Lucca Changes: Tales of an Imaginary Deadman

Durante il panel di lucca changes dedicato, scopriamo assieme all'auotre Armin Barducci l'opera multimediale Tales of an Imaginary Deadman.

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a cura di Martina Mazzei

Nel panel di Lucca Changes Tales of an Imaginary Deadman: multidimensionale, multimediale e in continua espansione abbiamo potuto assistere alla presentazione dell’ultimo titolo, nonché centesimo, prodotto da Eris Edizioni.

Introdotto da Juan Scassa
, traduttore di manga e critico di fumetti per lefauci.it, l’incontro con l’autore Armin Barducci si è concentrato sulla multimedialità della sua nuova opera: Tales of an Imaginary Deadman. Il pre ordine di questo volume, composto da una box contenente due spillati, diversi gadget e poster, ha stupito i fan e reso giustizia all’importanza dell’opera.Armin Barducci, durane l’intervista, ha affermato di aver creato questa opera multimediale con un lavoro costante, in continua evoluzione, ma riconosce la genesi di Tales of an Imaginary Deadman, o perlomeno dello stile da lui usato, in un avvenimento.L’autore, grande appassionato di giochi di parole, avrebbe infatti deciso come impostare la propria opera dopo aver lavorato ad una graphic novel scritta da Giorgio Salati. Da questa esperienza Armin Barducci ha deciso di tornare a scrivere qualcosa di proprio e, stufo del concetto della graphic novel come opera lunga e introspettiva, ha quindi pensato di creare una storia “a ruota libera” che è sfociata in un racconto che si sviluppa “saltando” verso la continuazione meno probabile che potesse venirgli in mente.

Dopo aver creato una trentina di pagine di prova, Armin Barducci ha dunque deciso di proporre il fumetto ad Eris Edizioni, che ha deciso di sposare il progetto. Il fumettista ha confessato alle webcam di Lucca Changes di non essersi saputo limitare, probabilmente per l’entusiasmo verso questo progetto, e che, da un volume snello come avrebbe dovuto essere Rest In Space, è finito per creare un corposo albo da 102 tavole. L’idea di base era quella di creare un prodotto quanto più possibile simile ad un videogioco, ispirato dal video game Borderlands 3, con un libro che facesse da fulcro della storia e degli spin-off che sarebbero stati recapitati all’acquirente in un secondo momento, come se fossero proprio delle espansioni di gioco. Confrontatosi con l’editore, tuttavia, il fumetto è tornato nella sua dimensione originale, diventando quindi il cofanetto che i fan hanno avuto occasione di preordinare. Un ritorno alle origini elegante che non esclude che il progetto originale non verrà ripreso in un secondo momento, soprattutto considerando che il fumetto lascia ad intendere un seguito della storia.

Tales of an Imaginary Deadman si configura come un fumetto complesso, pieno di riferimenti, a volte anche estremamente personali, ed easter egg, che trascina il lettore in un immaginario popolato da molteplici storie con altrettanti ritmi e molteplici stili narrativi e grafici. Tra gli elementi grammaticali del fumetto, in qualità di medium, ricorrono le onomatopee che, in Tales of an Imaginary Deadman, prendono spunto da svariate fonti, come il linguaggio di strada, le onomatopee utilizzate dall’autore Kira Toriyama o dalla scuola di fumetto “bonelliana”. Da un punto di vista tecnico, in Tales of an Imaginary Deadman anche le onomatopee rientrano nel concetto di multimedialità dell’opera, sono state infatti create dall’autore con un pennello calligrafico a punta piatta e successivamente scannerizzate e inserite digitalmente nelle vignette.

Tra uno sketch ed un aneddoto scopriamo che su Intagram, inoltre, è possibile seguire il profilo di uno dei personaggi: Dren Kluh. Raggiungibile tramite un QR code stampato nel volume Teghe, questo profilo social, appartenente ad uno dei primi personaggi che il lettore incontra durante la storia, simula un anno di vita del personaggio, con riferimenti anche ad avvenimenti reali, come Lucca Comics and Games 2019. Soprattutto i primi post sono stati creati grazie alla consulenza di tre adolescenti, che hanno così permesso a Armin Barducci di dare credibilità al profilo, imparando il modo di esprimersi dei giovani d’oggi. Nelle vignette pubblicate sul Social Network, inoltre, ci sono anche degli elementi nascosti che potrebbero influire sulla storia del libro.

Armin Barducci ha anche raccontato che lo spillato Etakan Api. The evergreen hunter, incluso nel cofanetto, doveva inizialmente essere inclusa nel volume Teghe ma che, lo sviluppo della trama ha richiesto uno spin off incentrato su Etakan Api, che ha come particolarità la missione di vita di cacciare e distruggere le cose già viste. Ogni qualvolta che uno stereotipo appare nel mondo terreno, appare lui e gli da il giusto riposo. Stando a quanto raccontato dall’autore alcune delle sue imprese più eroiche, in storie precedenti, sarebbero state combattere l’esistenza delle magliette di Che Guevara o le frasi delle madri apprensive che intimano ai figli di indossare il maglione. Il panel si è concluso con una grande rivelazione. Armin Barducci ha spiegato, infatti, il significato della dedica che apre il volume Teghe. L’autore ha, infatti, dedicato la propria opera a suo zio Carlo, venuto a mancare l’anno in cui ha iniziato a lavorare al progetto.

Potete acquistare la versione rilegata in pelle di Tales of an Imaginary Deadman a questo link