In Russia avanza energia, ci mineranno Bitcoin?

La Russia potrebbe entrare in partita e competere con la Cina nel mining di criptomonete. Per ora è solo un'ipotesi, che parte dal fatto che nel paese c'è molta energia disponibile a basso costo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

In Russia avanzano 20 Gigawatt, e così il governo sta pensando di farli fruttare minando criptovalute, vale a dire Bitcoin, Ethereum e simili. Lo avrebbe suggerito il Vice Primo Ministro Igor Shuvalov, che all'interno del governo di Dmitry Medvedev è responsabile anche del bilancio della Federazione e delle politiche economiche.

"Abbiamo parlato del futuro di questo settore in Russia", ha commentato Shuvalov in un'intervista, riferendosi alle criptovalute, "considerata la loro rapida evoluzione nel mondo. L'idea esiste, così come esiste il surplus energetico in Russia, ma prima di procedere "è necessario preparare leggi e regolamentazioni adeguate", aggiunge il politico con cautela.

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Per la Russia non sarebbe una semplice operazione finanziaria ma forse anche un'azione politica. Ad oggi infatti il 60% della potenza di calcolo disponibile nel mining è localizzata in Cina.

Igor Shuvalov   World Economic Forum Annual Meeting 2011[1]
Igor Shuvalov

Un primato che forse non può cambiare le sorti del mondo, ma per le altre superpotenze potrebbe essere ragione di una moderata preoccupazione. Al secondo posto ci sono USA e Canada, che insieme fanno il 16%, poi Georgia (6%) ed Europa (5%); i dati sono quelli forniti da Bitfury Group.

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Poco prima che Shuvalov rilasciasse l'intervista un'altra voce si era levata dal territorio Russo. RMC (Russian Miner Coin, una società specializzata) aveva annunciato un piano da 100 milioni di dollari per aumentare la potenza di calcolo e avviare la competizione con le aziende cinesi. Un'operazione abbinata a una ICO per raccogliere i fondi necessari. "La Russia ha il potenziale per raggiungere il 30% del mining globale", ha commentato a riguardo Dmitry Marinichev, uno dei proprietari di RMC nonché consulente personale di Vladimir Putin.

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Proprio nella presentazione di RMC si legge che in Russia ci sono 20 gigawatt di energia in eccesso. In questo paese l'energia costa pochissimo, circa 11 centesimi al kilowatt/hora. La situazione sarebbe dunque favorevole al mining, se e quanto le autorità politiche volessero intraprenderne la strada.

skorobogatova bio[1]
Olga Skorobogatova

Finora il governo russo non si è mostrato particolarmente favorevole a Bitcoin e alle crypto in generale, che effettivamente potrebbero essere di ostacolo alle strette politiche di controllo. Finora però non si era mai parlato di usare le crypto in favore dello Stato, e tale ipotesi comprensibilmente può suggerire interpretazioni diverse.

Tant'è che in parlamento si sta discutendo una legge per regolamentare le ICO; secondo Elina Sidorenko, coordinatrice del gruppo parlamentare che se ne occupa, i lavori sono quasi al termine. La Banca Centrale Russa, inoltre, sta lavorando a una "criptomoneta nazionale", come ha fatto sapere di recente la ex vice presidentessa Olga Skorobogatova.

In copertina: mining farm (Wikimedia)