Verso l’IT bimodale

Cio Survey 2016: innovare i processi ICT e al tempo stesso razionalizzare utilizzi e costi delle tecnologie, la sfida per i Cio che restano i principali "change agent" in azienda

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a cura di Giancarlo Lanzetti

Un approccio evoluto alla Digital Transformation comporta un'evoluzione nella gestione dell'IT: il 42% dei CIO mette in discussione scelte tecnologiche e organizzative fatte in passato e adotta già un modello di IT bimodale, il 22% lo farà entro il 2016, il 14% non prevede di considerarlo.Chi valuta i progetti ICT

La Digital Disruption, una definizione della stessa DT, genera la necessità di nuove competenze e nuovi profili. I CIO sono consapevoli di non avere competenze adeguate in alcuni ambiti tecnologici per figure come: Data Science/Analytics (74,6%), programmazione e sviluppo Mobile (49,1%), IoT (43,6%), IT security (38,2%), Enterprise Architecture (38,2%), Cloud Computing (36,2%). Ma vanno rafforzate altresì le competenze di ICT Governance (30,9%), nelle strutture di Project Management e Demand Management. Questo vuol dire che non sono sufficienti competenze tecniche, occorrono anche soft skill, come problem solving, multitasking, gestione dei rapporti interpersonali, team working.

Le competenze necessarie

Le competenze necessarie

Se tutto si modifica non può non cambiare anche l'ecosistema di fornitori e partner di riferimento: i Global ICT Vendor continuano a ricoprire un ruolo importante (per il 50% dei CIO) ma sempre più strategici diventano fornitori ICT focalizzati su specifiche aree/tecnologie (73,6%), Digital Agency (55,3%), start up innovative (47,1%), società di consulenza strategica in ambito ICT (29,2%) e provider che non hanno origine nel mondo ICT (21,1%).