3 milioni di italiani avranno un indossabile entro il 2018

Secondo una stima della società di ricerca IDC l'invasione degli smartwatch è solo all'inizio: saranno gli indossabili più diffusi ed entro il 2018 3 milioni di italiani ne avranno uno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Apple Watch, G Watch R, Moto 360: gli annunci di nuovi smartwatch hanno tenuto banco nelle ultime settimane ed è lecito chiedersi se gli italiani ne faranno una malattia e quali saranno i modelli che incasseranno i maggiori consensi. A darci maggiori indicazioni è la società di analisi di mercato IDC, secondo cui gli indossabili stanno per invaderci.

La previsione non è nuova, ma dopo gli annunci di IFA 2014 e di Apple adesso gli analisti sono pronti a mettere tutte e due le mani sul fuoco. Con un lieve ritardo rispetto al mercato statunitense, "anche in Italia il fenomeno dei wearable device è pronto a decollare" favorito della capillare diffusione degli smartphone. La crescita prevista in Italia è del +190% nel 2014 rispetto al 2013. Una percentuale altisonante, che però non corrisponde a numeri esorbitanti: si parla di circa 700 mila unità.

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Le cifre di un certo rilievo arriveranno in un secondo momento, e in particolare entro il 2018, quando nel Belpaese saranno consegnati quasi 3 milioni di dispositivi indossabili, con una crescita media annua nel periodo 2013-2018 pari al 67%.

Più interessante il dato che riguarda la crescita in termini di valore: IDC stima che nel 2013 i ricavi associati agli wearable device saranno di circa 27 milioni di euro, e aumenteranno in media del 75% ogni anno, fino ad arrivare a superare i 450 milioni di euro nel 2018.

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Ma come saranno i dispositivi che andranno per la maggiore? IDC spiega che la categoria degli indossabili identifica "tutti quei dispositivi indossabili con un microprocessore all'interno", ma esistono già tre distinte sotto categorie di prodotti.

Fino al 2013 a tenere banco sono stati i cosiddetti Complex Accessories, ossia i braccialetti per il fitness, e tutti quei prodotti che raccolgono dati ma per salvare le attività ed elaborarle hanno bisogno di un device connesso. Nel 2013 hanno costituito il 70% delle vendite di indossabili, ma il loro successo è destinato a scemare a favore di una crescente diffusione di Smart Accessories. È il nome "ufficiale" per gli smartwatch non dotati di SIM, che quindi hanno bisogno della connessione a uno smart device, a sua volta connesso a Internet. Qui rientrano Apple Watch, G Watch R, Moto 360, eccetera. Nel 2013 costituivano meno di un terzo delle vendite, ma in seguito ai recenti annunci gli analisti reputano che inizieranno a cannibalizzare i Complex Accessories.

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Le vendite saranno spinte dal prezzo medio in costante calo e dal fatto che sono capaci di svolgere anche le funzioni dei Complex Accessories. Anche questa però è una fase di transizione, perché entro il 2018 gli Smart Accessories dovranno spartirsi il mercato con gli Smart Wearables, ossia i prodotti che funzionano in piena autonomia, senza appoggiarsi ad altri device, come per esempio i Google Glass e gli smartwatch con scheda SIM - come l'ultimo modello annunciato da Samsung.

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L'evoluzione non sorprende, perché quella degli indossabili è una categoria esordiente che deve ancora trovare un'identità forte. Quel che è certo, secondo IDC, è che la saturazione del mercato smartphone farà da leva per la diffusione dei wearable device, e in particolare per gli smartwatch, che saranno l'opzione preferita dalla maggior parte dei consumatori. Anche voi la pensate così?