Come funziona la ricarica wireless

La ricarica wireless si sta diffondendo nel mondo degli smartphone, e oggi la troviamo in diversi modelli di fascia alta. Nell'immediato futuro diventerà però sempre più comune, ed è importante capire almeno un po' che cos'è, come funziona e perché potrebbe essere interessante.

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a cura di Tom's Hardware

Come funziona la ricarica wireless

Cerchiamo di spiegare questa energia senza fili a chi non ha competenze elettrotecniche, senza scendere troppo nei dettagli tecnici – ma siete liberi di aggiungerne nei commenti naturalmente.

La ricarica wireless usa un doppio sistema di risonanza induttivo per trasmettere segnali a bassa potenza tra due dispositivi. La base ha un trasmettitore e il telefono un ricevitore. La base invia regolarmente un segnale di controllo, e quando trova una variazione nella risonanza o nella capacità, segno che un ricevitore è presente, il segnale stesso viene modulato e si avvia la ricarica induttiva.

Qi transmit coil 1

La ricarica induttiva usa due avvolgimenti elettromagnetici per creare un campo magnetico tra i due dispositivi, vale a dire la base di ricarica e lo smartphone; i trasformatori che colleghiamo alle prese sono basati sullo stesso concetto. Il campo magnetico "crea" energia elettrica tramite la differenza di potenziale e la vibrazione.

L'avvolgimento all'interno dello smartphone a sua volta è collegato al circuito che ricarica la batteria, che si "riempie" con l'energia prodotta tramite il campo magnetico. Comprensibilmente tutto questo processo genera del (molto) calore che andrà smaltito, ed questo è ciò che rende la ricarica senza fili meno efficiente rispetto a quella tradizionale. Questa ridotta efficienza a sua volta rende la ricarica wireless più lenta rispetto all'uso del cavo. Nuovi metodi e materiali hanno permesso di usare frequenze più alte e avvolgimenti più piccoli rispetto al passato, ma la ricarica wireless è ancora meno efficiente e più costosa rispetto al cavo.

Per semplificare:

  • Lo smartphone e il caricature contengono un avvolgimento.
  • Quando due avvolgimenti sono abbastanza vicini, usano il magnetismo e le vibrazioni per trasferire una piccola quantità di energia tra loro.
  • Questa energia attraversa poi il circuito di ricarica e arriva alla batteria.
  • Costa di più e ci mette più tempo caricare un telefono in questo modo che collegarlo al cavo, ma è più comodo.

Powermat

Qi non è l'unico standard esistente per la ricarica wireless. Esiste anche Powermat, che si affida agli stessi principi di induzione e trasferimento senza fili, ma con standard diversi. Questa società ha stretto accordi con diversi partner per portare stazioni di ricarica senza fili in luoghi pubblici come ristoranti e negozi (AT&T, Starbucks), dove sono disponibili anche speciali custodie per ricaricare smartphone non compatibili di fabbrica. Hanno stretto un accordo anche con General Motors per l'integrazione della loro ricarica wireless sulle automobili.

duracell powermat starbucks

Le basi teoriche di Powermat e Qi sono le stesse, ma i due sistemi non sono compatibili tra loro perché usano standard differenti. Ciò significa che uno smartphone compatibile con Qi non si potrà ricaricare su una base Powermat e viceversa, perché sono diversi i segnali. Se avete già una base di ricarica di uno o l'altro standard, dovrete assicurarvi di comprare un telefono compatibile.

L'unica eccezione a questa regole per ora sono il Samsung Galaxy S6 e il Galaxy S6 Edge, che sono compatibili tanto con Qi quanto con Powermat. 

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