Google Now è il miglior assistente vocale sulla piazza, almeno per quanto riguarda le domande più complesse. Al secondo posto si piazza Siri di Apple e al terzo Cortana di Microsoft. C'è poco da festeggiare però, perché il miglior risultato ottenuto indica risposte corrette solo nel 33,3% dei casi (Google Now).
La classifica emerge da un test chiamato PAAIST, acronimo che sta per Personal Assistant Artificial Intelligence Strength Test. Il suo scopo, come fa intuire il nome, è misurare le capacità delle intelligenze artificiali sviluppate come assistenti personali.
Si tratta di un test nel quale i concorrenti cercano di rispondere a 60 domande generate dal sistema. A ogni esecuzione il test di domande cambia, e include quesiti complessi di ogni genere: si va da "che tempo farà domenica?" a "che tipo di serie è I Soprano?", da "trova il limite di 5X/1+X^3) per X che tende a infinito" a "dimmi un argomento in favore e uno contrario all'affermazione è moralmente accettabile uccidere un innocente per salvare la vita di altri innocenti".
È bene evidenziare che PAAIST non è un benchmark riconosciuto. A prima vista si presenta bene ma i risultati non vanno presi come oro colato: se e quando sarà validato dalla comunità scientifica, allora sarà uno strumento su cui fare affidamento, ma per ora possiamo considerarlo solo come un'indicazione di massima.
Nokia Lumia 735 | ||
HTC One M8 | ||
Apple iPhone 5s |
Le possibili domande sono tante, mentre i possibili punteggi solo tre: 0% se la risposta è del tutto sbagliata oppure se l'AI non la capisce; 75% se la risposta è un frammento di una risposta corretta più lunga, abbinato a informazioni non rilevanti senza che quelle importanti siano evidenziate. Il 100% viene assegnato se la risposta è corretta, relativamente lunga e con le parti più rilevanti in evidenza.
Ebbene, secondo questi parametri Google Now arriva al 33,3%, Siri al 25,8% e Cortana di Microsoft all'11,7%. Risultati piuttosto bassi a prima vista, ma la si può vedere anche al contrario: considerato che parliamo di tecnologie molto giovani e molto complesse, potremmo affermare che Google Now riesce a dare la risposta giusta ben una volta su tre, e Siri una volta su quattro. Anche il risultato di Microsoft è relativamente buono, considerato che l'azienda di Redmond è stata l'ultima a entrare in partita.
Tutto sommato, forse, non è male. Fare un assistente vocale che funzioni davvero è una faccenda estremamente complicata, che richiede algoritmi altamente specializzati - oltre che molta potenza di calcolo. È una disciplina neonata e in divenire, e a ben vedere i risultati ottenuti finora si possono considerare buoni; certo, tutti vorremmo un sistema come quello dell'Enterprise in Star Trek (Star Trek, guida essenziale per principianti), ma ci vuole pazienza. Ne avete?