Memorie DDR2 Vs. DDR3: la prova definitiva

Nonostante il marketing faccia di tutto per spingere le nuove DDR3, le "vecchie" DDR2 continuano ad essere una scelta valida. Abbiamo deciso di fare un nuovo test, per vedere quali vantaggi portino le RAM d’ultima generazione, e se ne valga la pena. Le conclusioni sono a tutto vantaggio del consumatore.

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a cura di Patrick Schmid

Memorie superveloci. Ne vale la pena?

La macchina pubblicitaria messa in atto dai produttori di memorie tende a far sembrare che gli ultimi prodotti di fascia alta, come le DDR3-2000, siano davvero irrinunciabili per il fanatico dotato di schede madre adatte. Non ci è chiaro, però, quale sia il reale valore di questi prodotti. Al giorno d'oggi si possono comprare 2 GB di RAM DDR2 per circa 50 euro, mentre le DDR3 a 1600 MHz possono costare fino a cinque volte tanto, senza fornire un incremento di prestazioni equivalenti. A conti fatti, per la maggior parte degli utenti non c'è differenza tra fascia alta e media, eccetto che per alcuni numeri.

L'importanza delle Random Access Memory (RAM) è mutata nel tempo. Verso la fine del secolo scorso c'era una notevole differenza tra CL2 e CL3, quando spopolavano le SDRAM PC100 o PC133. Oggi, il divario delle prestazioni tra timing veloci e rilassati è quasi inesistente. Le latenze della memoria sembrano essersi incrementate, da una generazione di memoria all'altra (CL2/3 con DDR1, CL3-5 con DDR2, CL5 e oltre con le DDR3), ma i cambiamenti sono poco rilevanti, perché le frequenze sono raddoppiate al cambio d'ogni generazione. Le latenze effettive, perciò, sono rimaste più o meno le stesse, mentre ciò che è cresciuto considerevolmente è il throughput.

Le memorie per fanatici hanno un'altra giustificazione, basata solo indirettamente sulle prestazioni: gli overclocker hanno bisogno della massima flessibilità, quando cercano di spingere un sistema al limite. Aumentare la frequenza del bus è spesso l'unica via per incrementare la frequenza della CPU, passaggio che accresce automaticamente la frequenza della memoria, che deriva direttamente dalla frequenza di clock del sistema. Nessun utente, ovviamente, è disposto ad accettare un limite imposto dalla RAM, quindi i prodotti ad alta velocità sono l'ideale per questo tipo d'attività. Questo scenario è valido solamente per gli overclocker estremi, perchè il beneficio di una memoria veloce rispetto ad una lenta è molto ridotto, se i parametri e gli altri componenti rimangono invariati.

Vogliamo, con quest'articolo, cercare di capire quanto siano importanti la velocità e i timing della RAM. Per giungere ad una conclusione abbiamo assemblato un sistema Intel socket 775 e utilizzato due differenti processori: il nuovo Core 2 Duo E8500 a 45 nm con frequenza di 3,16 GHz e 6 MB di cache L2, e un vecchio Pentium 4 Extreme Edition 3,73 GHz single core. Abbiamo deciso di includere P4 perché integra una cache minore e meno efficiente, rispetto a quella dei Core 2 Duo. Entrambi i processori sono stati provati con memorie DDR2-667, DDR2-800 e DDR2-1066, e poi con DDR3-1066 e DDR3-1333. Purtroppo non è stato possibile testare il P4 con la memoria DDR3-1333, perché ciò avrebbe richiesto un FSB 1333 MHz.