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La fusione nucleare è più vicina di quanto pensiamo (forse)

La fusione nucleare commerciale forse non è lontana come molti credono. Guardando ai risultati recenti, infatti, alcuni pensano alla finestra 2035-2040 come qualcosa di realistico.

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Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Pubblicato il 13/03/2024 alle 20:30

Quando si parla di fusione nucleare in genere si pensa a una tecnologia che sarà sì meravigliosa, ma anche qualcosa da collocare in un futuro remoto. Secondo una recente analisi comparsa su The Telegraph, invece, nel periodo 2035-2040 potremo vedere le prime centrali commerciali entrare in funzione. Praticamente domani. 

Sarebbe una svolta storica per più di una ragione. La prima è più evidente è che la fusione nucleare produce energia pulita, senza emissioni di CO2 e con scorie di altro tipo a livelli bassissimi. Inoltre è un’energia che costerebbe molto poco a lungo termine, e potrebbe persino contribuire a decarbonizzare altri settori tramite l’utilizzo del calore generato. Inoltre gli impianti possono essere relativamente piccoli rispetto alle centrali a fissione o a quelle a carbone - per non citare gli sterminati spazi necessari per l’eolico o il fotovoltaico. 

Insomma, una vera e propria meraviglia, ma si solito si dice che la fusione è a 30 anni di distanza e lo sarà sempre. Di recente però sono successe delle cose interessanti. 

la fusione nucleare produce energia pulita, senza emissioni di CO2

Per esempio, al MIT hanno trovato il modo di realizzare magneti superconduttori a 20 gradi kelvin, cioè cinque volte più caldi rispetto al valore precedente. Un passo avanti significativo per il contenimento magnetico del plasma. 

In Giappone, poi, è stato avviato con successo il reattore a fusione più grande del mondo, mentre al National Ignition Facility (NIF) del Lawrence Livermore National Laboratory hanno ottenuto un bilancio energetico positivo. 

Ci sono state svolte anche nel settore dei semiconduttori e dei laser e in altri ancora; tutto contribuisce alla realizzazione di un reattore a fusione funzionante ed economicamente sostenibile. E inoltre le ricerche potrebbero accelerare ulteriormente grazie a un uso intenso dell’Intelligenza Artificiale.

entro il 2040 nelle nostre case arriverà elettricità da fusione nucleare. 

Recentemente, l'azienda britannica First Light Fusion ha annunciato di aver infranto il record mondiale di pressione presso i laboratori nazionali di Sandia negli Stati Uniti, spingendo il limite a 1,85 terapascal, cinque volte la pressione al nucleo della Terra. Un altro tassello per ottenere il contenimento necessario. 

Tutti questi progressi portano molti esperti - la maggior parte di quelli interpellati dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica - a credere che entro il 2040 nelle nostre case arriverà elettricità da fusione nucleare. 

La previsione di per sé è destabilizzante. Già oggi non ha molto senso investire in una nuova centrale di qualunque tipo, proprio perché per rientrare nei costi deve funzionare per 30-40 anni. Se comincia a diffondersi la convinzione che domani cominceremo a fare centrali a fusione, il panorama potrebbe cambiare in modo repentino. E le fonti alternative - solare ed eolico - potrebbero rappresentare una buona soluzione di compromesso per affrontare la fase di passaggio. 

Fonte dell'articolo: www.telegraph.co.uk

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