IBM Research, in collaborazione con aziende e università europee, lavorerà per migliorare la produzione dei semiconduttori e l'affidabilità dei sistemi di progettazione elettronici. Il consorzio "Diamond" ha l'obiettivo di tagliare i costi di progettazione del 50%, attuando una riduzione dei costi a 17,25 milioni per chip. Tra i membri, oltre a IBM Research, troviamo Ericsson, le estoni Tallinna Tehnikaulikool e Testonica Lab, l'Università svedese di Linkopings, l'Università di Brema, l'Università tecnica di Graz e l'azienda ungherese TransEDA Systems.
Controllo dei wafer di silicio nelle ''camere bianche'' della Olivetti - fonte - cliccare sull'immagine per ingrandirla
"Il gap crescente tra la complessità di nuovi sistemi e la produttività dei metodi di progettazione dei sistemi può essere ridotto solamente sviluppando nuovi e più adeguati strumenti e metodi", ha affermato Jaan Raik, ricercatore senior di Tallina Techikaulikool e coordinatore del consorzio Diamond.
Scovare problemi e correggerli, quest'anno, è costato all'industria qualcosa come 34,5 milioni di dollari a chip. A detta di IBM il 70% percento degli sforzi nella progettazione di chip è dedicata al debugging, ovvero a trovare la sorgente di un problema e correggerlo. Tra i grattacapi più particolari ci sono i "soft error", cioè falle temporanee che appaiono a causa di fattori esterni, come l'effetto di radiazioni cosmiche - un problema crescente con l'incremento delle densità e le dimensioni sempre più ridotte dei chip. Secondo IBM una nuova tecnologia sarebbe in grado di ridurre il tempo di risoluzione di queste falle del 23 percento.