Nel cuore dell’Irpinia, tra le colline di Caposele, si nascondeva un segreto scritto nel DNA che per generazioni ha causato morti improvvise inspiegabili. Quello che sembrava una tragica coincidenza familiare si è rivelato una scoperta scientifica di portata internazionale, quando i ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano hanno identificato una mutazione genetica mai documentata prima. Il piccolo comune della provincia di Avellino si è così trasformato in un laboratorio a cielo aperto per comprendere i meccanismi di una malattia rara ma letale.
L'algoritmo che predice la morte
La tecnologia ha giocato un ruolo cruciale. I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo di intelligenza artificiale capace di prevedere con il 90% di precisione chi fosse portatore della mutazione. Questo sistema ha ricostruito un albero genealogico digitale di quasi 3.000 persone su 12 generazioni, trasformando secoli di storia familiare in dati analizzabili. Grazie a questo approccio predittivo, è stato possibile individuare precocemente i soggetti a rischio, invitandoli a sottoporsi a screening salvavita.
Il cuore della ricerca è stato proprio l’impatto clinico: la diagnosi precoce ha permesso interventi tempestivi, come impianti di defibrillatori che hanno già evitato decessi improvvisi. “In tutti i portatori della mutazione abbiamo osservato un coinvolgimento cardiaco inizialmente lieve ma con rischio di peggioramento rapido”, spiega uno degli autori.
Quando il cuore tradisce senza preavviso
La mutazione c.208del individuata a Caposele colpisce il gene LMNA, responsabile della produzione delle lamine, proteine fondamentali per la struttura del nucleo cellulare. Un’alterazione apparentemente minima, ma sufficiente a causare aritmie maligne e cardiomiopatia dilatativa. Col tempo il cuore perde forza contrattile e sviluppa alterazioni elettriche che possono scatenare arresti improvvisi.
Il punto di partenza è stato il caso di una giovane donna con aritmie lievi e una storia familiare segnata da decessi improvvisi. L’impianto preventivo di defibrillatore le ha salvato la vita durante un arresto cardiaco. Da lì, lo screening condotto tra il 2022 e il 2024 su 234 persone appartenenti allo stesso albero genealogico ha rivelato un dato impressionante: il 12,8% dei partecipanti, pari a 30 individui, è portatore della mutazione e presenta anomalie cardiache spesso non diagnosticate. Inoltre, il 43% mostra segni neuromuscolari, componendo un quadro clinico complesso che richiede approcci multidisciplinari.
Le laminopatie: quando i mattoni della cellula crollano
Questa variante genetica rientra nel gruppo delle laminopatie, malattie rare dovute a mutazioni del gene LMNA che comprendono progeria, distrofie muscolari e cardiomiopatie familiari. Le lamine sono pilastri del nucleo cellulare e, quando difettose, compromettono l’intera stabilità cellulare. La variante di Caposele è particolarmente insidiosa perché abbina aggressività cardiaca a sintomi neuromuscolari relativamente lievi, rendendo difficile un riconoscimento precoce.
La scoperta dimostra come la genetica possa trasformare comunità isolate in luoghi chiave per la scienza. Per le famiglie che per generazioni hanno vissuto nel terrore delle morti improvvise, rappresenta non solo una spiegazione, ma anche una speranza concreta di prevenzione e cura.