Arriverà il canone RAI per chiunque possieda smartphone o tablet?

In udienza presso la Camera dei Deputati l'AD di RAI ha avanzato l'opzione di l'estensione del pagamento del canone anche a smartphone e tablet. 

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a cura di Francesca Fenaroli

Il 12 ottobre l'amministratore delegato della RAI, Carlo Fuortes, ha avanzato una proposta controversa sul futuro del servizio pubblico durante l'audizione alla Camera dei Deputati presso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi: l'estensione del pagamento del canone anche ai possessori di smartphone e tablet.

Fuortes ha esposto in questa sede un quadro niente affatto rassicurante per la TV pubblica, che negli ultimi anni ha subito un calo degli introiti pari a 700 milioni di euro. L'AD di RAI imputa la responsabilità di questa perdita in gran parte alla diminuzione dei ricavi pubblicitari e commerciali, dovuti al ventaglio sempre più ampio di proposte del digitale terrestre e dei prodotti premium. Pesa ancora sugli introiti del servizio pubblico anche l'evasione fiscale, che tuttavia è in calo al 5-3% grazie all'introduzione del pagamento del canone in bolletta.

Il canone RAI, sottolinea Fuortes, è il più limitato in tutta Europa, con 90 euro annui contro, ad esempio, i 138 della Francia. Il mantenimento di questo costo limitato, tuttavia, ha avuto conseguenze pesantissime sull'ottimizzazione dei palinsesti, che ha subito una riduzione di investimenti soprattutto sui prodotti culturali e sulle infrastrutture immobiliari e tecnologiche.

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Per contrastare questa tendenza in negativo, Fuortes ha quindi avanzato alla Commissione parlamentare la proposta di estensione dell'obbligo del pagamento del Canone RAI anche ai possessori di dispositivi multimediali come smartphone e tablet, che andrebbero quindi ad aggiungersi ai possessori di un apparecchio televisivo e agli intestatari di fatture emesse dalle imprese elettriche.

Fuertes ha inoltre portato avanti altre tre possibili mosse per risollevare gli introiti del servizio pubblico in Italia: il riconoscimento integrale delle risorse del canone (con conseguente eliminazione dell'attuale trattenuta da 110 milioni), la cancellazione della tassa sulla concessione del canone ordinario e la riduzione del limite di affollamento di spot pubblicitari per singola fascia all'8% dall'attuale 15%.

La proposta di Fuortes ha suscitato da subito delle bocciature da parte degli esponenti del mondo politico, che lamentano da ogni lato l'inadeguatezza del servizio pubblico RAI, da risolvere a loro detta sul piano dei contenuti e delle infrastrutture prima di gravare ulteriormente sui consumatori.

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