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Private Internet Access VPN - Recensione

In questo articolo esaminiamo il servizio di PrivateInternetAccess, una VPN solida e robusta, con molti pochi fronzoli e qualche opzione in meno rispetto alla media, ma con una velocità di tutto rispetto e un'autentica ossessione per la privacy.

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Avatar di Camillo Morganti

a cura di Camillo Morganti

Pubblicato il 04/05/2020 alle 17:30 - Aggiornato il 09/08/2022 alle 14:41

Ai lettori più assidui di Tom’s Hardware dovrebbe ormai essere chiaro perché sia utile e salutare, quando ci si muove in Rete, dotarsi della protezione di una VPN, come Private Internet Access: anzitutto per tutelare la sicurezza dei nostri dati (specie quelli riguardanti le nostre transazoni finanziarie), quindi per tutelare la nostra privacy e, da ultimo, per conseguire alcuni vantaggi “tecnici” altrimenti non ottenibili, quali, ad esempio, farci apparire come utenti di un’altra nazione e quindi sbloccare l’accesso a tutta una serie contenuti che normalmente subiscono blocchi geografici (non ultimi i principali servizi di streaming).

Leggi anche Migliori VPN (giugno 2025)

Da questo punto di vista Private Internet Access si presenta molto bene, ricordandoci fin da subito che addirittura le Nazioni Unite hanno raccomandato alla popolazione mondiale (per lo meno: quella con accesso a Internet) il ricorso a servizi di VPN per proteggere le proprie connessioni.

Il servizio riesce a tenere fede a questo ambizioso manifesto? È quello di cui intendiamo dare conto nei prossimi paragrafi.

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Piani e Servizi di Private Internet Access

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I prezzi del servizio sono sicuramente uno dei punti di forza di Private Internet Access. I tagli di abbonamento disponibili sono, come spesso accade, soltanto tre: un mese, sei mesi o un anno (con due mesi aggiuntivi in regalo). Con un costo rispettivo di 9,95, 35,95 e 39,95 dollari. Ovviamente, come insegnano i comandamenti del marketing, la seconda opzione, che economicamente non ha alcun senso, è stata inserita soltanto per indirizzare i clienti verso la terza, che – a Cesare quel che è di Cesare – è anche una delle più convenienti sul mercato, raggiungendo la quota di 2,85 dollari/mese (circa 2,60 euro al cambio attuale).

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E quanto al pricing non c’è altro da aggiungere, perché a questo riguardo Private Internet Access non offre altre opzioni: non c’è possibilità di comprare un IP dedicato, o servizi aggiuntivi, né tantomeno esistono “formati aziendali”.

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Privacy

Che le intenzioni di Private Internet Access in questo settore siano serie è dimostrato dal fatto che offre una serie di opzioni di pagamento con monete virtuali (BitCoin, Ethereum, Litecoin, Mint…), totalmente anonime.

Non è cosa da poco, visto che, per i gestori di VPN, il problema dello storage dei dati di pagamento è una questione che rischia di compromettere seriamente le reali possibilità di anonimato dei clienti.

La società titolare del servizio ha sede negli Stati Uniti, il paese promotore dell’accordo 4-Eyes e sue successive estensioni, che sappiamo (dalle rivelazioni di Edward Snowden e di Wikileaks) avere una politica molto aggressiva nei confronti della privacy in Rete. Questa apertura di Private Internet Access verso le forme di pagamento anonime depone sicuramente a favore della serietà con cui viene trattato un argomento così delicato.

Ovviamente Private Internet Access assicura anche di attenersi in modo molto stretto a una rigorosa politica di No Log: nessun dato delle navigazioni degli utenti viene conservato dal momento in cui quelli accedono ai loro server.

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L’azienda garantisce inoltre il ricorso a una serie di strumenti per la cifratura dei dati e il controllo della sicurezza: protocollo AES-256 (che, per intenderci, è quello approvato dalla NSA per cifrare i documenti Top Secret e che, in molti casi, è utilizzato anche dalle banche quando non usano sicurezze di livello inferiore come AES-128) con vari livelli di handshake ampiamente configurabili, kill switch immediato in caso di interruzione della connessione alla VPN e firewall con conseguente blocco di determinati siti identificati come dannosi per la privacy.

Oltre a ciò, per ingannare gli script di server che tracciano gli utenti, Private Internet Access offre ai propri utenti il servizio MACE che, bypassandoli, interrompe la comunicazione tra questi server e i browser, fingendo che la richiesta di esecuzione dello script di tracciamento arrivi dal server locale (il computer dell’utente).

In tal modo non c’è nemmeno l’esigenza di installare estensioni sul proprio browser e su smartphone il consumo della batteria risulta molto più contenuto.

L’unica nota negativa è che il servizio è basato su una lista di servizi in “blacklist”, che, sebbene venga aggiornata periodicamente, non è sicuramente fondata su criteri euristici, per cui potrebbe non essere sempre efficiente al 100%.

Prestazioni

Le prestazioni di Private Internet Access sono senz’altro di buon livello, se si guarda a velocità di connessione e numero di dispositivi collegabili.

Con un abbonamento a questo servizio, infatti, possiamo connettere fino a 10 terminali contemporaneamente e persino il nostro router domestico (sebbene quest’opzione venga sconsigliata dall’azienda e sia limitata solo a certi tipi di apparecchi) – opzioni più che sufficienti ad anonimizzare il traffico di un’intera famiglia.

Anche le velocità sono più che discrete: per i server più vicini ci si muove in un range che va da un massimo di 127 Mbps a un minimo di 70 Mbps circa, ma ovviamente questo dato è fortemente legato alla velocità originaria del nostro collegamento, visto che l’accesso a una VPN fa perdere sempre qualcosa per definizione e di sicuro non accelera i nostri modem. Diciamo che, a metterla in termini percentuali si può perdere un 35%-40% in download e un 15% (di media) in upload, dati che collocano il servizio nella fascia più alta del mercato.

I tempi di latenza, che per altro vengono indicati per ogni server in tempo reale nelle interfacce delle varie app, sono per la maggior parte al di sotto dei 40/50 ms.

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Numero di località collegabili e di server disponibili sono invece nella fascia media del mercato: 3324 server in 45 paesi diversi. Non mancano, ovviamente, Svizzera e Romania (due dei paesi a noi più vicini, in cui i governi nazionali rispettano maggiormente la privacy dei propri cittadini).

Ciò detto, a fronte di un servizio che dal punto di vista tecnico è sicuramente di buon livello, su tutti gli altri servizi dobbiamo riscontrare l’assenza totale di PrivateInternetAccess.

Niente server dedicati per l’unblocking geografico dei servizi di streaming e per il torrenting. Essendo pratiche non approvate dalle leggi statunitensi, PrivateInternetAccess si rifiuta di offrire supporto ai propri utenti a in questi campi e, anzi, rimanda al proprio servizio legale chiunque abbia domande o esigenze particolari al riguardo. Questa sicuramente è una grossa pecca del servizio.

Altro elemento di perplessità è dato dal fatto che Private Internet Access non offra nessuna trial gratuita. Se volete vi abbonate al servizio e avete 30 giorni di tempo per ripensarci (il consueto “soddisfatti o rimborsati”, che, più o meno, è garantito dalle normative a protezione dei consumatori), altrimenti niente.

App e Installazione

In generale le app di Private Internet Access sono facili da installare, facili da configurare e facili da usare. Le interfacce sono molto essenziali, per cui diventa facile fare ciò che serve, inoltre il percorso da compiere quando ci si collega a una VPN dopo un po’ diventa abbastanza standard: si sceglie il server (ovverosia la località da cui ci si connette) e in questo caso, come detto, Private Internet Access ci dà un’indicazione della velocità indicando nella colonna accanto a ciascuno di essi il tempo medio di latenza, poi, se si vuole, si possono scegliere impostazioni particolari, come ad esempio l’esclusione di alcune app dal tunnel VPN (in gergo: “split tunnelling”), o l’attivazione di strumenti aggiuntivi a difesa della privacy come MACE, o i protocolli di sicurezza preferiti.

Mancano chiaramente voci di menu dedicate allo streaming, al torrenting o ai servizi cloud perché come detto Private Internet Access non li supporta, anche se nel caso del torrenting è in realtà possibile usare il protocollo SockS5, per garantirsi un buon livello di anonimato. È richiesta qualche configurazione in più, ma nulla di drammatico (e in ogni caso su forum e knowledge base trovate tutte le istruzioni del caso).

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Le interfacce delle app danno poi informazioni utili come il nuovo IP che ci è stato assegnato (e che maschera il nostro), il traffico che abbiamo generato o la velocità effettiva della connessione, in tempo reale.

Dalla pagina di download è possibile scaricare la app che ci serve in versione desktop, browser o mobile. Come detto non ci sono versioni dedicate a device particolari (come ad esempio Amazon Fire TV o Fire Stick, Android TV o Apple TV), né tanto meno per i NAS.

Verdetto

Private Internet Access è un buon servizio VPN di base, con un rapporto prezzo/qualità decisamente conveniente, che, volendo, può essere utilizzato in modo completamente anonimo, dal pagamento alla navigazione. Ciò detto, rispetto ad altri servizi analoghi che occupano la fascia alta del mercato, le mancano tutti quegli optional che trasformano una VPN da servizio estremamente utile a servizio assolutamente irrinunciabile. Primo fra tutti lo sblocco dei servizi in streaming di altre regioni geografiche, ma anche i server dedicati per cloud e torrenting e le app apposite per le tv domestiche di Google, Apple e Amazon e per i NAS domestici.

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