Biren costretta a licenziare dipendenti a causa delle leggi USA

Le nuove leggi statunitensi stanno portando Biren Technology a dover licenziare gran parte del suo personale.

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a cura di Antonello Buzzi

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Circa un paio di settimane fa, vi abbiamo informato sulla problematica situazione che sta affrontando Biren Technology, la quale è stata costretta, a causa delle nuove norme statunitensi, a sospendere la produzione della sua GPU BR100, la più potente mai realizzata in Cina.

Il chip, che poteva contare su ben 77 miliardi di transistor, avrebbe dovuto essere costruito su un nodo di processo a 7nm, sfruttando il design 2.5D CoWoS di TSMC e presentando 300MB di cache on-chip e 64GB di HBM2e con una larghezza di banda di memoria di 2,3TB/s, nonché il supporto a PCIe 5.0 (CXL). Per quanto riguarda le prestazioni, si parlava di un massimo di 2.048TOPS (INT 8), 1.024TFLOP (BF16), 512TFLOP (TF32+) e 256TFLOP (FP32); numeri di tutto rispetto, superiori anche all’Ampere A100 di NVIDIA, ma ancora lontani da Hopper H100.

Purtroppo, oltre a BR100, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) è stata costretta, sempre a causa delle limitazioni imposte dagli Stati Uniti al settore dei super computer cinesi, a interrompere le spedizioni di computer GPU, portando Biren a valutare il licenziamento di un terzo del suo personale. Se ciò accadrà, è possibile che l’azienda in futuro si trovi in difficoltà relativamente alla sua capacità di sviluppare chip e software, indebolendo la sua posizione rispetto ai giganti americani NVIDIA e AMD.

Ricordiamo che le sanzioni statunitensi sono piuttosto severe, ma piuttosto vaghe. Ad esempio, i chip per l'IA e l'HPC spediti in Cina non possono consentire l'utilizzo di macchine con prestazioni superiori a 100 FP64 PetaFLOPS o a 200 FP32 PetaFLOPS entro 1.178m³. Inoltre, il supercomputer non può avere un throughput superiore a 600 GB/s.

Non sappiamo se le schede BR104 o i moduli OAM BR100 di Biren possano essere utilizzati per la creazione di supercomputer con prestazioni superiori ai limiti imposti dagli Stati Uniti, ma, probabilmente, TSMC vuole non correre rischi ed evitare di spedire i chip di Biren in Cina. Purtroppo per Biren, quello cinese rimane il suo mercato di riferimento, quindi la società si troverebbe in guai piuttosto seri in futuro nel caso non riesca a riorientare la sua produzione verso altri paesi.