Chip ARM, dagli smartphone ai supercomputer

Con le Scalable Vector Extensions per l'architettura v8-A il progettista ARM strizza l'occhio al mondo dei supercomputer. I suoi chip all'interno di un sistema potentissimo in arrivo nel 2020.

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a cura di Manolo De Agostini

Le architetture di ARM spopolano nel mondo mobile e nei dispositivi a basso consumo, ma negli anni il progettista inglese (di recente acquisito dalla giapponese SoftBank) ha lavorato per entrare in altri settori quali server, datacenter e supercomputer.

Finora i tentativi di farsi largo nel mondo HPC non sono andati a buon fine, ma con le nuove Scalable Vector Extensions (SVE) per l'architettura ARM v8-A la realtà con sede a Cambridge conta di avere le carte in regola per trovare un suo spazio.

arm sve

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Le SVE sono un'aggiunta all'architettura di base volta a garantire maggiori prestazioni vettoriali. Secondo ARM le aziende licenziatarie possono creare soluzioni con vettori che scalano da 128 a 2048 bit, senza necessità di ricompilare o riscrivere il codice.

Tra le prime ad appoggiare la nuova proposta di ARM c'è Fujitsu, che ha intenzione di includere core ARM v8-A con SVE nel supercomputer che sostituirà "K", installato al RIKEN Advanced Institute for Computational Science di Kobe.

post k supercomputer

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Post-K, questo il nome provvisorio del supercomputer, dovrebbe essere pronto nel 2020 e sarà 50 volte più veloce e 15 volte più efficiente del predecessore, oggi il quinto sistema più veloce al mondo con una potenza di picco di 10,5 petaflops grazie ai processori SPARC64 VIIIfx di Fujitsu. Quest'ultima ha annunciato a giugno che avrebbe abbandonato l'architettura SPARC per concentrarsi sulle soluzioni ARM.