Esordio turbolento per Neuralink: la prima prova su un umano ha avuto un problema

Neuralink riferisce di alcuni problemi con il primo chip cerebrale umano: alcuni fili si sono staccati dal cervello del paziente.

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a cura di Giulia Di Venere

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Neuralink, la società fondata da Elon Musk per sviluppare interfacce cervello-computer, ha segnalato un malfunzionamento del primo chip cerebrale invasivo impiantato in un essere umano. Secondo quanto riferito dall'azienda, alcuni fili utilizzati per rilevare l'attività neuronale sembrano essersi staccati dal cervello del partecipante.

La causa di questa anomalia non è ancora chiara e non è stato precisato quanti fili siano stati coinvolti o se ciò possa rappresentare un rischio per la sicurezza del paziente. Neuralink ha comunicato che il problema è emerso alla fine di febbraio, ma ha anche dichiarato di aver parzialmente compensato la perdita di dati apportando modifiche all'algoritmo utilizzato.

L'impianto cerebrale di Neuralink, inserito chirurgicamente, comprende 64 fili flessibili, ognuno dei quali porta 1.024 elettrodi in grado di monitorare l'attività neuronale. Questi sottili fili, inseriti uno alla volta nel cervello mediante un robot chirurgico proprietario dell'azienda, sono progettati per essere posizionati vicino ai neuroni di interesse, consentendo il monitoraggio e la decodifica dei segnali neurali per scopi come il controllo di dispositivi elettronici.

Il primo impianto sperimentale è stato eseguito il 28 gennaio su Noland Arbaugh, un ventinovenne affetto da tetraplegia a seguito di un incidente subacqueo. Sebbene Arbaugh abbia mostrato risultati inizialmente promettenti, segnalando un recupero positivo e la capacità di giocare a videogiochi utilizzando solo l'impianto, Neuralink ha dichiarato che il malfunzionamento dei fili ha ridotto temporaneamente la velocità e la precisione del controllo.

Nonostante la perdita temporanea di dati, l'azienda ha riferito di aver ripristinato i tassi di trasmissione dati ai livelli precedenti al malfunzionamento.

Neuralink ha affermato di aver corretto il problema mediante modifiche all'algoritmo di decodifica dei segnali neurali, migliorando la sensibilità dell'impianto e ottimizzando le tecniche di traduzione dei segnali in movimenti del cursore.

Sebbene l'incidente abbia suscitato preoccupazioni sulla sicurezza e l'efficacia dell'impianto, Neuralink ha comunicato alla Food and Drug Administration (FDA) di aver risolto il problema e ha espresso l'intenzione di procedere con ulteriori impianti sperimentali nel corso dell'anno. Tuttavia, rimangono aperte domande sulla causa del malfunzionamento e sulla sua gestione futura, mentre l'azienda continua il suo percorso di sviluppo verso interfacce cerebrali avanzate.