Biostampa 3D di tessuti e organi umani

L'uso della stampa 3D in medicina ha recentemente fatto segnare una svolta importante. Un gruppo di ricerca è infatti riuscito a creare tessuti sufficientemente stabili da affrontare un trapianto. Gli esperimenti sulle cavie sono stati un successo, e ora si guarda all'applicazione sugli esseri umani.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La stampa 3D si usa anche in ambito medico da diverso tempo, e in un futuro non troppo lontano potrebbe risolvere definitivamente il problema della mancanza di organi per i trapianti. Sono molti infatti a lavorare sulla stampa 3D di organi umani, e di recente qualcuno è riuscito a stampare una struttura di cellule che potrebbe sostituire tessuto umano.

L'articolo comparso su Nature parla di "biostampa 3D" e descrive un macchinario non troppo diverso, concettualmente, dalle stampanti 3D che conosciamo. Solo che invece di plastica o metallo questa usa cellule viventi di diverso tipo.

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Le sperimentazioni hanno portato alla creazione di un orecchio, di ossa e tessuto muscolare umani, ma anche di conigli, ratti e topi. Le cellule sono sopravvissute al processo di stampa e la struttura risultante era abbastanza stabile da affrontare un trapianto nei roditori.

Se la tecnologia dovesse rivelarsi adatta anche all'essere umano, avremmo a disposizione una risorsa incredibile. Oggi, come molti sanno, molti pazienti che hanno bisogno di un trapianto devono attendere mesi che si trovi un organo disponibile, e a volte muoiono nell'attesa. A lungo termine la stampa 3D potrebbe risolvere questo problema, ma già si ipotizzano applicazioni più semplici in tempi brevi.

La stampante depone strati di cellule unite a gel e materiali biodegradabili che "tengono insieme" la struttura fino al momento del trapianto. Successivamente le cellule si modificano in modo tale da rendere la struttura autosufficiente, mentre i materiali di supporto si degradano.

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Nei topi è stata trapiantata una quantità minima di tessuto; successivamente, le cellule sono cresciute andando a formare un orecchio completo. Nel tessuto muscolare si sono formati nervi, e il trapianto osseo ha generato lo sviluppo di vene e arterie.

Adam Feinberg, ingegnere biomedico della Carnegie Mellon University, ritiene che ci siano buone prospettive di applicare questa tecnica anche agli esseri umani; in particolare per la cartilagine, che secondo lui ha "le maggiori probabilità di successo", perché non ha bisogno di un complesso sistema circolatorio. Il ricercatore inoltre è convinto che questa disciplina vivrà un notevole progresso nell'immediato futuro.