Conclusioni

Velocità di trasferimento vicine a 500 MB/s con un SSD sono possibili solo con un'interfaccia SATA 6 Gbps. Cerchiamo di capire se collegare un SSD moderno a una SATA 3 Gbps fa differenza oppure no.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Conclusioni

I benchmark sintetici popolari - AS-SSD, CrystalDiskMark e PCMark 7 - ci dicono le esatte prestazioni teoriche di un SSD fino all'ultimo bit che è letto e scritto. Non sono così buoni nel fornire un quadro dell'effettiva sensazione che si ha passando da un precedente sistema con hard disk. I nostri benchmark reali dimostrano che le differenze teoriche si traducono in pratiche sotto una veste molto più ridotta.

Quasi nessun vantaggio per la SATA 6 Gb/s nei test reali

Abbiamo usato il Samsung 840 Pro come esempio di SSD moderno. Raggiunge prestazioni marcatamente superiori in molti dei benchmark quando è connesso alla porta SATA 6 Gb/s piuttosto che 3 Gb/s. Le differenze sono pronunciate specialmente in quei benchmark che hanno coinvolto prestazioni in scrittura e lettura sequenziale e scritture/letture casuali con queue depth elevate. Passando ai benchmark reali con avvio e spegnimento di Windows 8, e caricamento di applicazioni, queste differenze si riducono fino a quasi sparire. Le differenze non si notano nell'uso giornaliero del computer.

La ragione dell'esistenza di questa differenza tra prestazioni teoriche e pratiche può essere riscontrata osservando quali operazioni svolgono i benchmark sintetici. Molte di queste operazioni non sono quasi mai effettuate in un normale ambiente Windows. Un esempio sono le letture e scritture casuali 4 KB con queue depth elevate. Windows non usa praticamente mai queue depth di 32 o 64. Un altro esempio sono le prestazioni sequenziali in lettura e scrittura. La maggior parte degli utenti non copia molto spesso grandi file da e verso un SSD. Gli utenti che lavorano regolarmente con file grandi, come video o file ISO, vedranno un incremento prestazionale passando alla SATA 6 Gb/s. È tuttavia probabile che questo tipo di persone archivino comunque i file su un hard disk, perché la maggior parte degli SSD ha una capacità troppo ridotta.

Tre cose importanti: I/O, I/O e I/O

Le prestazioni di I/O sono molto importanti da un punto di vista pratico. Sotto Windows, la maggior parte delle operazioni di I/O avvengono a queue depth basse. I benchmark sintetici mostrano che non c'è molta differenza tra SATA 6 Gb/s e 3 Gb/s in questo scenario. C'è a malapena una differenza di prestazioni teorica con una queue depth di 1, e nessuna differenza pratica.

Ora possiamo quindi rispondere alla domanda che ci siamo fatti a inizio articolo: per passare a un SSD è necessaria una porta SATA 6 Gb/s o la SATA 3 Gb/s è sufficiente? Chiaramente, aggiornare ha senso anche in presenza di una porta SATA 3 Gb/s. Chiunque voglia passare da un hard disk a un SSD, ma la motherboard in suo possesso ha solo SATA 3 Gb/s, non deve preoccuparsi di andare peggio di un amico con una porta SATA 6 b/s. L'interfaccia SATA 3 Gb/s non crea colli di bottiglia nella vita di tutti i giorni. 

Quanto il passaggio a un SSD renda un sistema più veloce può essere facilmente visto confrontando il Samsung 840 Pro con l'hard disk desktop più veloce di sempre, il WD Velociraptor. Il disco rigido non ha alcuna possibilità nei benchmark sintetici o in quelli reali.