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Marte abitabile? Lo zolfo offre un indizio

Nuove simulazioni indicano che le eruzioni vulcaniche avrebbero creato un effetto serra capace di trattenere calore e acqua liquida.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 17/09/2025 alle 12:45

La notizia in un minuto

  • Il rover Curiosity ha scoperto cristalli di zolfo puro su Marte, confermando una nuova teoria secondo cui l'attività vulcanica marziana 3-4 miliardi di anni fa avrebbe creato un effetto serra favorevole alla vita attraverso composti sulfurei ridotti
  • Lo studio dell'Università del Texas ribalta le precedenti teorie sui gas vulcanici marziani: invece del biossido di zolfo, i vulcani producevano forme "ridotte" di zolfo che mantenevano l'acqua liquida e creavano condizioni simili ai sistemi idrotermali terrestri
  • La ricerca apre nuove prospettive sull'abitabilità primordiale di Marte, suggerendo che i composti sulfurei potrebbero aver fornito nutrimento per microorganismi in un clima più caldo di quello attuale
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La scoperta di cristalli di zolfo puro da parte del rover Curiosity ha dato nuova linfa a una teoria sul clima primordiale di Marte. Secondo un recente studio dell’Università del Texas ad Austin, l’attività vulcanica del pianeta avrebbe creato condizioni favorevoli alla vita attraverso composti sulfurei inattesi. I risultati, pubblicati su Science Advances, ribaltano l’idea che i gas vulcanici marziani fossero dominati dal biossido di zolfo, aprendo scenari del tutto nuovi sull’abitabilità del Pianeta Rosso.

Quando i vulcani scaldavano Marte

Tra 3 e 4 miliardi di anni fa, mentre la Terra vedeva nascere le prime forme di vita, Marte avrebbe beneficiato di emissioni vulcaniche ricche di zolfo ridotto. Le simulazioni guidate da Lucia Bellino mostrano che, invece del SO2, l’atmosfera marziana primordiale era dominata da composti reattivi come H2S, S2 e forse SF6, un gas serra estremamente potente. Questi avrebbero creato un effetto serra sufficiente a mantenere acqua liquida in superficie.

Lo zolfo cambiava forma di continuo, alimentando un ciclo climatico complesso

La presenza di zolfo ridotto spiegherebbe la formazione di nebbie e gas serra capaci di intrappolare calore, in modo simile a quanto avviene nei sistemi idrotermali terrestri. I meteoriti marziani mostrano tracce consistenti di zolfo ridotto, mentre la superficie del pianeta è ricca di composti ossidati: un indizio che il ciclo dello zolfo fosse dominante nel clima di allora.

La conferma è arrivata quasi per caso: Curiosity, rompendo una roccia, ha rivelato cristalli di zolfo elementare puro, la prima prova diretta di questo processo. "Quando l’S2 veniva emesso, precipitava come zolfo elementare", spiega Chenguang Sun, supervisore dello studio.

Verso nuovi scenari di vita marziana

Gli autori vogliono ora estendere le simulazioni ad altri processi chiave: l’origine dell’acqua superficiale, il ruolo dei vulcani come serbatoio idrico e la possibilità che composti sulfurei abbiano nutrito forme di vita microbica.

Dato che oggi Marte ha una temperatura media di circa -80 gradi Fahrenheit, la grande domanda rimane: quanto più caldo era allora, e per quanto tempo eventuali microorganismi avrebbero potuto prosperare? La risposta potrebbe ridefinire i confini della vita oltre la Terra.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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