiente, anche grazie alla ricarica veloce (270 kW), ma chi non vorrebbe fare lunghe gite fuori porta con un’auto del genere?

E infine non posso non citare il prezzo, perché tutte queste sensazioni valgono veramente molto, ma il prezzo di partenza di 145mila euro è veramente alto (170mila euro circa il modello provato con i vari optional), poiché con questa spesa si tende a valutare altre supercar, che magari non offrono le stesse sensazioni, ma che nell’immaginario degli appassionati ricoprono posti di eccellenza.

Chi dovrebbe acquistarla

Chi ama le elettriche, vuole un’auto da sfruttare anche in famiglia e da usare ogni giorno, godendo di prestazioni e un feeling di guida con poche, se non nessuna rivale. E ovviamente chi può permettersela.