Testato il cannone laser antiaereo, costa meno dei missili

Il Regno Unito ha testato con successo il cannone laser Dragonfire, rivoluzionario per la difesa aerea; promette precisione estrema e costi notevolmente ridotti rispetto ai missili tradizionali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il Regno Unito ha condotto il primo test del cannone laser ad alta potenza Dragonfire contro bersagli aerei presso il Ministero della Difesa Hebrides Range. Il test aveva l'obiettivo di dimostrare la potenza e l'accuratezza dell'arma.

Non è la prima volta che parliamo di cannoni laser per la difesa aerea, e di certo non sarà l’ultima. Questa tecnologia sembra ormai matura per un suo utilizzo sul campo, e offre vantaggi troppo grandi per non investirci. 

costa poco più di dieci euro a colpo

Sebbene i missili moderni abbiano dimostrato un'efficacia considerevole contro le minacce aeree, infatti, il problema risiede nella limitata scorta di missili, ognuno dei quali costa milioni di dollari, per abbattere droni e razzi dal costo di poche migliaia. Ogni colpo sparato con un’arma laser invece costa pochissimo, e non si rischia di restare senza munizioni - almeno finché c’è energia disponibile. 

I laser possono coprire grandi distanze e colpire bersagli multipli simultaneamente con estrema precisione, a un costo notevolmente inferiore. Il cannone laser Dragonfire, sviluppato con un investimento di £100 milioni, costa poco più di dieci euro a colpo, ed ha una precisione “equivalente a colpire una moneta da 1 sterlina da un chilometro di distanza”. Una moneta il cui diametro è quasi uguale a quello della moneta da un euro. 

La portata precisa del Dragonfire è classificata, ma il governo afferma che ha dimostrato la capacità di individuare e contrastare minacce aeree. Montato su una torretta, il sistema include una fotocamera e un laser secondario per l'acquisizione del bersaglio e la messa a fuoco del raggio.

una precisione “equivalente a colpire una moneta da 1 sterlina da un chilometro di distanza"

Il Ministro alla Difesa, Grant Shapp, sottolinea che armi di questo tipo potrebbero rivoluzionare lo spazio di battaglia, riducendo la dipendenza da munizioni costose e limitando il rischio di danni collaterali - probabilmente riferendosi al fatto che non c’è un missile che potrebbe finire fuori rotta e colpire un centro abitato o un velivolo civile. 

Allo sviluppo di Dragonfire partecipa anche l'azienda italiana Leonardo.