La prossima rivoluzione 3D è un'idea tutta italiana

3DFinisher sarà in commercio nel prossimo autunno e permetterà di trasformare le stampe 3D in ABS in oggetti con una finitura di altissima qualità. Saranno belli, ma anche impermeabili e facili da pulire. È possibile grazie a un processo chimico semplice e sicuro, a un prezzo contenuto.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'italiana 3DNextech, nata nel 2015 in seno alla Scuola Superiore Sant'Anna (Pisa), è quasi pronta con il suo primo prodotto. Si chiama 3DFinisher, arriverà sul mercato in autunno ed è la realizzazione di un'idea brillante. Ne abbiamo parlato con l'amministratore delegato Andrea Arienti, che ci ha raccontato che cos'è 3DFinisher, come funziona e da dove arriva.

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3DFinisher

Si parte da un bisogno concreto: le stampanti 3D a filamento fuso (ABS e PLA generalmente) creano superfici irregolari, bruttine e spesso poco funzionali. 3DFinisher può renderle perfettamente lisce con una spesa davvero molto contenuta.

"Anche con un budget limitato si possono ottenere oggetti spettacolari. Sfido chiunque a dire il contrario".

3DFinisher è una macchina desktop, che si può poggiare su un tavolo. Esternamente ha 45 cm di lato, mentre all'interno ha una camera di 30x30x30. Qui dentro si mettono gli oggetti stampati in 3D che vogliamo rifinire, si chiude e si accende. A questo punto la camera si riempie con uno speciale vapore solvente (la formula è riservata), e si innesca un innovativo processo di finitura chimica. Basta attendere qualche minuto e il gioco è fatto. Estrarremo un oggetto liscio, bello e dalle notevoli qualità meccaniche e funzionali.

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Il contatto tra vapore e materiale (funziona per ora con ABS e acetato di cellulosa) "crea una lucidatura, così che tutte le imperfezioni e asperità, intrinseche nella tecnologia a filamento fuso, vengono appiattite. Si ottiene così un oggetto perfettamente liscio, che sembra vetrificato, di porcellana. […] Inoltre (l'oggetto) diventa impermeabile", adatto a realizzare case per elettronica, e ha elevata resistenza meccanica.

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Intuitivamente si potrebbe pensare a una levigatura (rimozione di materiale) o a una maschera (aggiunta di materiale), ma non si tratta di nessuna delle due cose. Il vapore di 3DFinisher infatti ammorbidisce il materiale andando a appianare le irregolarità.

"Se uno guardasse in sezione la superficie stampata in 3D vedrebbe gobbe e cunette tra un layer e l'altro. Il vapore fa sì che la superficie si ammorbidisca, così che le cunette confluiscano nelle gobbe. Così otteniamo la dimensione nominale indicata nel progetto" andando a compensare le imperfezioni create dall'ugello della stampante 3D. "Non c'è perdita alcuna di materiale" come accade con gli altri approcci, sottolinea Arienti.

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Questo permette di rendere un oggetto più bello senza perdere dettagli. Arienti ci porta come esempio il viso di Yoda, che è molto rugoso. Andranno tolte quindi le rughe della stampa 3D, senza però "ringiovanire" il maestro jedi. Similmente, si può ottenere un'elica che gira con un soffio senza bisogno di modificare le tolleranze del progetto.

3DFinisher sarà proposto in due versioni. Quella base costerà 1.500 euro circa e prevede che l'operatore valuti quando il processo è finito e spenga la macchina a mano – un'esposizione prolungata non fa danni se si tratta solo di qualche minuto. È poi possibile memorizzare il tempo e ripetere l'operazione in modo automatico successivamente. La versione "smart" del 3DFinisher invece ha una videocamera all'interno, e c'è un algoritmo che può decidere autonomamente quando interrompere il bagno di vapore. In questo caso l'operatore deve solo mettere e togliere i pezzi dalla camera. Il processo si può controllare tramite Windows, ma anche con un'app per iOS e Android. 3DFinisher si potrà comprare direttamente dal sito del produttore.

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3DFinisher quindi è un prodotto economico e semplice da usare, ma c'è anche la sicurezza. La camera resta sigillata fino a che c'è vapore all'interno, e non è necessario usare alcun liquido pericoloso. Il solvente di 3DFinisher infatti viene fornito in capsule come quelle a cui siamo abituati per il caffè – il costo tra l'altro è più o meno lo stesso. Se ne usa una per ogni lavorazione, e il residuo si può gettare nella plastica. Nessun contatto con liquidi o gas pericolosi, quindi – il che rende 3DFinisher ancora più invitante.

I vantaggi ottenuti sono molteplici: il primo è più ovvio è che abbiamo una finitura di alto livello con un macchinario economico. Ma non è l'unico: gli oggetti sono più belli, facili da pulire e da disinfettare. Arienti ci ha portato come esempio un tutore per il polso stampato in 3D: senza la finitura diventa inutilizzabile, perché troppo sporto, in poco tempo. Rifinito con 3DFinisher basta una sciacquata. Gli oggetti così ottenuti inoltre si prestano bene alla verniciatura: verniciando una stampa a layer non rifinita si evidenziano le imperfezioni e il risultato è ancora più brutto, mentre con 3DFinisher non ci sono problemi.

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3DFinisher funziona con qualsiasi oggetto in ABS o acetato di cellulosa, non solo con stampe 3D. Questo è interessante per alcuni settori industriali. Per esempio, ci spiega Arienti, le montature degli occhiali spesso sono in acetato. "Vengono create con stampi tradizionali, non stampa 3D, ma richiedono comunque una finitura come quella descritta; a oggi il lavoro viene fatto a mano per i modelli più costosi e ci vogliono fino a 48 ore". Alcuni oggetti, inoltre, hanno geometrie troppo complesse per una finitura manuale, e in questi casi una soluzione come 3DFinisher sarebbe l'unica alternativa.

Il team di 3DFinisher, spiega Arienti, è partito dalla propria esperienza con la robotica marina che impone " prodotti con caratteristiche ben definite, che non riuscivamo a ottenere con le stampanti in commercio, vuoi perché volevamo che la superficie fosse perfettamente liscia per evitare che si attaccassero facilmente alghe o microorganismi marini, vuoi per l'idrodinamicità o per il fatto che non erano impermeabili. Vuoi per il fatto che le caratteristiche meccaniche che volevamo non esistevano".

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3DFinisher ha un grande potenziale e può di certo rinnovare il già alto interesse per la stampa 3D. Perché con un investimento relativamente basso, diciamo intorno ai 3.000 euro, è possibile creare oggetti belli e ben rifiniti. Arienti ci ha raccontato per esempio di un braccialetto che "sembrava fatto di corallo" e che le persone si mettevano volentieri – mentre la stampa originale era decisamente brutta. In molti infatti hanno già mostrato interesse al progetto di 3DNextech, aziende e privati – compreso almeno un artista che comincerà a usare la stampa 3D per i suoi lavori proprio in virtù della buona qualità ottenuta con 3DFinisher.

team 3DNextech (da sinistra Maurizio, Alessandro, Andrea, Damiano, Teresa)
Il team di 3DNextech

Arienti tuttavia ci ricorda un particolare importante. Nella stampa 3D "i materiali non sono tutti uguali. Quando uno ti vende un chilo di ABS, non è detto che sia ABS. Nelle nostre prove abbiamo visto materiali molto economici, prodotti in Cina per esempio, che sono ABS al 70%. Il resto sono scarti plastici".

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"Spesso quando la stampa viene male è per colpa del materiale utilizzato. Da 30 a 17 euro/chilo spesso c'è una differenza abissale. Spesso si dà la colpa alla stampante, ma bisognerebbe provare un materiale migliore".