Superbollo verso l'abolizione: il piano di Salvini

Stop graduale al superbollo: il ministro dei Trasporti annuncia l'innalzamento della soglia fiscale sui cavalli come primo passo verso l'abolizione

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a cura di Tommaso Marcoli

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Il superbollo auto verso l'addio graduale: la strategia di Salvini per eliminare l'imposta che "frena il mercato di lusso" senza scatenare polemiche sociali. Una tassa dal gettito contenuto ma dal forte valore simbolico sta per subire una revisione significativa, con interventi già previsti prima della pausa estiva.

I 200 milioni di euro annui generati dal superbollo - l'imposta aggiuntiva di 20 euro per ogni kW oltre i 185 (equivalenti a 252 CV) - potrebbero presto scomparire dalle casse dello Stato italiano. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante l'Automotive Dealer Day di Verona, ha confermato l'intenzione del governo di procedere con l'abolizione di questa tassa, sottolineando come non sia un problema di copertura finanziaria ma piuttosto di modalità e tempistiche.

"Il dibattito non è trovare 200 milioni di copertura: possiamo coprirli immediatamente con un decreto ministeriale", ha affermato Salvini, specificando che l'intervento potrebbe avvenire in modo progressivo "per evitare critiche che comunque ci saranno". Il ministro ha voluto chiarire che l'obiettivo non è "premiare chi usa una Ferrari (che è una passione comune, come dimostra il merchandising)", ma piuttosto stimolare la produzione e vendita di veicoli di alta gamma, favorendo così la ridistribuzione della ricchezza.

Dopo anni di annunci mai concretizzati dai precedenti governi, questa volta sembrano esserci le condizioni per un intervento concreto. Il sottosegretario all'Economia Federico Freni "sta già lavorando sulla materia", secondo quanto riportato da Salvini, che ha indicato un orizzonte temporale preciso: "Contiamo di chiudere prima dell'estate".

L'approccio sarà graduale e inizierà con una revisione dei parametri di applicazione dell'imposta: "Alzeremo la soglia dei cavalli oltre i quali si applica", ha specificato il ministro, delineando così un primo passo verso la completa eliminazione. Un intervento che si inserisce nel contesto della delega fiscale approvata lo scorso anno, dove si parla esplicitamente di "progressivo superamento dell'addizionale erariale sulla tassa automobilistica".

Paradossalmente, nonostante il valore relativamente contenuto per le casse statali, il superbollo rappresenta un tema politicamente sensibile. Introdotto durante la crisi economica come misura simbolica di imposizione fiscale sulle auto di lusso, ha finito per penalizzare anche molti veicoli di fascia alta ma non necessariamente di extralusso, con ripercussioni significative sul mercato dell'automotive italiano di gamma elevata.

Il ministro ha colto l'occasione per tornare su altri temi caldi relativi al settore automotive, criticando aspramente il Green Deal europeo e in particolare il bando ai motori termici previsto per il 2035. Con toni decisi, Salvini ha definito "folle, sbagliato e impercorribile" l'obiettivo fissato dall'Unione Europea, arrivando a paragonare l'imposizione del veicolo elettrico a un "esperimento sociale fallito" con "imposizioni di stampo sovietico".

Affrontando il tema delle emissioni globali, il ministro ha evidenziato quello che considera un paradosso: "L'intera Europa contribuisce al 7% della CO2 mondiale, la Cina da sola al 31%. Se poni limiti alla tua produzione e lasci libero altri di inquinare per produrre le batterie con cui entrare nelle ZTL, hai commesso il delitto perfetto". Un'analisi che riflette la posizione critica del governo italiano rispetto alle politiche ambientali europee.

Nel suo intervento, Salvini ha anche ammesso che la recente riforma dei fringe benefit ha rappresentato "un errore" e non ha escluso possibili correzioni: "Se fai qualcosa che sulla carta pensavi funzionasse e non funziona, cambia direzione", ha dichiarato, mostrando un'apertura a rivedere le scelte governative che non hanno prodotto i risultati attesi.

Con il progressivo superamento del superbollo, il governo mira quindi a rivitalizzare un segmento di mercato penalizzato da anni, cercando al contempo di evitare critiche relative ai privilegi per i più abbienti. Una sfida di comunicazione, oltre che fiscale, che vedrà i suoi primi sviluppi concreti nei prossimi mesi.

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E certo ai ricchi meno tasse, alla gente normale di più. Che banda di ladri.
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