A cena con il lupo, recensione del film targato Ubisoft

A cena con il lupo - Werewolves Within porta il classico gioco Ubisoft sul grande schermo, regalandoci risate e una caccia al licantropo.

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a cura di Alessandro Palladino

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Se avete avuto un gruppo di amici amanti dei GDR, è molto probabile che abbiate giocato al famoso "Assassino": una sorta di piccola esperienza di ruolo dove un gruppo di persone apparentemente innocue deve riuscire a trovare l'assassino che si nasconde tra di loro e che uccide gli altri membri del gruppo senza farsi notare. Inventato in Russia e con il nome Mafia, questo particolare passatempo facile da giocare è stato poi convertito in molti modi e uno dei più famosi da noi in Italia è il gioco da tavolo Lupus in Tabula, dove l'assassino è un licantropo che agisce di notte, e i restanti giocatori sono cittadini di un villaggio medievale con diversi ruoli, intenti a scoprire chi sta decimando la loro piccola comunità.

Una delle ultime evoluzioni di maggior successo nel periodo dei titoli digitali è stata il gioco di Ubisoft in VR chiamato Werewolves Within, il quale è sostanzialmente Lupus in Tabula con un visore e tutta una serie di abilità conferite ai vari giocatori. La forza di questa formula, oltre alla sua immediatezza, è che diverte sempre e non richiede chissà quali regole da osservare, anzitutto si basa sulle capacità di deduzione e la sfida di riuscire a indovinare chi è il vero assassino tra le tante pecorelle innocenti. Un intreccio molto classico e tanto sfruttato, ma che nelle mani di Josh Ruben con il benestare di Ubisoft Film & Television si è trasformato nella pellicola A Cena con il Lupo – Werewolves Within in quella che potremo definire come rivisitazione moderna della tradizionale caccia al licantropo.

A cena con il lupo: un lupo nella baita

Ambientare una storia come questa ai giorni nostri non cambia poi molto il succo della formula "a scatola chiusa" che questo tipo di avventure "gialle" utilizzano come impostazione di base. Infatti il nostro novello ranger appena trasferito nella ridente cittadina rurale di Beaverfield, Finn Wheeler (interpretato da Sam Richardson), si ritrova a conoscerne gli abitanti proprio quando quest'ultima è colpita da una tempesta che la isola da tutto il mondo esterno. Non sarebbe un problema così grave, se non fosse che un omicidio efferato e una sparizione canina fanno intendere che ci sia qualcosa che non va in quella comunità ritrovatasi nella locanda locale. C'è infatti una bestia ferale o un assassino creativo in libertà e starà a quel gruppo scomposto riuscire a indovinare chi è che sta minacciando la loro sicurezza, tra sospetti e litigi.

L'inizio molto rapido di A Cena con il Lupo ci introduce tutto il cast con le loro caratteristiche, oltre a presentare il principale motivo di scontro che sta dividendo la comunità: il gasdotto da costruire in un paradiso naturale a cui molti tengono abbastanza da difenderlo, nonostante le generose proposte monetarie del magnate Sam Parker. C'è chi naturalmente ne trarrebbe vantaggio, come i folli e sboccati meccanici locali Gwen e Marcus, e chi invece viene addirittura da fuori città per opporsi a quello sfregio contro la natura come la imperturbabile dottoressa Ellis. Tra coppie omossessuali di città e altre locali dalla storia complicata e la sanità mentale compromessa, ci sono tutti gli ingredienti per una torta di stereotipi e ruoli tipici di un gioco di ruolo ambientato tra le montagne dell'Oregon, la cui ciliegina è rappresentata dal classico cacciatore burbero che vive fuori città.

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Ruben però ci tiene a soffermarsi sulla nuova relazione tra Finn, la cui storia romantica è ormai a pezzi, e la bella postina Cecily Moore (interpretata da Milana Vayntrub che ricorderete per This is Us) la quale è arrivata da poco come lui ma è abbastanza affabile e astuta da aver già inquadrato tutta la città. I due partono subito con una mezza infatuazione romantica per rendere il tutto un po' più piccante, sfruttando in particolar modo una buona scena di una baita dal sapore anni '90 che sembra uscita dalla scenografia di Stranger Things. Anche qui, niente di particolarmente trascendentale ma è tutto sommato un bene consolidare relazioni specifiche in virtù della caccia alle streghe che sarebbe arrivata di lì a poco.

Tra bugiardi ci si riconosce

Il tempo dedicato a questi rapporti però è davvero stretto e la durata di un'ora e mezza certo non aiuta a osservare lo sviluppo dei personaggi. Non approcciatevi dunque al film con la speranza di assistere a una rivisitazione fantasy di Knives Out, ma come a una pellicola molto leggera dove l'umorismo è il protagonista maggiore rispetto alla sua anima più thriller. Infatti A Cena con il Lupo tenta con insistenza di riuscire a dare agli intrighi dei cittadini una loro particolare dimensione, caricando i loro tratti caratteriali e lasciando che alcune figure chiave, come la Dottoressa Ellis, facciano da traino per le scoperte importanti ai fini della trama.

Ma, oltre alle morti che si susseguiranno in un crescendo di violenza, non c'è quasi mai introspezione e alla fine il film non porta neanche a provare qualcosa per nessun altro dei presenti nella scena, se non per Finn e Cecily. E questo è un problema, non tanto nel gioco da tavolo originale dove tutti sono "pedine" interpretati dagli amici di sempre, quanto in un film con un'impostazione simile per cui ci si aspetterebbe di riuscire quantomeno a connettersi con i pensieri o le motivazioni di questo o quel personaggio, un po' come accade nel famoso Signori, il delitto è servito di Jonathan Lynn.

In A Cena con il Lupo tutto serve la comicità, la leggerezza e la stramberia del cast, elementi che tutto sommato non sfociano mai nell'eccessivo se non in alcuni punti specifici come nell'ossessione di Trisha Anderson per il suo cane scomparso all'inizio del film. La scenografia tutta luci al neon e baite d'epoca crea i contrasti giusti per far sì che si avverta la modernità dell'impostazione e della scrittura dei dialoghi, tutto sommato azzeccati per quel che si vuole fare nell'evoluzione di Finn e della sua gentilezza innata. Nell'escalation inevitabile di violenza tutto questo però finisce per annullarsi in una fretta quasi immotivata: le fasi più concitate sembrano voler condurre a una conclusione di cui neanche loro sono certe, confondendo lo spettatore con indizi "inutili" ma che alla fine non portano a chissà quale rivelazione inaspettata.

A Cena con il Lupo però sembra non voler perseguire quella strada, anzi non lo fa e basta. Piuttosto vuole la risata, la tranquillità dello scontato che assume un significato particolare nel momento in cui avviene la rivelazione e una fine che bene o male non è neanche una fine. Non si indugia in quelli che sono stati gli elementi nascosti dei delitti, non c'è redenzione o cambi repentini, piuttosto la storia finisce all'improvviso esattamente come è iniziata in fretta e furia.

In conclusione

Per quanto questi aspetti possano lasciare deluso chi cercava un finale a scatola chiusa, e che dovrebbe dunque rivolgere altrove il proprio sguardo, A Cena con il Lupo è un film ottimo per chi non ha pretese da detective e vuole solo tirarsi su di morale guardando una serie di sconosciuti caricaturali in una caccia al licantropo facile, veloce e sorprendentemente sboccata. Insomma, il classico film da gustarsi con gli amici davanti a una pizza, meglio se poi si accompagna la visione al vero gioco da tavolo e quindi compensare la mancanza di pathos delle vicende di Beaverfield.