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a cura di Andrea Balena

Negli ultimi anni gli spettatori più critici hanno accusato l'industria americana dell'intrattenimento di riciclarsi senza tirare fuori nuove idee, riesumando dall'oblio saghe storiche di film e marchi degli anni '80 con seguiti, revival e reboot. Spesso e volentieri, appena arrivati in sala, diventa evidente che la riproposizione moderna di vecchi miti perda quasi del tutto gli elementi unici che all'epoca ne hanno decretato il successo, e tuttavia questa critica non sembra fermare produttori e registi.

Netflix non si è tirato indietro davanti a questa moda, ma con l'approccio utilizzato in Stranger Things sembra abbia trovato la formula giusta e vincente: uno show che non ripropone direttamente una storia di quel decennio, ma che fa leva sul mood e le tante tendenze culturali per restituire le stesse sensazioni agli spettatori. Dopo un altro paio di titoli dagli approcci simili - Glow e in minima parte Dark - era abbastanza chiaro che l'instancabile servizio di streaming spostasse le sue attenzioni sui meno sfavillanti e talvolta contraddittori anni '90.

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Everything Sucks! riprende il genere dei teen drama, nato e sviluppatosi in quel periodo e che ancora oggi resiste in maniera convincente e che si evolve di pari passo alle nuove generazioni di adolescenti. A differenza di serie recenti come Tredici o Pretty Little Liars, dove l'anima giovanile è stata in gran parte contaminata dal thriller e da risvolti tragici e drammatici, la storia narrata in questo show mantiene, se non addirittura riesuma, lo stile scanzonato e innocente che si percepiva in origine in prodotti come Freaks and Geeks.

Tutto inizia dal più classico incontro-scontro fra mode giovanili: i nerd ingenui e socialmente insicuri contro i ragazzi più alla moda e tamarri. Sebbene gli spettatori prendano naturalmente le parti del trio di matricole appena entrate nel contesto liceale e assistano con simpatia alla loro innocente goffaggine nei rapporti sociali, col passare delle puntate si comincia a provare empatia verso il gruppo di bulli, che rivelano le insicurezze tipiche dell'età adolescenziale.

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A differenza infatti di prodotti più recenti, la storia di Luke, Kate e compagni rimane ancorata ad essere un racconto di formazione puro, senza che qualche complotto o vendetta sanguinaria corrompa il tono leggero del racconto. Lo show mantiene quella patina innocente, quasi naïve, tipica di quegli anni e anzi ne fa il suo tratto distintivo, complice la rappresentazione dell'ambiente scolastico degli anni '90 che riporta tanti piccoli segni che creavano atmosfera. Le videocassette, i CD audio che venivano spediti per posta tramite abbonamenti, il canale MTV ai suoi fasti passati e persino il distinto e immortale suono del modem 56k acquisiscono un'area mistica, ora che sono entrati a pieno diritto negli accessori vintage. Molto intelligentemente gli autori non hanno forzato l'effetto nostalgico e fanservice di questi piccoli ma significativi oggetti, ma li hanno sempre messi al servizio dell'intreccio. Il tutto condito dalla musica degli Oasis e tanti altri nomi famosi che compongono la colonna sonora su licenza.

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I giovani protagonisti vivono la loro quotidianità senza particolari preoccupazioni, si misurano con i propri limiti e devono imparare a comportarsi in maniera più matura, sia pure rispettando i propri tempi. Ad esempio Kate inizia a scoprire timidamente la sua sessualità mentre cerca allo stesso tempo di conservare l'amicizia di Luke, follemente innamorato di lei. A sua volta il ragazzo inizierà ad assimilare i racconti e insegnamenti lasciati dal padre scomparso attraverso una collezione di videocassette, che lo influenzeranno sia nel bene che nel male. Il messaggio di fondo dello show è di pure altruismo, anche perché il nostro prossimo nasconde i propri demoni e soffre in silenzio, sia pure dietro una facciata apparentemente serena.

Lo show mantiene un approccio leggero, è facile da vedere e addirittura da maratonare grazie alle puntate da appena 20 minuti ciascuna, un minutaggio perfezionato ultimamente da Netflix per spingere al bingewatching. Se avete vissuto la vostra infanzia o adolescenza in quel decennio, sentirete sulla vostra pelle quell'atmosfera unica. Per tutti gli altri, Everything Sucks! si rivelerà una visione piacevole e apprezzabile, ma non aspettatevi di esserne stravolti.


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