The Wicked + The Divine Vol. 7 – Volontà Creatrice, recensione

Settimo volume di The Wicked + The Divine, in cui si esplora finalmente il ruolo di Ananke nella costituzione dei Pantheon.

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a cura di Mabelle Sasso

A distanza di nove mesi dall’uscita del precedente volume, torniamo a leggere del Pantheon e della sua disperata lotta per la sopravvivenza. Il cerchio si stringe attorno ai protagonisti: con la conclusione del settimo volume ogni personaggio ha scoperto le sue carte in attesa dell’incombente finale, che si svilupperà nei prossimi due volumi. Come avevamo previsto nella scorsa recensione, in The Wicked + The Divine Vol. 7 :Volontà Creatrice la luce dei riflettori è tutta per Ananke, la misteriosa entità che fino a poco fa ricopriva il ruolo di eminenza grigia. In questo volume, Gillen svela non solo il rapporto che lega la Signora della Necessità a Minerva, ma articola anche l’antefatto sul quale poggia l’intera esistenza del Pantheon.

Se non conoscete The Wicked + The Divine potete mettervi in pari leggendo la nostra introduzione a questa serie e le nostre recensioni dei volumi usciti finora per Bao Publishing. Come nelle precedenti recensioni anche qui parleremo approfonditamente degli eventi narrati, quindi troverete diversi spoiler.

Dove eravamo rimasti

Il sesto volume ci ha regalato diversi colpi di scena tra i quali la vera identità di Woden e la morte di Dioniso, Sekmhet e Amaterasu. Questi continui sconvolgimenti sono infine culminati in un’incredibile rivelazione finale: tre dei che credevamo morti sono ancora vivi.A lasciarci sbigottiti però non è solo l’improvvisa ricomparsa delle teste di Inanna, Lucifero e Tara, ma ancor più sconvolgente è il fatto che Minerva sia in realtà Ananke e che, per riuscire a portare a termine il proprio piano, l’antica dea abbia bisogno di quattro teste divine.

Ancora una volta torniamo

Nel settimo volume di The Wicked + The Divine ritroviamo nuovamente la stessa qualità dei materiali, con la consueta attenzione particolare di Bao per la scelta della carta e della stampa precisa e pulita, che caratterizza tutta la collana fino a ora pubblicata.Graficamente, Volontà Creatrice è un'opera che, ancora una volta, non lascia indifferenti. Il settimo volume racchiude le uscite americane dalla 34 alla 39 e per questo settimo capitolo l'identità grafica scelta da Gillen, McKelvie, Cowels e Wilson diventa più minimal ed essenziale.

Se negli altri volumi abbiamo assistito, di volta in volta, a sperimentazioni e contaminazioni, come ad esempio il quinto volume con la sua impostazione da rotocalco, in Volontà Creatrice abbiamo sempre un utilizzo ben definito della griglia che vuole sottolineare la sistematica ricerca di un ordine cosmico prestabilito. Questo elemento detta un preciso assetto nel corso della narrazione ma viene sovvertito in due occasioni, nelle quali è il caos scatenato dalle azioni divine di diverse divinità a sconquassare il rigido schema imposto da Ananke.

Inoltre, per la prima volta in The Wicked + The Divine la storia abbandona il contemporaneo per mostrarci ciò che fu in principio e come la storia, per oltre 4.000 anni, si sia ripetuta nel bene e nel male. Questo viaggio nel tempo ci viene proposto con un espediente talmente semplice quanto potente: undici tavole simmetriche in griglia sei, che mostrano la medesime azione in epoche diverse, quasi una processione di atti divini, che ricorda i bassorilievi dell'antichità.

Una partita iniziata all’alba dei tempi

Fino a questo momento la trama che ci è stata raccontata ha volutamente taciuto ogni elemento legato al proprio antefatto. Nel corso di questa storia abbiamo imparato che  ogni 90 anni avviene un evento chiamato Ricorrenza, che le divinità che si incarnano sono sempre 12 e sempre diverse, che queste si consumeranno nel giro di due anni, durante i quali dovranno illuminare l’esistenza dell’umanità e che il conteggio da 1 a 4, costantemente ripetuto come un mantra, cela un mistero che racchiude la quintessenza del ciclo divino. Abbiamo anche appreso da Ananke dell’esistenza di una Grande Tenebra, una forza primordiale in grado di sconvolgere gli equilibri del creato e annichilire l’esistenza come la conosciamo.

Tutte queste nozioni sono state dettagliate nel corso dei vari volumi, come informazioni necessarie a donare un contesto, tuttavia tutti questi elementi, fino a ora, sono sempre stati assorbiti passivamente e accettati in modo quasi dogmatico. I come e i perché di questa vicenda sono l’apertura di The Wicked + The Divine vol. 7 :Volontà Creatrice, che mostra come all’inizio dei tempi due entità sorelle, l’una contro l’altra, abbiano iniziato un gioco perenne nel tentativo di contrastare l’una le azioni dell’altra. In quello che viene definito come “La danza del desiderio e della necessità” queste due sorelle delineano le regole delle Ricorrenze. Per definire questo paradigma le due hanno a disposizione 4 mosse. Una volta concluso questo “gioco delle storie” la parola diviene legge e ha inizio un ciclo perpetuo che vede colei che è divenuta Necessità, ad ogni sua incarnazione, confrontarsi con la rinata Persefone.

Mentre il mistero si dipana, ci vengono anche mostrati due momenti cardine della vita di Ananke: il trionfo della Grande Tenebra e l’incontro tra Ananke e Robert Graves. Questi due eventi sono stati entrambi introdotti in Fandemonio (il secondo volume) e rappresentano momenti di coesione narrativa, dove Gillen riesce a dare peso anche a elementi apparentemente irrilevanti. Dal punto di vista dell’arco narrativo del personaggio, questi due punti chiave ci sono necessari per comprendere le azioni e le motivazioni di Ananke.

Bugie e ancora bugie

Che gli dèi del Pantheon avessero uno (o più) scheletri nell’armadio era cosa risaputa. Del resto diventare un’entità in grado di manipolare forze ed energie mistiche potrebbe trasformare e distorcere anche la persona più mite e morigerata, amplificandone i vizi e le manie. Non sorprende quindi che i vari dèi abbiano dimostrato fino ad ora di aver condotto esistenze dissolute, ma anche di essersi macchiati di nefandezze inconfessabili.

L’ultimo dio a capitolare dinanzi ai suoi crimini è Baal, il quale viene costretto a dover confrontarsi con il lato più oscuro e potente della sua entità divina, nel momento in cui il suo inganno viene scoperto. Al cospetto della sua più grande menzogna, colui che si era erto come simbolo di virtù e rettitudine, può soltanto strisciare nell’autocommiserazione più tetra.

A questo punto della vicenda è chiaro che le azioni di Persefone hanno un peso e un’importanza fondamentale nell’esito del gioco primordiale innescato dalle due sorelle. Laura Wilson, pur non sapendolo, regge il destino del mondo nelle sue mani. Il titolo di Distruttore finalmente assume un senso, poiché il protrarsi perenne del ciclo delle divinità e la conseguente sopravvivenza di Ananke, dipenderà dalla capacità di quest’ultima di opporsi all'entropia incarnata da Persefone.

Persefone/Laura agisce in maniera caotica e inconsapevole del suo ruolo chiave all’interno degli equilibri mistici e in una sorta di simmetria distorta avviene qualcosa in diretta opposizione con i primi due volumi: Laura desidera con ogni fibra della sua essenza rifiutare il destino divino a cui è stata condannata.A questo punto della vicenda Persefone si ritrova nella condizione di aver chiuso un cerchio, rivivendo al contrario il momento della propria epifania divina, dove l’unica certezza rimasta alla ragazza è la consapevolezza di non avere la più pallida idea di cosa lei sia in realtà.

In conclusione

The Wicked + The Divine vol. 7 :Volontà Creatrice è un volume che spazia su 4.000 anni di storia con risposte e verità taciute fino ad ora. In questo settimo volume il focus della narrazione è Ananke che, posta innanzi ad una situazione di necessità, deve improvvisare con le risorse a sua disposizione. Un volume esplicatore, paragonabile alla quiete prima della tempesta finale che si scatenerà nei prossimi due volumi.