Google consente di rimuovere i numeri di telefono dalle ricerche

Google fa un passo avanti per proteggere la privacy dei propri utenti da eventuali casi di molestie e doxxing online.

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a cura di Marco Doria

È possibile da tempo richiedere a Google la rimozione di alcuni dati sensibili dai risultati delle ricerche, sebbene, fino a poco tempo fa, ci fossero alcune limitazioni. Tuttavia, adesso, l'azienda ha ampliato la propria policy e, pertanto, è possibile richiedere la rimozione di ulteriori elementi come numeri di telefono, indirizzi fisici e indirizzi e-mail. Ma l'aspetto più interessante è che adesso Google permette anche di rimuovere le credenziali, qualora fossero visibili in qualche query.

In precedenza, venivano valutati solo alcuni casi particolari, ad esempio possibili casi di doxxing, quella pratica nefasta per cui vengono divulgati pubblicamente online le informazioni personali e i dati sensibili di persone (di solito "famose", ma non sempre) al fine di danneggiarle. Uno dei casi più famosi è quello che ha visto suo malgrado protagonista Zoë Quinn, nell'ambito della vicenda Gamergate, in cui il doxxing è stato usato per intimidire la programmatrice e altre persone che avessero "osato" prendere una posizione in suo favore. Anche l'attrice Felicia Day è stata oggetto di doxxing, proprio perché ha dato sostegno pubblicamente a Zoë Quinn: il suo indirizzo di casa è stato pubblicato online, e qualcuno ne ha approfittato per fare dello stalking nei suoi confronti. Spesso, il doxxing è associato a un'altra pratica tristemente nota come swatting: in questo caso, è un fenomeno che riguarda quasi esclusivamente gli USA e implica l'intervento da parte delle forze speciali di polizia, gli SWAT, appunto, in seguito a false segnalazioni di crimini violenti (ad esempio, la presenza di persone armate e di ostaggi). In alcuni casi, ciò ha portato alla morte delle vittime dato che gli agenti hanno aperto il fuoco in alcune occasioni, convinti di trovarsi di fronte a una minaccia reale.

Google, dunque, ha deciso di ampliare i propri sforzi per contrastare il doxxing, tuttavia continuerà a effettuare una valutazione di legittimità delle richieste, e pare che non darà esito positivo alla rimozione di dati riconducibili, ad esempio, a politici o in altre situazioni di interesse pubblico. Dall'anno scorso, poi, l'azienda si impegna anche a ridurre la diffusione di informazioni e dati sensibili in relazione a soggetti minorenni, infatti gli utenti Google di età inferiore ai 18 anni possono richiedere (anche tramite i propri rappresentanti legali o tutori) di rimuovere le proprie foto dai risultati delle ricerche.

Si tratta senz'altro di uno sviluppo positivo e, sebbene ciò non possa comunque garantire al 100% la protezione della privacy degli utenti, è un ottimo passo nella lotta a chi pratica stalking, doxxing e altre forme di molestie online.