Daredevil S02, ottima ma un po' meno di prima

Daredevil si conferma un prodotto televisivo di alta qualità ma non è all'altezza dell'ottima prima stagione. L'approccio è lo stesso, e si ritrovano le grandi scene d'azione, coreografate con maestria, la fotografia e la messinscena da manuale. La sceneggiatura fatica però a unire con coerenza i numerosi elementi. Attenzione: spoiler nel testo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Da venerdì scorso, 18 marzo 2016, è disponibile su Netflix la seconda stagione di Daredevil.13 episodi che cercano di ripetere il notevole successo della prima stagione, di cui avevamo parlato lo scorso gennaio. Il tentativo era doveroso ma, forse perché si partiva da uno standard già alto alto, è riuscito solo a metà.

La seconda stagione di Daredevil di sicuro conferma molte qualità della prima, a partire dalle riuscitissime scene d'azione. Lo scontro sulle scale del terzo episodio è già un mezzo mito, e la fama è tutta meritata: la cinepresa segue Matt/Daredevil con movimenti sinuosi e sincopati allo stesso tempo, e gli stacchi di montaggio sono inseriti con grande sapienza; non nego che mi ha ricordato Birdman del talentuoso Iñárritu, e probabilmente la citazione non è casuale.

Attenzione, piccoli spoiler da qui in avanti. 

Non solo quella, gli scontri corpo a corpo sono sempre fantastici, e c'è almeno un altro passaggio memorabile, quello che vede come protagonista invece Frank Castle nell'episodio 9, Sette Minuti in Paradiso, che è probabilmente uno dei più riusciti nell'intera seconda stagione. L'inquadratura che chiude la sequenza nel braccio A è da scuola di Cinema, praticamente perfetta.

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Se la realizzazione tecnica è sempre ineccepibile, forse anche migliore della prima stagione, guardando a soggetto e sceneggiatura il giudizio è un po' più tiepido. Per esempio perché uno dei momenti migliori, anzi forse "il momento" è quello alla fine dell'episodio 8, quando lo spettatore della prima stagione ritrova una vecchia e amata prima conoscenza.

E lui, Wilson Fisk, che come nel fumetto rappresenta il primo (vero) antagonista di Daredevil. Qui è lui stesso a pronunciare per la prima volta il termine Kingpin, ma questo re nero stavolta agisce dietro le quinte, controlla ignari burattini con fili per niente invisibili. Ma è sempre lui, che con pochissimi minuti di presenza riesce a rubare la scena a tutti (The Punisher ed Elektra in primis).

Ma non è colpa di Fisk né del monumentale (per talento) Vincent D'Onofrio. Il problema semmai è di una sceneggiatura che a volte è caotica, incerta, zoppicante. Probabilmente si è messa troppa carne al fuoco per 13 episodi: c'è la origin story del Punitore (rifiuto The Punisher, non perché inglese ma perché anonimo e più debole dell'italiano). In parallelo la storia di Elektra con tanto di flashback ai tempi dell'università, usati tanto per sviluppare il nuovo personaggio quanto per approfondire quello di Matt Murdok.

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Non bastava naturalmente, perché quando diventa chiaro che The Punisher non è il villain della stagione, emerge con altrettanta forza il bisogno di una svolta narrativa che dia uno scopo al nostro eroe, che consenta a lui di crescere con nuove sfide e a noi di conoscere e capire che succede. Ci voleva un vero cattivo, un vero boss di fine livello. Anzi no, ce ne vogliono ben due, uno per Matt e uno per Frank. E non trascuriamo Foggie, Karen e Claire - ma questi tre gregari sono probabilmente gestiti meglio degli altri.

Tante linee narrative, probabilmente troppe, ma soprattutto mal intrecciate, con scelte narrative che risultano troppo spesso forzate: si salta da una parte all'altra perché si deve, senza che la trama riesca davvero a sostenere il passaggio.

Comunque si poteva fare qualcosa di meglio, perché con tanta carne al fuoco Daredevil S02 riesce a trovare spazio per dialoghi lunghi, noiosi e sostanzialmente inutili. La maggior parte delle scene senza pugni sarebbero potute durare tranquillamente la metà del tempo e avremmo avuto, come spettatori, tutte le informazioni necessarie.

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Il tutto porta a un finale naturalmente denso di azione. Divertente, appassionante, ma non tanto quanto le due scene memorabili citate sopra. Succede sempre: dopo che hai sparato i tuoi colpi migliori, quello che resta delude per forza, persino se hai dato al tuo eroe un nuovo giocattolo - ma anche il nuovo bastone finisce per essere una risorsa sprecata o almeno sottoutilizzata.

Fine Spoiler

Senza svelare troppi dettagli, si può dire che si cerca di portare a conclusione tutto negli ultimi minuti senza riuscire però a mantenere coerenza tra un elemento e l'altro. In particolare, l'inserimento di Castle nel climax finale sembra davvero una toppa inserita all'ultimo momento su un abito che era già finito, ma di una taglia sbagliata.

Daredevil S02 è meglio della prima stagione per tecnica: regia, fotografia, sceneggiatura, costumi, luci sono tutti ai massimi livelli. Soffre però del male tipico delle seconde stagioni: dopo che hai usato la prima per raccontare la nascita dell'eroe continuare a raccontarne la storia è più difficile. Vale la pena di vederla, ma meglio prepararsi a qualche momento deludente.