Ricaricare la Tesla al Supercharger non è più conveniente rispetto a benzina e diesel

Tesla ha aumentato il costo di ricarica delle auto elettriche al Supercharger a causa del caro energia, per gli automobilisti scegliere la mobilità a zero emissioni diventa ancora più costoso

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a cura di Davide Raia

La ricarica delle auto elettriche non è più così conveniente come in passato. La crisi energetica ha avuto un impatto evidente anche sul mercato delle quattro ruote e, per quanto riguarda gli automobilisti, sui costi di gestione e utilizzo dei veicoli. Utilizzare l’auto, negli ultimi mesi, è diventato più costoso a causa del caro carburanti che, senza il taglio delle accise, si attesterebbero su quotazioni in molti casi insostenibili.

Anche per le auto elettriche c’è da fare i conti con il “caro energia” e persino i Supercharger di Tesla hanno alzato i prezzi di ricarica. Nel corso del mese di settembre 2022, infatti, Tesla ha avviato una rimodulazione delle tariffe per i suoi punti di ricarica che hanno ora raggiunto valori da record, in particolare in Italia. Gli aumenti sulle tariffe di ricarica delle auto elettriche superano il 30% rispetto alle quotazioni di qualche mese fa (per Tesla e i Supercharger siamo al +35%) e rimettono in discussione l’effettiva convenienza delle auto a zero emissioni.

Per gli automobilisti italiani (e non solo) che hanno scelto o sceglieranno un’auto elettrica è, di fatto, iniziata una “nuova era” a causa della sostanziale crescita dei costi di ricarica presso le colonnine pubbliche. Vediamo, quindi, cosa è cambiato per i possessori di un’auto elettrica e, in particolare, per chi si affida ai Supercharger di Tesla e quali potrebbero essere le conseguenze future sulla mobilità a zero emissioni che, a causa dei costi elevati di ricarica, potrebbe non essere più così conveniente come un tempo.

Ricarica delle auto elettriche: il caro energia

Il mercato delle auto elettriche deve fare i conti con il caro energia che, dalla seconda metà del 2021, ha colpito famiglie e imprese italiane, alle prese con bollette per l’energia elettrica sempre più alte. Negli ultimi mesi, a causa di una costante crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche (in particolare, ma non solo, il gas naturale) è aumentato il costo al dettaglio dell’energia elettrica.

Di conseguenza, ricaricare l’auto elettrica è diventato più costoso rispetto al passato, riducendo uno dei principali vantaggi che, storicamente, caratterizza la mobilità a zero emissioni. I costi di utilizzo di un’auto elettrica sono aumentati a meno che non si possa fare affidamento su di un sistema fotovoltaico domestico in grado di garantire energia elettrica a costo zero. In tutti gli altri casi (ricarica domestica o ricarica presso una colonnina pubblica) le tariffe sono schizzate alle stelle.

Gli aumenti variano in base al provider del servizio (per quanto riguarda la ricarica pubblica) e alle modalità di ricarica (la ricarica rapida continua ad essere molto costosa ed anche le tariffe “a consumo” diventano molto più svantaggiose rispetto agli abbonamenti con canone mensile fisso). Per gli automobilisti c’è da fare i conti con rincari davvero significativi. Soprattutto per chi percorre molti chilometri, il costo della ricarica inizia ad essere sempre più rilevante.

Supercharger di Tesla: prezzi più che raddoppiati

Tesla è, da tempo, un riferimento assoluto del settore delle auto elettriche ed i Supercharger rappresentano una parte centrale del suo successo. L’azienda, negli ultimi mesi, ha iniziato ad aprire i suoi punti di ricarica anche ai non clienti confermando il suo ruolo di primo piano anche come provider di servizi di ricarica delle auto elettriche.

Anche Tesla deve fare i conti con il caro energia. Nel corso degli ultimi anni, infatti, la casa americana ha più volte ritoccato il costo dell’energia elettrica ai Supercharger in Italia (oltre che in altri mercati internazionali). Gli aumenti registrati nel corso degli ultimi mesi sono, però, davvero significativi. Il caro energia, infatti, ha ridotto drasticamente la convenienza per gli automobilisti che avevano scelto Tesla e i Supercharger.

Appena tre anni fa, nel 2019, la ricarica dell’auto elettrica ai Supercharger di Tesla costava 0,24 €/kWh. Successivamente, il costo è stato ritoccato a 0,33 €/kWh e poi a 0,5 €/kWh. L’ultimo rincaro, annunciato del mese di settembre 2022, ha cambiato completamente le carte in tavola per gli automobilisti. Oggi, infatti, la ricarica ha un costo di 0,66 €/kWh. Si tratta di un rincaro notevole: 16 centesimi in più rispetto alla quotazione precedente e più del doppio rispetto al passato.

Da notare che il nuovo prezzo di ricarica ai Supercharger di Tesla è simile al prezzo dell’energia elettrica per le forniture domestiche nel servizio di Maggior Tutela. ARERA, l’autorità italiana per l’energia, ha, infatti, annunciato un aumento del +59% per il costo dell’energia nel corso del quarto trimestre del 2022 portando il costo al kWh per i clienti del mercato tutelato a 0,66 euro (per la “famiglia tipo”).

L'aumento del prezzo non cancella la qualità del servizio

Scegliere i Supercharger per i possessori di una Tesla continua ad essere, in molti casi, la scelta giusta per la ricarica dell’auto elettrica. La rete di punti di ricarica di Tesla, nonostante l’aumento del prezzo, rappresenta sempre un riferimento per gli automobilisti sotto vari punti di vista. C’è da considerare la grande diffusione dei Supercharger in Italia (soprattutto in alcune regioni) che consente di trovare facilmente un punto dove ricaricare le batterie e aumentare l’autonomia della propria vettura.

A rendere vantaggioso l’utilizzo dei Supercharger ci sono anche i tanti servizi proposti da Tesla per la gestione di tutta la fase di ricarica, con la possibilità, ad esempio, di pianificare il viaggio già in fase di partenza, valutando gli stop da effettuare per la ricarica, e monitorando in tempo reale la ricarica via app. Sfruttando la ricarica rapida fino a 250 kW, inoltre, è possibile ridurre notevolmente i tempi d’attesa (in 15 minuti è possibile ottenere fino a 275 chilometri di autonomia).

C’è poi da considerare il confronto con le altre tariffe per la ricarica elettrica. Tesla, infatti, non è stata l’unica azienda a ritoccare verso l’alto i costi delle tariffe di ricarica per le auto elettriche. Gli aumenti riguardano vari provider come, ad esempio, Enel X Way che ha portato la ricarica “pay per use” senza abbonamento ad un massimo di 0,99 €/kWh (per la ricarica rapida).

Conviene ancora puntare su una Tesla?

L’aumento del costo di ricarica ai Supercharger mette in discussione l’effettiva convenienza di una Tesla. Utilizzare le auto elettriche della casa americana, affidandosi alla rete di ricarica proprietaria di casa Tesla, comporta ora una spesa maggiore per il “rifornimento” che si traduce in costi al chilometro maggiori rispetto al passato.

Come noto, i consumi reale di una Tesla, come di qualsiasi auto elettrica, variano in base a diversi fattori ed anche in modo significativo. I dati dichiarati dall’azienda, però, ci aiutano ad avere un’idea sul costo effettivo di utilizzo delle auto elettriche di casa Tesla. Prendiamo il caso di una Tesla Model 3 con un consumo medio di 16 kWh per 100 chilometri.

Con i nuovi costi di ricarica ai Supercharger, per percorrere 100 chilometri con la Tesla Model 3 analizzata è necessario mettere in conto una spesa di circa 10,5 euro. Si tratta di una spesa sensibilmente superiore rispetto al passato. L’aumento del costo dell’energia pesa, inevitabilmente, sui costi effettivi di utilizzo di una Tesla, così come di qualsiasi altra auto elettrica.

C’è poi da considerare il confronto con le auto benzina e le auto diesel. Attualmente (inizio ottobre 2022), il prezzo alla pompa della benzina è di 1,65 euro al litro mentre quello del diesel è di 1,76 euro al litro. A garantire prezzi più bassi rispetto a quelle che sarebbero le condizioni “standard” è il taglio delle accise che alleggerisce la spesa.

Con questi prezzi dei carburanti, per percorrere 100 chilometri spendendo poco più di 10 euro è sufficiente avere un’auto benzina con consumo medio di 6,4 litri per 100 chilometri o inferiore o un’auto diesel con consumo medio di 6 litri per 100 chilometri o inferiore. La differenza tra benzina/diesel ed auto elettriche va, quindi, a ridursi per via dell’enorme aumento dei costi dell’energia elettrica al dettaglio. Ad esempio, prendendo come sempre in esame i consumi dichiarati, una BMW Serie 4 420i e una Audi A5 SPB 40 con propulsori esclusivamente endotermici appartengono perfettamente alle due categorie citate; situazione ancora più sbilanciata se prendiamo in esame mild o plug-in in grado di abbattere ulteriomente i consumi. 

L'effettiva convenienza delle Tesla (in termini di costi di utilizzo al chilometro) va sempre rapportata al modello scelto e alle modalità d'uso. È chiaro, però, che l'aumento del costo di ricarica pubblica o privata (con prezzi più che raddoppiati rispetto al passato) e le quotazioni non più elevatissime di benzina e diesel (anche grazie al taglio delle accise) riaccendono il confronto tra auto elettriche e endotermiche. Il caro energia, infatti, rende tutto meno economico ma c'è da precisare però che le Tesla possono essere ricaricate in colonnine "generiche" senza quindi recarsi necessariamente al più costoso ma veloce Supercharger.

C'è poi da considerare il gap nel prezzo d'acquisto che, nonostante gli incentivi auto 2022, continua ad essere un altro ostacolo nel passaggio alla guida a zero emissioni.

Prestazioni o consumi?

Al netto dei consumi, c'è da fare una dovuta precisazione a favore delle elettriche e in particolare della Tesla Model 3 presa in esame; le prestazioni che regala la berlina americana sono nettamente superiori a qualsiasi endotermica pari categoria e prezzo. Se dovessimo prendere in esame una berlina a benzina (o diesel) da oltre 400 cavalli siamo sicuri che i consumi sarebbero decisamente differenti e lontani dai 6 litri per 100 km.