Carnival Row Stagione 2, recensione: un flop annunciato?

Carnival Row Stagione 2 conclude la serie con Orlando Bloom e Cara Delevingne: dal 17 febbraio è su Prime Video con due episodi ogni venerdi.

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a cura di Francesca Borrello

Il fantasy è forse uno dei generi più amati nella cinematografia e lo dimostra il successo incredibile di saghe come quella de Il Signore degli Anelli, Harry Potter e Pirati dei Caraibi. Il piccolo schermo però non è di certo da meno: The Witcher, The Sandman e Il Trono di Spade sono solo alcune che hanno padroneggiato negli ultimi anni le preferenze seriali del pubblico. Carnival Row, lo show Prime Video, sembrava avere tutte le carte in regola per farsi largo e accaparrarsi un posticino nel cuore degli spettatori: ambientazione neo-vittoriana, creature mitologiche come centauri e fate, una buona dose di romanticismo e una serie di omicidi da risolvere. Per questo forse non ha stupito poi così tanto la decisione della piattaforma streaming di rinnovarla per una seconda stagione, addirittura un mese prima della sua messa in onda nell’agosto del 2019. La risposta del pubblico non si è fatta poi attendere e ha confermato il preannunciato interesse verso il titolo. Tuttavia, la Pandemia che il mondo si è trovato ad affrontare l’anno successivo non deve aver giocato a favore della serie, dato che nel novembre del 2022 Prime Video ha decretato Carnival Row Stagione 2 anche come l’ultima della serie.

Certo possiamo immaginare che, fra le motivazioni che potrebbero aver spinto il colosso a concludere la serie, ci siano stati anche i costi sostenuti dai produttori per realizzarlo. Dopotutto il cast composto da grandi nomi come Orlando Bloom e Cara Delevigne, il reparto make up che ha dato vita a tutte le creature magiche presenti e la sostanziosa CGI che è ben presente nella seconda stagione, devono aver pesato in maniera considerevole sul bilancio di Carnival Row. Sfortunatamente però, dopo aver visto tutti e dieci gli episodi della nuova stagione, possiamo dire che ci sono alcuni difetti che non permettono di apprezzarla del tutto.

Carnival Row Stagione 2: una conclusione zoppicante

Se la trama della prima stagione aveva gettato delle basi per risvolti, intrecci e probabili colpi di scena futuri, quella di Carnival Row Stagione 2 non sembra essere riuscita a cogliere del tutto le opportunità. Viene lasciato forse un po’ troppo spazio al lato romantico e struggente che coinvolge i protagonisti, facendo concludere i mini filoni narrativi al suo interno alquanto bruscamente, addirittura quasi in maniera sbrigativa. Azzardando l’ipotesi della necessità di concludere tutto in soli dieci episodi, certe decisioni prese dai personaggi principali sembrano eccessivamente repentine e scostanti, facendo risultare fastidiosi e a tratti meramente per scopi di trama i cambiamenti ripetitivi, specialmente nella seconda metà della stagione.

Carnival Row pare quindi una buona idea ma senza uno sviluppo adeguato, che fallisce gettando troppa carne al fuoco per poi trovarsi a dover risolvere una lunga lista di situazioni che si sono venute a creare. Ciò non vuol dire però che questi problemi siano collegati necessariamente alla mancanza di una buona sceneggiatura: gli scrittori infatti, hanno cercato di adeguare la limitata disponibilità di screen time alla storia che avevano già iniziato a tracciare, sacrificando così ciò che ritenevano meno importante rispetto al dare una degna conclusione ai loro fan.

La decisione di Prime Video di cancellare la serie dopo sole due stagioni sarebbe quindi la causa principale dei problemi di Carnival Row Stagione 2, avendone anche sancito la claudicante riuscita in questa stagione finale. Ad essa però, dobbiamo aggiungere alcuni problemi anche nel “dietro le quinte”: Cara Delevingne pur avendo a cuore le cause sociali come il suo personaggio e condividendone diversi aspetti, non riesce a rendere giustizia del tutto a Vignette, che ben più di una volta risulta come l’eterna indecisa che complica solamente le cose. Mentre il make up prostetico su fauni e fate risulta eccezionale e molto ben realizzato, la controparte in CGI non sembra aver avuto la possibilità di creare a modo ogni aspetto: le ali delle fate pur muovendosi in base agli stati d’animo, risultano leggermente distaccate, non propriamente incorporate nei personaggi.

Allo stesso modo, anche l’inquietante nemico che i protagonisti si troveranno ad affrontare perde tutto il fascino dell’ambientazione fantasy, diventando così quasi una macchietta, una sorta di versione “vorrei ma non posso” del Demogorgone di Stranger Things. Non ci aspettavamo di certo una tuta prostetica totale come quella del Bloater in The Last of Us, che ha indubbiamente un budget ad episodio ben diverso da Carnival Row, ma le aspettative si può dire che siano state ampiamente deluse.

In conclusione

Carnival Row è quindi una buona idea con una scarsa realizzazione, che cerca di agglomerare diversi argomenti quale inclusione e razzismo, ma fallisce su diversi fronti perdendo l’interesse del pubblico deludendo le alte speranze createsi con la prima stagione. Nonostante l’amaro in bocca lasciato dalla visione, se volete sapere la conclusione delle vicende di Philo (Orlando Bloom) e Vignette (Cara Delevingne) potete vedere due episodi nuovi ogni venerdì a partire dal 17 febbraio su Prime Video.