The Interview fa il botto online: 15 milioni in 4 giorni

The Interview, il film che ha scandalizzato il regime di Pyongyang e ha spinto gli hacker a violare Sony Pictures, fa il pieno di incassi: in 4 giorni online guadagnati 15 milioni di dollari, più 2,8 milioni nelle sale cinematografiche.

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a cura di Elena Re Garbagnati

The Interview sta facendo il pieno di incassi online. Il film di Sony Pictures Enterntainment contro il regime della Corea del Nord aveva guadagnato gli onori della cronaca per avere causato un grave attacco di hacking che aveva compromesso i computer dell'azienda e trafugato informazioni di grande valore. Nel mirino erano finiti gli hacker nordcoreani (anche se Pyongyang ha negato ogni coinvolgimento), forse sotto il controllo del governo locale che non aveva gradito l'affronto al leader Kim Jong-Un.

La casa cinematografica si era dapprima piegata alla volontà dei criminali informatici ritirando il film, salvo poi cambiare idea e pubblicarlo online su Google play, YouTube Play Movies, Microsoft Xbox Video, iTunes Movies, oltre che sul sito www.seetheinterview.com e in 300 sale cinematografiche negli Stati Uniti.

The Interview

The Interview

Il risultato è stato che in quattro giorni The Interview ha incassato 15 milioni di dollari online, più 2,8 milioni di dollari nelle sale. Il dato è stato diffuso dalla stessa Sony domenica, che ha incoronato The Interview come il "#1 film on-line di tutti i tempi".

Merito degli hacker probabilmente più che della pellicola di per sé, che racconta la storia di due giornalisti arruolati dalla CIA per assassinare il dittatore nord coreano. Grazie all'attacco infatti da una parte si è impennata la curiosità verso i contenuti osteggiati con tanta forza, dall'altra chi crede nella libertà di parola ha scelto questo film come risposta pacifica ma esplicita a un regime che desta sempre più preoccupazioni.

Insomma l'attacco informatico ha fatto da cassa di risonanza, sponsorizzando il film con una pubblicità che altrimenti non avrebbe avuto e alzando i guadagni a livelli che forse non sarebbero stati auspicabili. Più che un successo però è una magra consolazione visto che l'attacco, ha creato un bel po' di guai e ha ricordato per l'ennesima volta che che la sicurezza non può essere un optional, e che i sistemi di Sony sono vulnerabili nonostante la batosta di tre anni fa. E quanto avvenuto a Natale ne è la riconferma.