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a cura di Tom's Hardware

Superman è diviso nei classici in tre atti, caratterizzati ciascuno da uno stile visivo e tematico differente, che sospendono l'incredulità da subito, già in apertura di pellicola. Il primo segmento è ambientato su Krypton ed è pura fantascienza. Il secondo è a Smallville e ricorda i film anni '50, permeato com'è dalle atmosfere dei quadri di Norman Rockwell.

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Il terzo, a Metropolis, è il più lungo e vuole presentare una storia di supereroi nel modo più realistico possibile: qui si impiega la drammaturgia tradizionale, basata sul ritmo e sull'ironia. In ognuno dei tre atti, lo stato mitico di Superman è rafforzato da eventi che richiamano da vicino il Viaggio dell'Eroe, o Monomito, descritto dallo studioso americano Joseph Campbell: si distinguono tre evidenti cicli di chiamata e cerca. I tre viaggi eroici di Superman sono da Krypton alla Terra, poi da Smallville alla Fortezza della Solitudine, infine da Metropolis al mondo.

Il defunto pianeta Krypton, ricreato al Polo Nord nella straordinaria immagine della Fortezza della Solitudine ghiacciata dello scenografo John Barry (Star Wars), offre analogie cristologiche e simbolismi cristiani. Il rapporto padre-figlio tra Jor-El e Kal-El è presentato dallo sceneggiatore Mankiewicz come una metafora di quello tra Dio e Gesù.

Un canuto e biblico Jor-El esilia il furioso Zod da Krypton come Dio espelle Satana dal Paradiso. L'astronave che porta Kal sulla Terra ha la forma della stella cometa. L'eroe giunge ai devoti Jonathan e Martha Kent, che non possono avere figli ma pregano Dio per averne. Per il poco che si sa della giovinezza del Cristo, egli vaga nelle terre selvagge per conoscere il proprio destino, come fa Clark prima sulle distese artiche, poi nelle vastità siderali. L'autoritario e benevolo volto, cristallizzato nello spaziotempo, del padre alieno, quindi afferma, in maniera del tutto similare al Dio padre di Gesù o creatore di Adamo:

JOR-EL: 'Vivi come uno di loro... Possono essere un grande popolo, Kal-El, desiderano esserlo, manca loro soltanto la luce che mostri loro la strada. Per questo motivo soprattutto, per la loro capacità di bene, io ho inviato te. Mio unico figlio.'

L'emozionante sequenza dell'eredità del padre al figlio è, di per sé, un momento irripetibile di cinema. Curiosamente lo stesso nome dell'attore protagonista sembra un segno del destino: Christ(opher). L'immaginario religioso non può non connettersi all'origine ebraica dei creatori dell'Uomo d'Acciaio a fumetti, gli entusiasti Jerry Siegel e Joe Shuster. "Sono deliziato di vederlo sullo schermo. Mi sono venuti i brividi. Christopher Reeve gli ha donato il giusto tocco di umorismo, lui è veramente Superman!", proclamò Shuster.

Il successo fu in effetti clamoroso e gli incassi enormi. A fronte di un esoso budget di cinquantacinque milioni di dollari, che lo rende il film più costoso mai realizzato fino al 1978, nel '79 arriva a incassare oltre trecento milioni nel mondo! Spartiacque della storia dei supereroi americani, tra fumetti e grande schermo, per decenni il primo motion picture classico di Donner rimane l'unica pellicola veramente bella mai realizzata sull'argomento. I film supereroici moderni, dagli X-Men del 2000 in avanti, gli devono tutto.

Filippo Rossi

24862550 10214013008901126 2526607121185970955 nDetto "Jedifil", è nato il 14 febbraio 1971 a Rovigo e vive a Trieste. È uno dei massimi esperti di Star Wars. Ideatore e Presidente di Yavin 4 (il fan club italiano di Star Wars, del Fantastico e della Fantascienza), dirige e realizza Living Force Magazine, vincitore dei Premi Italia 2013 e 2016 come Miglior fanzine italiana di Science Fiction. Ha supervisionato per Mondadori la riedizione 2015 dei tre romanzi tratti dalla Trilogia Classica di Star Wars. Fa parte del gruppo tolkieniano Éndore. Potete seguirlo sul suo sito personale.

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