Bud Spencer: uomo, attore, mito

Tutte le curiosità su Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, protagonista di una serie di pellicole divenute storiche.

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a cura di Lorenzo Ferrero

Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, è stata una figura importante per il nostro cinema, anche se apprezzata forse di più all'estero che in terra nostrana, capace di regalare all'intera industria cinematografica una serie di pellicole divenute oramai storiche. Una ricca produzione divenuta celebre grazie anche e soprattutto al sodalizio con Terence Hill, al secolo Mario Girotti, con cui Bud Spencer ha girato molti film, dando vita così a una delle coppie più apprezzate dell'intero mondo del cinema. Ripercorriamo ora insieme alcune tappe della vita di questo "gigante buono", che ha saputo donare tanto e che è rimasto nel cuore dei fan.

Carlo prima di Bud

Nato a Napoli il 31 ottobre 1929, Carlo Pedersoli si è sempre distinto per la sua dedizione allo studio e allo sport, tanto che durante le superiori, dopo essersi trasferito a Roma con la famiglia, si iscriverà al club di nuoto, dove otterrà fin da subito numerosi successi, essendo anche fisicamente predisposto (massiccio e alto quasi due metri). Si pensi che all'età di 15 anni era già molto conosciuto nell'ambiente sportivo perchè era già stato in grado di battere diversi atleti di nuoto molto più grandi ed esperti di lui.

Nel 1946, all'età di 17 anni, si iscrisse all'Università di Chimica de "La Sapienza" a Roma e divenne il più giovane universitario d'Italia. Tuttavia, la fine della Guerra ebbe grosse ripercussioni sulle famiglie italiane, compresa quella di Pedersoli, che si vide costretta all'inizio dell'anno successivo a trasferirsi in Sud-America (più precisamente in Brasile), obbligando  il giovane ad abbandonare gli studi.

Rientrato in Italia nel '48, decide di cambiare percorso di studi iscrivendosi a Giurisprudenza, per avere più tempo per allenarsi nel nuoto. E questa fu un'ottima decisione: nel '49, infatti, diventerà campione italiano nei 100 metri in stile libero, stabilendo l'anno dopo il record e diventando il primo italiano a scendere sotto il minuto nella stessa categoria.

Ma non solo, perchè a fine carriera, Pedersoli accumulerà ben sette titoli italiani (nella categoria senior), parteciperà a 2 Olimpiadi (senza arrivare sul podio) e giocherà anche come centravanti nella nazionale italiana di Pallanuoto, oltre che, sporadicamente, partecipare a qualche incontro di pugilato nella categoria "Pesi Massimi". Vincendoli tutti, ovviamente.

Primi contatti col cinema

Pluridecorato nello sport, tanto da diventare famoso, e comunque di bell'aspetto, il contatto col mondo del cinema non tardò ad arrivare e così, nel 1950, gli venne proposto un piccolo ruolo in Quò Vadis, una produzione hollywoodiana a opera di Mervyn LeRoy.

Nonostante la portata di tale pellicola, a Pedersoli non interessava molto il mondo del cinema, anzi, non sopportava molto quell'ambiente:

"Lo facevo solo per pagare l’università e odiando quel mondo. Mi veniva il nervoso. Dicevo: ma guarda tutti ‘sti caproni, per fare una scena ci mettono secoli."

Nell'anno successivo recitò anche a fianco di Alberto Sordi nel film Un eroe dei nostri tempi, di Mario Monicelli, nel quale interpreta il fidanzato della giovane Marcella (interpretata da Giovanna Ralli), ma il suo pensiero rimane sempre al nuoto, essendo parte della nazionale italiana, con la quale partecipò alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 e a quelle di Melbourne nel 1956, ottenendo risultati discreti, ma senza mai arrivare sul podio.

La sua avventura nel mondo del nuoto termina l'anno successivo, dopo aver trascorso alcuni mesi negli Stati Uniti, invitato dall'università di Yale assieme ad altri atleti, dove segnerà il suo record personale nei 100 metri in Stile Libero.

Ritrovare se stessi

A soli 27 anni, Carlo Pedersoli decide di lasciare lo sport, un po' per i mancati "successi" e l'arrivo di campioni più giovani, un po' per dare una svolta alla sua vita. Decide così di ritornare in Sud-America, precisamente in Venezuela, per cercare di ritrovare se stesso:

"Dovevo sapere cosa potevo fare, cosa ero in grado di fare. E qua ai Parioli non lo posso sapere. E quindi ho deciso di andare dove non ero mai stato."

In quel periodo, Pedersoli si dedicò a diverse attività: per i primi tempi, costruì strade nella giungla Amazzonica, fino a quando non venne chiamato a Caracas a dirigere una fabbrica di ricambi della Alfa Romeo; il tutto mentre nello stato avvenivano diverse guerre interne e rivoluzioni di ogni tipo.

Passano un paio d'anni e il giovane Carlo inizia ad avere nostalgia di casa, soprattutto dopo aver ricevuto una lettera dalla sua fidanzata Maria che recitava semplicemente:

"Ricordati: io sono sempre qua."

Così, nel 1960 decide di tornare in Italia e di sposare la giovane figlia di Giuseppe Amato, famoso produttore cinematografico dell'epoca che vantava tra le sue opere anche La Dolce Vita di Federico Fellini, uscito quello stesso anno e divenuto un successo.

Nonostante la parentela che oramai lo legava strettamente al mondo del cinema, Pedersoli non aveva intenzione (nè poteva prevedere) di fare carriera in quel frangente, tanto che rifiutò addirittura un ruolo nel Satyricon di Federico Fellini stesso, perchè il regista lo voleva nudo in scena.

Questo è il dialogo avvenuto tra i due, come ha raccontato lo stesso Pedersoli in un'intervista del 2008:

"Federico Fellini: Carlo, avrei trovato un ruolo perfetto per te nel Satyricon.

Carlo Pedersoli: Va bene, Federì, dimmi che devo fare.

Fellini: Trimalcione, quello che era nel triclinio di Nerone...Vedi, tu stai nudo nella piscina e i putti ti mordono il sedere.

Carlo: Ah Federì, abbi pazienza, ma io non lo faccio. Io nudo in piscina con i putti che mi mordono il sedere, non ci sto.

Fellini: Ma come, è il film di Federico Fellini!... Allora non sei un attore!

Carlo: Hai detto giusto Federì, non sono un attore."

Approfondendo poi il motivo di questo rifiuto, sempre nella stessa intervista:

"Infatti, non sono un attore, sono un personaggio che il pubblico ha gradito. Conosco i miei limiti, so esattamente quello che posso fare e quello solo ho fatto sempre."

Come nacque Bud Spencer

Nonostante non fosse interessato al grande schermo, Pedersoli firmò un contratto con l'etichetta musicale RCA, con la quale ha scritto diversi testi per cantanti italiani come Ornella Vanoni, oltre a qualche colonna sonora cinematografica, per poi, alla morte del suocero e alla scadenza del contratto, fondare la propria casa di produzione, con la quale produsse diversi documentari e spot pubblicitari per la RAI.

Nel 1967, venne contattato dal regista Giuseppe Colizzi, che aveva bisogno di un "omone grande e grosso" per il suo nuovo film western Dio Perdona...io no!, offrendogli un ingaggio di 700.000 lire. Inizialmente, l'attore rifiutò perchè la paga era troppo bassa, dal momento che aveva chiesto almeno 2 milioni di lire per pagare delle cambiali in scadenza.

Dopo un po' di tempo, il regista lo richiamò e accetto le sue condizioni, visto che non vi era nessuno che potesse soddisfare i requisiti per il ruolo. Così Pedersoli si fece crescere la barba e gli chiesero di adottare un "nome d'arte" che suonasse americano, per fare più presa sul mercato cinematografico internazionale: cos¡, con la fusione tra Spencer Tracy (uno dei suoi attori preferiti) e la birra Budweiser (chiamata anche solo "Bud") nacque a tutti gli effetti Bud Spencer.

Duo "per caso"

Si può dire che il duo con Terence Hill sia quasi nato per caso. Infatti la parte di quest'ultimo in Dio Perdona...io no! era stata assegnata a Peter Martell (anche questo, pseudonimo dell'italiano Pietro Martellanza), già attore di diversi spaghetti western dell'epoca; il caso volle che qualche giorno prima di iniziare a girare, litigò con la fidanzata e finì per distruggere totalmente la camera dell'albergo dove risiedeva, rompendosi un piede e non potendo quindi partecipare alle riprese.

Fu così che venne ingaggiato un giovane Mario Girotti, che scelse il suo nome d'arte da una lista: Terence Hill, appunto. E' così che ricorda il loro primo incontro:

"Il film era realizzato davvero a basso budget: io arrivai direttamente sul set (la produzione era già iniziata da una settimana) e mi diedero un paio di pantaloni, una camicia e mi vestirono "da gatto" (il titolo originale della pellicola era "Il cane, il gatto e la volpe") con queste cose di velluto e mi presentarono a Bud Spencer.

Ci incontrammo direttamente sul set, in costume. Lui stava lì e ci salutammo velocemente:"Ah ciao! Piacere!" e basta! Andò semplicemente così questo incontro, che però da quel momento andò sempre meglio."

Il film ebbe un successo clamoroso, risultando la pellicola che incassò di più in tutta la stagione cinematografica di quell'anno, oltre che a rimanere per molto tempo uno dei maggiori incassi del cinema italiano di sempre e diede inizio alla coppia che tanto i fan hanno imparato ad amare.

Anche se la vera consacrazione per i due non furono i film della "trilogia di Colizzi" (uscirono anche due "seguiti": I quattro dell'Ave Maria e La collina degli stivali), bensì un altro, che tutti conoscono molto bene: Lo chiamavano Trinità.

La mano destra (e sinistra) del Diavolo

Enzo Barboni era un noto direttore della fotografia, che scrisse la sceneggiatura di un film "strano": era un western, ma era anche una commedia, pieno di battute e scazzottate, ma senza morti, una cosa che, all'epoca, nessuno voleva produrre. Alla fine, dopo innumerevoli tentativi, riuscì a trovare un produttore e furono Pedersoli e Girotti a proporsi come protagonisti.

Così, anche il regista cambiò nome (diventando E.B. Clucher), ingaggiò i due attori reduci del successo dei film di Colizzi e iniziò a girare il film, che conierà un vero e proprio genere: il "Fagioli-Western", una sorta di parodia degli "Spaghetti-Western" italiani, chiamato così anche per il gran consumo di fagioli che viene fatto sia in questo che nel seguito Continuavano a chiamarlo Trinità.

"I fagioli comunque erano uno schifo!"

Entrambi i film andarono oltre le più rosee aspettative, diventando campioni di incassi sia in Italia che all'estero (specialmente in Germania), consacrando la coppia come uno dei migliori duo che sia mai apparso sul grande schermo in tutto il mondo. Da notare come anche le repliche televisive facciano registrare ascolti decisamente importanti: nel 1988, ad esempio, la messa in onda di Lo chiamavano Trinità fece registrare un ascolto di oltre 11 milioni di telespettatori dall'Auditel.

I successi in coppia e in solitaria

...più forte ragazzi!, ...altrimenti ci arrabbiamo!, Io sto con gli ippopotami sono solo alcuni dei ben 14 film in cui hanno recitato insieme Pedersoli e Girotti, in un sodalizio che è durato quasi trent'anni, durante i quali, a detta di Terence Hill, "Non abbiamo mai litigato".

Ma Bud Spencer si è tolto qualche soddisfazione anche in solitaria: Piedone lo sbirro, ad esempio, fu una vera e propria saga cinematografica nata da un suo soggetto, nel quale interpretò il Commissario Rizzo, un detective che utilizza metodi "poco convenzionali" per risolvere le indagini e che, a detta dell'attore stesso, è stato uno dei suoi ruoli preferiti di sempre.

Sarà anche protagonista di altri film in solitaria come la commedia Superfantagenio e Un piede in paradiso, dove in entrambi parteciperà anche la figlia minore Diamante (che  lavorerà col nome d'arte Diamy Spencer), oltre di alcune serie TV come Big man e Extralarge, scritta e prodotta dal figlioGiuseppe, dove lavorerà con la star di Miami Vice Michael Thomas .

Storia recente

Negli anni '90, Bud Spencer girò due serie televisive: Detective Extralarge (per la quale vinse un telegatto come miglior telefilm della stagione) e Noi siamo angeli, oltre che partecipare amichevolmente al film di Leonardo Pieraccioni Fuochi D'artificio.

Alla fine del decennio, il TIME stillò una classifica sugli attori italiani più famosi nel mondo (Roberto Benigni aveva appena vinto l'Oscar con La vita è bella) e al primo posto c'era proprio Bud Spencer, seguito dal suo socio Terence Hill. Tuttavia, l'attore affermò di essere un po' amareggiato di essere tanto apprezzato all'estero quanto snobbato dalla sua terra natia:

"In Italia io e Terence Hill semplicemente non esistiamo, nonostante la grande popolarità che abbiamo anche oggi tra i bambini e i più giovani. Non ci hanno mai dato un premio, non ci invitano neppure ai festival."

Negli anni 2000, Bud Spencer interpreterà altri ruoli per la televisione, come Padre Speranza (sempre sceneggiato e prodotto dal figlio Giuseppe) e Cantando dietro i paraventi e il più recente I delitti del cuoco nel 2009, dove interpreta un ex-commissario in pensione che apre un ristorante ad Ischia.

Un anno dopo, sia lui che Terence Hill riceveranno il più grande riconoscimento cinematografico italiano: il David di Donatello alla carrieraBud Spencer, o meglio Carlo Pedersoli, si è spento nel 2016 all'età di 86 anni, dopo aver avuto una vita piena ed essere entrato nel cuore di molte persone in tutto il mondo. Quando parlava della morte, diceva così:

"Non temo la morte. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell'attesa e nel timore. C'è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: "Futtetenne", ovvero fregatene. E ridici su."

Eredità culturale

Il personaggio di Bud Spencer (oltre che l'uomo) è entrato nel cuore di molti, sia per i personaggi che ha interpretato sia per la sua bontà d'animo e il buon cuore. Molti degli aspetti che abbiamo potuto apprezzare nei suoi film sono diventati parte della cultura popolare mondiale, oltre ad essere diventati dei veri e propri "modi di dire" ricorrenti.

Si pensi che esiste una ricetta che vuole omaggiare proprio Bud Spencer chiamata "Fagioli alla Bud", che consiste nel replicare in padella il mitico piatto di fagioli visto in Lo chiamavano Trinità:

"Fare un soffritto in olio extravergine d’oliva di cipolle, carote, sedano, peperoncino verde piccante e peperoncino rosso calabrese. Con l’aggiunta di fagioli borlotti, precedentemente lessati, che poi verranno bagnati nella birra. A questo punto, aggiungere salsa di pomodoro e infine della farina, in grado di compattare il tutto."

Il successo di Bud Spencer in Germania è stato talmente grande che è stata coniato il verbo sich budspencerenche significa letteralmente "picchiare come Bud Spencer".

E gli omaggi non finiscono qui: gruppi musicali con il nome dell'attore (gli italianissimi Bud Spencer Blues Explosion), cosplayer che alle fiere si vestono come Bambino e Trinità, il videogioco ufficiale del duo (approvato anche dai familiari di Bud Spencer Stesso) chiamato Slap and Beans, una serie di figure e statue dai dettagli incredibili e tantissimi altri omaggi.

Persino Russel Crowe si è sentito lusingato di essere paragonato a Bud Spencer durante il press tour del film The Nice Guys, e rispondendo al giornalista che glielo ha fatto notare ha risposto così:

"Lo sai che mi stai facendo un grande complimento?"

In sua memoria, nel 2011, è stata eretta a Budapest una sua statua di bronzo, definita dai suoi creatori come "il primo monumento al mondo a Carlo Pedersoli", sulla quale è scritto, oltre al nome dell'attore, la frase pronunciata da Terence Hill, durante il suo funerale:

"Non abbiamo mai litigato."

L'action Figure

https://www.youtube.com/watch?v=q0HeHZ3l1Sg

A proposito di action figure come non citare quella creata da Infinite Statue con la collaborazione di Kaustic Plastik, due aziende tutte italiane che hanno intrapreso questo primo progetto riguardante l'action figure di Bud Spencer in scala 1/6 tratta dal film Lo Chiamavano Trinità. Pensate che questo prodotto vanta un team creativo composto da artisti che lavorano e hanno lavorato per entrambe le aziende e ogni minimo dettaglio è stato curato con estremo rispetto per il personaggio e dei costumi di scena e accessori utilizzati.