La Cina si è stufata, limite esportazione terre rare e prezzi al rialzo

Una nuova rappresaglia cinese potrebbe portare ad un incremento dei prezzi di alcuni componenti, almeno in un primo periodo.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La Cina ha ufficialmente avviato l'applicazione delle sue normative sulle esportazioni di gallio e di germanio, una mossa che molti ritengono essere una rappresaglia nei confronti delle restrizioni applicate già dagli Stati Uniti, Giappone e Paesi Bassi al settore cinese dei semiconduttori negli ultimi trimestri.

A partire dal 1° agosto 2023, le aziende cinesi dovranno ottenere una licenza di esportazione per spedire gallio e germanio, così come qualsiasi prodotto contenente questi elementi. Secondo diversi esperti, la Cina controlla il 94% della produzione mondiale di gallio e circa il 60% di germanio. Queste nuove regole potrebbero avere un impatto anche non indifferente sulla produzione di chip. L'annuncio di queste restrizioni, lo scorso luglio, ha provocato un aumento delle quotazioni del gallio del 20% negli Stati Uniti e in Europa.

Si teme che sarà il Giappone lo stato che più subirà queste normative, in quanto circa il 40% del gallio giapponese viene acquistato da rottami mentre il 60% viene importato (prevalentemente dalla Cina). Mitsubishi Chemical Group, produttore di semiconduttori e altri prodotti, ha dichiarato di avere scorte sufficienti in Giappone, evitando così problemi di fornitura immediati. Altre società, come Sumitomo Chemical hanno espresso sentimenti simili e prevedono di monitorare la situazione da lontano e con più calma.

Wei Jianguo, ex vice ministro del commercio in Cina, avverte che queste restrizioni sulle esportazioni di gallio e germanio potrebbero essere solo la punta dell'iceberg; in futuro, la Cina potrebbe sfruttare ulteriormente il suo dominio su alcune materie prime come strumento di pressione economica e diplomatica.

Nonostante il gallio e il germanio non siano particolarmente rari e spesso vengano acquisiti come sottoprodotti di altre attività minerarie, i loro prezzi bassi hanno limitato le estrazioni al di fuori della Cina. Le nuove restrizioni imposte potrebbero causare inizialmente aumenti dei prezzi e possibili interruzioni nella fornitura, tuttavia a lungo termine queste restrizioni potrebbero spingere le aziende di altri paesi a iniziare l'estrazione di questi metalli, sfidando il predominio cinese.