Google Bard non ancora in Europa, tutta colpa della privacy

Google Bard arriverà in Europa come promesso, solo non così presto a causa di problemi legati alla privacy.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

In occasione della conferenza Google I/O di maggio, Google ha anunciato la disponibilità di Bard, l'intelligenza artificiale generativa sviluppata come risposta a ChatGPT, in più di 180 stati con la previsione di migliorare disponibilità nel breve periodo.

Al momento, tuttavia, l'utilizzo di Bard non è ufficialmente possibile nel Vecchio Continente, a meno che non si utilizzi una VPN (qui la nostra guida). Secondo quanto emerso, Google è in attesa di ricevere l'approvazione per offrire ufficialmente Bard nell'Unione europea. Si ritengono infatti insufficienti le informazioni fornite da Google riguardo alla protezione della privacy degli utenti.

Nonostante le richieste avanzate, l'autorità di regolamentazione non ha ricevuto un briefing dettagliato o uno studio sull'impatto della protezione dei dati o documenti giustificativi in merito. Pertanto, Bard dovrà attendere l'approvazione e fino ad allora non sarà possibile utilizzarlo all'interno dell'Europa.

Non è la prima volta, tuttavia, che si fronteggia un problema di questo tipo. In Italia, all'inizio di aprile di quest'anno, il Garante aveva bloccato ChatGPT a causa della raccolta illecita di dati personali e dell'assenza di sistemi per la verifica dell'età dei minori. Situazione che però è stata risolta in qualche settimane, complice una modifica delle Policy di OpenAI, la società dietro a ChatGPT.

Google ha promesso di rendere Bard "più globale, più visivo, più integrato". Recentemente, Google ha migrato Bard su PaLM 2, un ampio modello linguistico che promette prestazioni notevolmente superiori. Questo ha consentito di apportare numerosi miglioramenti, inclusa una maggiore capacità matematica, di ragionamento e di coding; sarà possibile, quindi, ottenere risposte formulate non esclusivamente sottoforma di riga di testo.

Qui di seguito vi riportiamo una dichiarazione rilasciata da un portavoce di Google: “A maggio abbiamo annunciato di voler rendere Bard disponibile in un maggior numero di aree del mondo, compresa l’Unione Europea, e di volerlo fare in modo responsabile, confrontandoci con esperti, autorità di regolamentazione e policy maker. Nell’ambito di questo percorso, ne stiamo discutendo con gli enti regolatori della privacy, per ascoltare le loro osservazioni e rispondere alle loro domande.”

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