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Cyberneid: ecco come l'innovazione italiana combatte la frode d'identità

La storia di Ugo Chirico, dall’Azerbaijan ad Aruba, passando per CieSign.

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a cura di Stefano Silvestri

In un mondo sempre più digitalizzato, la sicurezza e l'affidabilità dell'identità digitale sono diventate questioni di primaria importanza. Per questo c'è molto spazio anche per startup innovative come Cyberneid. Fondata nel 2018 da Ugo Chirico, un fisico specializzato in cibernetica e in intelligenza artificiale, è arrivata in finale nella Startup Marathon di Novembre 2023 organizzata da Area Science Park.

Il percorso di questa startup è molto articolato e particolare. Dopo aver conseguito la laurea in Fisica all'università di Federico II di Napoli, Chirico si occupa di criptografia e delle sue applicazioni in ambiti quali smart card e identità digitale per varie aziende, tra le quali Siemens.

Successivamente diventa consulente del Ministero della Tecnologia dell'Azerbaijan. Lì, aiuta il governo a realizzare una serie di tecnologie che sfruttano anche l'intelligenza artificiale, volte al riconoscimento automatico del cittadino da remoto per onboarding automatico, self check-in e, in generale, tutto ciò che possa servire a contrastare il frutto di identità.

Questa specializzazione, particolarmente d'attualità oggi col crescere del problema delle identità sintetiche, lo aiuta a fondare la sua startup nel 2018, Cyberneid, e a fare sì che dopo soli dieci giorni avesse già due clienti. La tecnologia sviluppata in Azerbaijan è infatti portata in Italia, ovviamente adattandola alle normative europee come il regolamento eIDAS e il GDPR.

Temporalmente parlando ci collochiamo poco prima dello scoppio della pandemia e il software già sviluppato da Chirico, Firma con CIE, viene rivenduto all'Istituto Poligrafico di Stato per divenire poi CieSign. "Buona parte della tecnologia e dei software che sono stati realizzati negli ultimi vent'anni in questo ambito ha qualcosa di mio," afferma Chirico con un certo orgoglio.

E il motivo è presto detto. "I concorrenti che sono arrivati in questi anni", spiega Chirico, "spesso si avvalgono di strumenti open source messi a disposizione dal Poligrafico. Ma si tratta di software che abbiamo creato noi per vincere all’epoca una gara d'appalto".

L'approccio di Cyberneid mira a combattere il problema sempre crescente della frode d'identità che si manifesta non solo nel furto di credenziali ma anche nella creazione di identità sintetiche basate su documenti falsi.

Le reti neurali contro i deepfake

Per riuscirci, Cyberneid s’avvale delle competenze maturate nell'ambito dell'identità elettronica e dell'intelligenza artificiale. La prima, che si declina ad esempio nella lettura della carta d'identità elettronica, si compone di una serie di protocolli che definiscono come il chip della stessa (o del passaporto) comunicano con lo smartphone, che di base diventa un lettore di documenti d'identità.

Il passo successivo è accertarsi che chi sta fornendo le generalità sia effettivamente la stessa persona che sta usando lo smartphone. Cyberneid ha dunque addestrato sei reti neurali, una delle quali solo per il "face matching", per capire cioè se i volti siano reali e non invece tentativi di contraffazione tramite deepfake.

L'addestramento delle reti neurali ha richiesto un lungo lavoro di recupero e catalogazione dei dataset, e in soccorso è venuta l'Università di Napoli, che a sua volta ha permesso l'accesso ai dataset di varie università nel mondo, che non sono pubblici ma disponibili solamente per chi faccia ricerca.

Chiaramente, i malintenzionati hanno a loro volta messo in atto delle contromisure che hanno portato allo sviluppo di tre release del software di Cyberneid, che Chirico definisce oggi “molto sicuro”, sebbene per definizione in questo ambito non esiste la sicurezza al 100%.

Lo sviluppo e l'aggiornamento del software restano sempre prerogativa di Cyberneid, cosa non scontata visto che alcune realtà, una volta vinto l'appalto, esternalizzano questa fase, costosa e dispendiosa in termini di risorse.

Ciò per Chirico pone un vistoso problema di sicurezza, e a tal proposito ricorda che quando nel 2021 partecipò a una fiera a Parigi, a occuparsi d'identità digitale c’erano Cyberneid e un'altra azienda, Innovatrix.

Quest'anno, a una fiera ad Amsterdam erano in 50 ma usavano quasi tutti la stessa tecnologia. La colpa, sospetta Chirico, è di un'azienda che ha esternalizzato lo sviluppo del proprio software a una realtà cinese, che poi l'ha rivenduto in giro per il mondo spacciandolo per proprio.

Il fatto che oggi tutti abbiamo bene o male la stessa offerta tecnologica ha innescato una spirale di abbassamento dei prezzi, che ha convinto Chirico a passare alla fase successiva, quello cioè di offrire un nuovo servizio di ID Proofing.

Cyberneid è ora capace di verificare l'identità di una persona con estrema precisione, senza dover inviare una copia della carta d'identità digitale. "In 30 secondi ho la certezza dell'identità della persona che sta effettuando una transazione", spiega Chirico, delineando un futuro in cui le procedure di verifica dell'identità diventano rapide, sicure e non invasive.

Il futuro ci fa l'occhiolino

Superata la disamina dei prodotti, è stato il momento di affrontare l'attuale situazione economica di Cyberneid e di gettare uno sguardo al futuro.

L'azienda, che è andata in pareggio già il primo anno, ha fatto una campagna di equity crowdfunding che, nel 2021, le ha permesso di raccogliere 175 mila euro e di procedere all'assunzione dei freelancer di cui si era fino ad allora avvalsa.

Cyberneid oggi fattura intorno ai 500 mila euro all'anno e vanta clienti in tutto il mondo. Tra questi ve ce sono alcuni in Azerbaijan (ovviamente), che richiedono la verifica di più di 1 milione di identità all'anno. Poi troviamo l'istituto di credito Zagrebačka banka, ILO Health in Irlanda, mentre in Italia vi sono varie realtà tra cui il Poligrafico di Stato, PagoPA, Medas, Namirial, la fondazione Don Gnocchi e Aruba.

I settori nei quali si spinge sono molti e trasversali, come banking, energy & utilities, fintech, healthcare, hotel e B&B, telco, legale e amministrazione pubblica. La concorrenza però è tanta e Cyberneid è consapevole che il prossimo passo sia scalare, possibilmente tramite un altro round di finanziamenti con i quali rafforzare i reparti marketing e commerciale dell'azienda.

E poi, come sempre, c'è bisogno di rinnovarsi, di ampliare il proprio portafoglio prodotti. Tra le nuove iniziative, Ugo Chirico segnala l'introduzione di servizi come Wink & Pay e Wink & Go, che promettono di rivoluzionare il mondo dei pagamenti, rendendoli ancora più sicuri e accessibili.

In inglese "to wink" significa fare l'occhiolino, ed è proprio su questo gesto che sono imperniate le nuove proposte di Cyberneid. "Immaginate di avvicinarvi a un POS tradizionale e, come gesto autorizzativo, di fargli l'occhiolino. Questo riconosce l'impronta biometrica dell'utente, al quale è associato un sistema di pagamento, e la transazione viene così effettuata. L'idea è di fare quello che oggi si fa con Apple Pay, senza doversi interfacciare attraverso un dispositivo", spiega Chirico.

C'è poi Wink & Go, che si basa sullo stesso meccanismo di Wink & Pay ma che vuole trovare applicazione nell'ambito della mobilità. "Io oggi in metropolitana pago col telefono. Mi avvicino con lo smartphone al tornello e compro così il biglietto", afferma Chirico. Con Wink & Go basterebbe invece una semplice strizzatina d'occhio.

Le tecnologia è stata presentata lo scorso novembre a Il Salone dei Pagamenti di Milano e, sostiene Chirico, ha riscosso un notevole successo. Non sorprende quindi che uno dei competitor di Cyberneid si sia fatto avanti per rilevare l'azienda. L'offerta in questo caso non ha soddisfatto Chirico, che comunque dalle sue parole lascia trasparire ampia disponibilità a valutare future proposte d'acquisizione.