Stop benzina e diesel 2035: la situazione di Ferrari e della Motor Valley

L'UE ha deciso lo stop alle vendite di auto benzina e diesel dal 2035. Ecco cosa ne pensano i costruttori e quale sarà il futuro della Motor Valley e di aziende come Ferrari e Lamborghini

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a cura di Davide Raia

Lo stop alle vendite di auto a benzina e diesel, ma anche GPL e metano, è ufficiale. Il Parlamento europeo, nei giorni scorsi, ha confermato l'interruzione delle vendite a partire dal 2035 su tutto il territorio UE. In futuro, quindi, sarà possibile acquistare solo auto elettriche ed anche le auto ibride dovranno cedere il passo, a prescindere dal livello di elettrificazione, ai modelli a zero emissioni.

Tra le decisioni del Parlamento europeo c'è stata anche l'approvazione di un emendamento, proposto in modo bipartisan dai parlamentari italiani e già ribattezzato "salva Motor Valley". Per effetto di questo emendamento, i piccoli costruttori attivi sul mercato UE potranno non contare su di un'esenzione speciale e non saranno tenuti a rispettare gli obiettivi intermedi per il taglio delle emissioni (-15% rispetto al 2025 e -55% rispetto al 2030 nel confronto con i dati del 2021).

Le decisioni del Parlamento europeo stanno facendo discutere e, inevitabilmente, continueranno ad essere uno dei temi "caldi" del settore automotive nel corso dei prossimi anni. La strada per l'entrata in vigore definitiva della nuova normativa è ancora lunga. La palla passa ora ai singoli Stati membri dell'UE che dovranno mettere in pratica questa nuova normativa.

Per i "piccoli costruttori", nel frattempo, la deroga del "salva Motor Valley" permetterà di continuare lo sviluppo di supercar con motore endotermico. Il destino è comunque segnato anche per le supercar. Da Ferrari a Lamborghini passando per tutti gli altri costruttori sul mercato. Il futuro sarà a zero emissioni e la data del 2035 resta segnata sul calendario.

In attesa di capire quali saranno le modalità effettive con cui lo stop alla vendita di auto benzina e diesel in UE diventerà realtà, è opportuno fare il punto della situazione. L'Italia, che grazie a Stellantis ha già da tempo intrapreso la strada dell'elettrificazione, deve fare i conti con la necessità di pianificare il futuro della Motor Valley, un comparto che comprende decine di aziende, più o meno grandi, e che dovrà adeguarsi alle nuove normative UE, avviando un programma di riconversione che, nel giro di pochi anni, trasformerà per sempre una zona simbolo per il mondo dei motori.

Stop a benzina e diesel dal 2035: cosa prevede il piano UE

Prima di entrare nei dettagli del futuro della Motor Valley è opportuno riepilogare, brevemente, il piano UE in merito allo stop alla vendita di auto benzina e diesel. Il progetto, confermato dalla votazione del Parlamento UE del 14 febbraio, punta allo stop alla vendita (ma non per forza alla produzione) di auto con motore termiche, anche se presente un sistema ibrido, entro il 2035.

Ci saranno alcuni step intermedi per cui è prevista un'esenzione per i piccoli costruttori (fino a 10 mila unità prodotte all'anno, quota oramai alla portata di brand di riferimento della Motor Valley come Ferrari e Lamborghini). Il piano UE sarà al centro di una revisione nei prossimi anni, per valutare l'evoluzione delle infrastrutture e del mercato e, quindi, la fattibilità degli obiettivi. Difficilmente, però, si tornerà indietro. La strada per l'elettrificazione è oramai stata intrapresa.

In ogni caso, il piano UE sarà al centro di varie revisioni e aggiornamenti. Il prossimo step prevede l'approvazione da parte del Consiglio UE. Nel corso dei prossimi mesi, quindi, ci saranno diverse occasioni per valutare quali saranno le linee guida per il futuro del mercato delle quattro ruote in Europa e quale sarà lo spazio della Motor Valley e dei piccoli costruttori.

Il pensiero dei grandi e piccoli costruttori

Lo scorso giugno, a seguito della prima votazione del Parlamento UE, l'allora presidente di ACEA (e CEO del BMW Group), Oliver Zipse, In merito all'azzeramento delle emissioni e, quindi, allo stop alle vendite di auto con motori endotermici, invece, dichiarò: "data la volatilità e l'incertezza che stiamo vivendo giorno per giorno a livello globale, qualsiasi regolamentazione a lungo termine che vada oltre questo decennio è prematura in questa fase iniziale. Al contrario, è necessaria una revisione trasparente a metà strada per definire gli obiettivi post-2030".

In sostanza, il punto di vista di ACEA è chiaro. Servirà valutare l'evoluzione del settore auto nel corso dei prossimi anni prima di poter prendere una decisione drastica e irreversibile come quella dell'azzeramento delle emissioni. Questo vale sia per i grandi costruttori, che producono ogni anno centinaia di migliaia di auto, che per i piccoli costruttori che, in alcuni casi, dovranno ripensare completamente la propria attività con l'azzeramento delle emissioni.

Il nuovo presidente di ACEA, Luca de Meo (CEO di Renault), ha confermato la posizione dell'associazione ribadendo l'importanza della neutralità tecnologica, argomento che, per ora, non sembra essere stato recepito dall'UE che ha deciso di puntare esclusivamente sull'elettrico per il futuro del settore auto e per la riduzione delle emissioni in atmosfera.

Sulla questione si registra anche il punto di vista di Andrea Pontremoli, CEO di Dallara Automobili, che, in un'intervista ad IlSole24Ore, senza mezzi termini, dichiara: "Sono in polemica con l’Europa perché virare tutto sull’elettrico è una “stupidata” e pone un enorme problema energetico, oltre a mettere l’intera industria nelle mani della Cina". Per il futuro, secondo Pontremoli, serviranno: "sistemi di trazione ibridi a idrogeno o combustibili alternativi come i biofuel".

Sulla questione Motor Valley, invece, si registra il parere di Marco Stella, neopresidente della filiera automotive di Confindustria Emilia Centro, che commenta così la decisione dell'UE: "con questa decisione si stravolge completamente la filiera, non si lasciano aperte finestre allo sviluppo di altre tecnologie. Abbiamo calcolato, in Italia il rischio della perdita di 70 mila posti di lavoro"

Il punto sulla Motor Valley

Lungo la Via Emilia, da Rimini a Piacenza, o viceversa, si sviluppa il cuore del mondo automotive italiano. La Motor Valley rappresenta un punto di riferimento per l'industria italiana e, più in generale, del mondo delle quattro ruote (in particolare nella sua declinazione sportiva). Da Ferrari a Lamborghini passando per Maserati (che già prevede una gamma a zero emissioni per il futuro) a Ducati, Dallara, Toro Rosso, Pagani, i brand storici non mancano di certo. A questi si aggiunge una filiera specializzata e radicata.

I dati pubblicati dal Corriere di Bologna sulla Motor Valley confermano la grandissima rilevanza dell'intero comparto, ad oggi strettamente collegato alle auto endotermiche. In Emilia-Romagna si genera un fatturato di 20 miliardi di euro all'anno con 7 miliardi di export e 90 mila lavoratori impiegati tra le aziende storiche e l'enorme indotto collegato alle loro attività produttive e, più in generale, all'intera filiera del settore automotive.

Lo stop alle vendite di auto endotermiche e l'elettrificazione del settore auto richiederanno una completa riconversione dell'intero settore. Questo processo dovrà essere avviato quanto prima, per garantire il mantenimento della competitività delle aziende, soprattutto delle realtà più piccole che potrebbero avere difficoltà a riconvertire le proprie attività in tempi rapidi. L'ipotesi di un drastico taglio del numero di posti di lavoro resta un'eventualità sul tavolo che dovrà essere scongiurata con interventi mirati a sostegno del settore.

La situazione di Ferrari e Lamborghini: un futuro a zero emissioni

Concentriamoci ora su quello che sarà il futuro di due vere e proprie istituzioni della Motor Valley italiana e, più in generale, del mondo delle quattro ruote. Anche per Ferrari e Lamborghini, infatti, il destino è segnato e l'elettrificazione progressiva della gamma (già iniziata per la casa di Maranello con modelli come la Ferrari SF90 Stradale e la Ferrari 296 GTB, con relativi varianti Spider) sarà inevitabilmente.

Ferrari e Lamborghini già pianificano le prime supercar a zero emissioni e il passaggio ad una gamma completamente elettrica rientra tra i piani delle aziende. Bisognerà definire le tempistiche precise di tale passaggio che, in ogni caso, sarà, come detto, inevitabile. Per quanto riguarda Ferrari, in particolare, la casa di Maranello sta progettando un potenziamento delle sue capacità produttive, con un focus sull'elettrificazione.

Le ultime indiscrezioni (ancora in attesa di una conferma ufficiale) anticipano la creazione di una terza linea d'assemblaggio dedicata esclusivamente a modelli elettrificati. Contestualmente, Ferrari prevede di creare un nuovo centro di ricerca e sviluppo dedicato alle tecnologie elettriche. Anche Lamborghini seguirà, molto probabilmente, l'esempio di Ferrari.

Nel corso degli ultimi mesi, a tal proposito, è circolata con insistenza l'ipotesi della creazione di una Gigafactory per la produzione di batterie in Emilia-Romagna. A realizzare il progetto, con il sostegno pubblico, sarebbe il Gruppo Volkswagen che, tramite Audi, controlla Lamborghini e Ducati. Per ora, il progetto è solo un'ipotesi (anche in questo caso da confermare) che potrebbe concretizzarsi nel corso dei prossimi anni.

C'è poi un altro elemento da considerare. Ferrari e Lamborghini non saranno più "piccoli costruttori" nel corso dei prossimi anni. La casa di Maranello ha già superato quota 10 mila unità prodotte all'anno e con il debutto del Purosangue potrebbe avvicinare quota 15 mila annuali (l'apertura della terza linea di assemblaggio servirà anche per sostenere quest'espansione).

Discorsi simile per Lamborghini. Con il successo dell'Urus, infatti, la casa di Sant'Agata Bolognese ha superato quota 8 mila unità prodotte all'anno. Nei prossimi anni, però, la gamma si espanderà ulteriormente e la quota di 10 mila unità prodotte ogni anno sarà raggiunta e superata, molto probabilmente, senza difficoltà. Sia Lamborghini che Ferrari dovranno, quindi, adeguarsi a quelle che sono le direttive dell'UE.

Per i due marchi (così come per gli altri brand sportivi), lo stop delle vendite in UE non significherà, per forza, lo stop alla produzione di modelli endotermici. L'azzeramento delle emissioni, al momento, è un obiettivo europeo ma altri mercati internazionali, dal Nord America alla Cina, dovrebbero continuare a consentire la vendita di modelli a benzina, probabilmente con avanzati sistemi di elettrificazione.