La rivoluzione estetica che Audi si prepara a lanciare sul mercato automobilistico ha un nome e un volto: Massimo Frascella e la Concept C. Dopo aver assunto la guida del centro stile nel giugno 2024, il nuovo responsabile del design della casa tedesca ha già messo la sua firma su quello che rappresenta molto più di un semplice prototipo. Si tratta infatti di un vero e proprio manifesto stilistico che anticipa la direzione che prenderà l'intero brand a partire dal 2027, quando ogni modello Audi adotterà questa nuova filosofia progettuale basata sulla semplicità.
La scelta del nome racchiude una stratificazione di significati che collega passato e futuro: la "C" può riferirsi tanto a Coupé o Cabrio quanto alla leggendaria Tipo C del 1936, quella monoposto da corsa che rappresentava il simbolo delle Auto Union nell'era prebellica. Questo legame con la storia non è casuale, ma riflette un approccio progettuale che attinge consapevolmente all'heritage del marchio per costruire una nuova identità visiva. La sportiva a due posti, presentata in anteprima mondiale a Milano e destinata a debuttare pubblicamente al Salone di Monaco 2025, mantiene infatti elementi stilistici che richiamano icone storiche come TT, R8, RSQ e Avus.
L'elemento più caratterizzante di questa nuova direzione estetica è il cosiddetto "Vertical Frame", un frontale sviluppato verticalmente che si ispira direttamente alla Tipo C storica e alla terza generazione della A6. Quest'ultima, la C6 lanciata nel 2004 sotto la direzione di Walter de Silva, aveva introdotto la single frame che ancora oggi, seppur con forme e proporzioni diverse, caratterizza il muso di tutte le Audi. Il nuovo monolite nero che domina il frontale della Concept C rappresenta una rivoluzione concettuale paragonabile, nelle intenzioni dei progettisti, al monolito di "2001 Odissea nello spazio".
L'estetica della sottrazione
Le dimensioni della Concept C tradiscono immediatamente la sua natura di sportiva pura: 4,52 metri di lunghezza, 1,97 metri di larghezza e soli 1,28 metri di altezza, con un passo di 2,57 metri e cerchi da 21 pollici che completano una presenza scenica di notevole impatto. Tuttavia, ciò che colpisce maggiormente è l'approccio progettuale denominato Reductio ad unum, una filosofia che mette al centro il concetto di semplicità attraverso l'eliminazione sistematica di ogni orpello stilistico superfluo.
Il team guidato da Frascella ha deliberatamente evitato linee azzardate e appesantimenti estetici, puntando invece su superfici levigate e nette che conferiscono al prototipo un carattere distintivo senza ricorrere a effetti speciali. Tra le soluzioni tecniche più innovative spicca il tetto rigido elettrico retrattile, suddiviso in due elementi secondo una logica simile a quella della Porsche 911 Targa. La coda si distingue per le linee orizzontali e le prese d'aria integrate in superfici pulite, mentre la nuova firma luminosa con quattro segmenti orizzontali per ciascun gruppo ottico definisce il linguaggio visivo del futuro brand.
Il peso contenuto in 1.690 chilogrammi rappresenta un risultato notevole per una vettura di queste caratteristiche, testimoniando l'efficacia dell'approccio progettuale orientato all'essenzialità. Questo risultato non è casuale, ma deriva da scelte precise che riguardano non solo l'estetica ma anche la concezione stessa dell'abitacolo e delle sue funzionalità.
Tecnologia invisibile e materialità autentica
L'interno della Concept C rappresenta forse l'aspetto più rivoluzionario dell'intera concezione progettuale. Gli interni seguono infatti il principio dello "Shy Tech", una filosofia che prevede la riduzione della presenza tecnologica visibile per concentrare l'esperienza di bordo sulla pura esperienza di guida. Il display da 10,4 pollici rimane nascosto e appare solamente quando necessario, mentre i comandi tattili su volante e console centrale garantiscono un'interazione diretta e immediata.
La scelta dei materiali riflette questa ricerca di autenticità: superfici ispirate al titanio, pulsanti in alluminio anodizzato e forme geometriche nette creano un ambiente estremamente pulito e funzionale. Il volante, in particolare, rappresenta un esempio paradigmatico di questa filosofia: la sua forma rotonda e i pulsanti fisici in alluminio anodizzato producono un "click" tangibile quando azionati, restituendo quella sensazione di controllo diretto che la digitalizzazione spinta aveva fatto perdere.
Anche l'impianto audio segue questa logica dell'invisibilità funzionale: gli altoparlanti sono completamente nascosti dietro pannelli porta rivestiti in tessuto composto prevalentemente di lana, che garantisce un'ottima trasmissione acustica senza compromettere l'estetica degli interni. La domanda che guida questa scelta è semplice quanto efficace: perché rendere visibile qualcosa destinato a stimolare l'udito e non la vista?
La Concept C anticipa un modello di serie la cui commercializzazione è prevista per il 2027, con produzione negli stabilimenti di Ingolstadt. La versione definitiva adotterà un'architettura elettrica a 800 volt, offrirà opzioni di trazione posteriore o integrale e includerà elementi più pratici come le maniglie delle porte tradizionali. Le specifiche tecniche precise rimangono ancora riservate e difficilmente verranno rivelate durante il Salone di Monaco 2025, poiché l'obiettivo principale di questo prototipo non riguarda le prestazioni ma la definizione di un nuovo linguaggio estetico destinato a caratterizzare l'intera gamma Audi dal 2027 in poi. La semplicità come nuova complessità rappresenta la scommessa stilistica che il marchio tedesco intende vincere nei prossimi anni.