Io sono Capitan Marvel, recensione: alla scoperta di Carol Danvers

"Io sono Capitan Marvel" è un volume a fumetti perfetto per chi, dopo la visione del film, avrà voglia di scoprire di più sul personaggio di Carol Danvers.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Captain Marvel è da poco arrivato nei cinema, e come avrete letto nella nostra recensione, il nostro giudizio è stato abbastanza positivo. Il film riesce infatti a raggiungere lo scopo di dare spazio in primo piano ad un'eroina femminile, con un film dal ritmo quasi mai incerto, e seppur con qualche sbavatura.

Captain Marvel, nella figura di Brie Larson, sembra insomma pronta a raccogliere l'eredità della prima generazione di Avengers che, in particolare, nelle figure di Iron-Man e Captain America, potrebbero ben presto abbandonare il proprio ruolo dopo quelli che saranno gli eventi di Avengers: Endgame.

Il personaggio, di cui proprio di recente vi abbiamo raccontato il passato e lo sviluppo su carta, è dunque la grande protagonista di questi mesi, e certamente il personaggio di Carol Danvers è anche uno di quelli su cui sta investendo di più la Marvel cartacea, che dal rilancio ad opera di Kelly Sue DeConnick del 2012 ha acquistato a mano a mano maggior spazio e spessore, specie in concomitanza del rilancio “Marvel Now”. Nonostante questo è facile che molti escano dalla sala facendosi delle domande, o magari con la volontà di approfondire il personaggio di Carol Danvers che, nonostante tutto, non è ancora radicatissimo nell'immaginario collettivo, specie quello nostrano.

Ecco perché il volume “Io sono Capitan Marvel” (sui fumetti nostrani il personaggio è ancora noto come "Capitan" e non con "Captain"), recentemente pubblicato da Panini Comics, ci è sembrato subito un'ottima idea, nonché una grande occasione per conoscere e meglio la supereroina che, probabilmente, le suonerà a Thanos. Di che parliamo? Di un volume antologico, dal prezzo competitivo (25 euro), dal formato lussuoso e con all'interno ben 15 storie che, pur concentrandosi squisitamente sul personaggio di Carol Danvers, vanno a pescare anche alcuni riferimenti al personaggio originale del Capitano, in quella che era la figura del Kree Mar-Vell, per altro presente (ma in modo completamente diverso) anche nel film.

Riassumere qui e ora la storia di Capitan Marvel non avrebbe senso, e per ogni dettaglio – come detto – il nostro consiglio è di recuperarvi il recente articolo che abbiamo pubblicato sul tema. Qui val la pena solo ricordare quanto la storia del personaggio, al di la di quello che si creda grazie al recente arrivo al cinema, sia in realtà molto lunga e complessa, ed ha visto sotto questo nome diversi supereroi, avvicendatisi nel tempo con varie fortune (e sfortune) editoriali, tali che il nome di Capitan Marvel è stato a lungo relegato ad un personaggio minore, per quanto centrale in diversi momenti della vita dell'Universo Marvel, non ultimo il recente ciclo “Vendicatori per sempre”, che sempre su Tom's abbiamo recensito nella sua edizione più lussuosa.

Proprio per questo, “Io sono Capitan Marvel”, a differenza di monografie simili, si pone un obiettivo arduo, quello cioè di riassumere non una sola identità supereroistica, ma molteplici, passando per oltre 50 anni di pubblicazioni in appena 300 pagine. Compito francamente non semplice, e portato a compimento solo in parte. Il volume, in tal senso, è riuscito solo a metà, ma questo è dato da un limite molto pratico: riassumere tutto sarebbe stato realmente impossibile. Le storie, come detto 15, spaziano però per diverse decadi della produzione editoriale Marvel, e scelgono furbescamente di concentrarsi suoi periodi migliori del personaggio, non ultimo una parte del ciclo di rilancio dell'eroina che con la serie sotto l'etichetta Marvel Now, effettuò quel rilancio che ha dato al personaggio la sua attuale popolarità e le sue più recenti caratteristiche grafiche. Per altro proprio la storia che più da vicino ha ispirato il film (anche nel sottotitolo), ovvero: “Higher, Further, Faster, More” è presente nel'albo, seppur solo nella prima parte (che è tuttavia quella che getta le basi fondamentali della nuova Carol Danver).

Il problema dell'albo è forse proprio questo, avere troppo materiale a disposizione, e doversi concentrare solo sulla produzione più recente, tenendo comunque a mente quello che è un passato particolarmente ricco ma, purtroppo, tratteggiato in una produzione editoriale molto discontinua. Per quanto importante, e molto rivalutata a partire dai primi anni 2000, Carol Danvers è sempre stata un personaggio “spalla”, sballottata come è servito tra storie di Avengers e X-Men e, per questo, dal profilo bibliografico troppo complesso il che ha causato sicuramente una notevole difficoltà nella selezione delle storie presenti che, per quanto qualitativamente ineccepibili, soffrono della mancanza di molte informazioni, che forse qualche pagina in più avrebbe potuto arginare.

Per fortuna, come da consolidato costume Panini Comics, ogni storia è preceduta da un piccolo approfondimento ad opera di uno degli ottimi editor della casa editrice, che con una spiegazione breve, concisa, ma calzante riesce a creare quel minimo di contesto che serve ad identificare meglio il momento storico della testata, il compito dell'autore che l'ha presa in carico, e persino un minimo di contesto di continuity in quello che è un universo, come saprete, particolarmente fitto di connessioni e rimandi.

Anche perché, va detto, per quanto le prime storie si concentrino su Mar-Vell, ovvero l'originale Capitan Marvel, a lungo considerato uno dei più potenti alleati dei Vendicatori, è evidente che il volume sia più che altro concentrato su Carol Danvers, sulla sua carriera, sui suoi patimenti a causa dello scontro con la mutante Rogue (la cui superforza e la capacità dei volare degli anni '90 derivavano proprio dall'aver assorbito i poteri della Danvers), la sua parentesi nella maxi saga “House of M”, e ovviamente il suo rilancio più recente e moderno, con una certa attenzione per la ricostruzione di un personaggio sì femminile ma autonomo, indipendente e soprattutto femminista. E non a caso una delle più recenti e celebri pose in cui l'eroina è stata ritratta, è quella della celebre “Rosie the riveter” ad opera di J. Howard Miller nel 1942, e poi recuperato come manifesto del movimento femminista.

In buona sostanza “Io sono Capitan Marvel” è sì un acquisto consigliato, ma è evidente che la sua proposta editoriale sia stata pensata squisitamente per dare sostanza alla curiosità dei nuovi lettori freschi di visione del film, la cui proposta di storie (ricca certo, ma un po' manchevole) non riesce a rispondere a proprio tutte le domande che potrebbero porsi i lettori, a prescindere che siano vecchi o nuovi. In ogni caso, è ovvio che questo sia solo un tassello di un progetto editoriale più ampio, che può già contare su molte uscite verso cui orientarsi, magari proprio in seguito alla lettura del volume. Su due piedi diremmo che gli irriducibili del mondo Marvel, magari a digiuno della cronologia più vecchia del personaggio, potranno meglio orientarsi verso l'acquisto di un'altra proposta editoriale, ovvero il massiccio e bellissimo primo volume di “Capitan Marvel Omnibus” che punta a raccogliere tutti i materiali sul personaggio dalle origini in poi. Ai nuovi arrivati, invece, partendo da “Io sono Capitan Marvel”, Panini Comics offre due interessanti alternative ovvero: il volume “Capitan Marvel – Ms Marvel smascherata” che raccoglie il rilancio ad opera di Kelly Sue DeConnick, e il più recente ciclo “La vita di Capitan Marvel”, una delle ultime serie sul personaggio ad opera della scrittrice Margareth Stohl, e anch'esso in parte di ispirazione per il film.