La nuova opportunità: RFID

L'edizione 2006 del WLAN Business Forum ha ospitato interessanti conferenze sui temi della connettività senza fili WiFi e sull'imminente standard WiMax, che dovrebbe mettere la parola fine al problema del divario digitale. I produttori di dispositivi per la connettività wireless hanno preferito giocare d'anticipo e, in attesa delle licenze WiMax, stanno spingendo sullo standard HiperLAN che ha il vantaggio, in Italia, di non necessitare di frequenze riservate.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

La nuova opportunità: RFID

I chip RFID (Radio Frequency IDentification) sembrano destinati a rivoluzionare la filiera industriale, la distribuzione e anche la vendita al dettaglio. Si tratta di minuscoli chip che immagazzinano e comunicano informazioni tramite tecnologie radio. Incorporandoli sui materiali di costruzioni, le componenti da assemblare e sui prodotti finiti sarà possibile controllare ogni fase della filiera produttiva e distributiva.

La gestione del magazzino sarà svolta in tempo reale e diventerà decisamente più efficiente. In ogni momento infatti basterà un'occhiata a un terminale per sapere con precisione tutti i materiali e i prodotti presenti a magazzino.

Un altro scenario futuribile è quello di centri commerciali nei quali tutti i beni in vendita sono "taggati" con i chip RFID. Per fare la spesa i clienti devono semplicemente caricare la merce sul carrello e dirigersi a una speciale cassa. Questa avrà un lettore di rfid che comunicherà la lista della spesa e il totale, che si potrà pagare comodamente con carta di credito. Per la tutela della privacy dei consumatori, che sicuramente non gradiranno essere cosparsi di chip in camicie, sciarpe e maglioni, si sta pensando a un sistema di auto distruzione post acquisto. Dopo l'acquisto e il passaggio in speciali zone - magari simili alle barriere anti taccheggio attuali - i chip si potrebbero disattivare permanentemente. Naturalmente perché questo sistema sia applicabile i chip devono costare pochissimo, oggi con un prezzo di circa 25 cent inciderebbero sul prezzo finale di molti beni a basso costo.

Un problema tutt'altro che secondario sarà l'impatto sull'occupazione, infatti ci sarà bisogno di meno cassieri e magazzinieri. Infine c'è ancora la questione di come integrare i chip a determinati componenti o prodotti. Questa sembra un'operazione facile con un cartone di latte o con la scatola di una TV, ma potrebbero esserci problemi, per esempio, con le parti metalliche di una catena di montaggio automobilistica, dove le stesse sono anche soggette a lavorazioni tutt'altro che delicate.