Chip Apple A7 a 64 bit: solo marketing o vere prestazioni?

Il chip Apple A7 dell'iPhone 5S è il primo a 64 bit in ambito mobile. È vera rivoluzione? No tutt'altro, ma è un passo inevitabile.

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a cura di Manolo De Agostini

Apple nelle scorse ore ha svelato il nuovo chip A7 che vedremo sull'iPhone 5S. Al di là della potenza, e di altri particolari che rimangono oscuri, la grande notizia è che la casa di Cupertino è la prima a implementare un'architettura a 64 bit in ambito mobile. L'annuncio ci ha riportato con la mente al 2003, quando AMD presentò le prime CPU "consumer" a 64 bit, gli indimenticabili (e indimenticati) Athlon 64. Intel seguì con i Pentium 4 dotati istruzioni EM64T.

Bei ricordi di tempi che furono, a cui però è subentrata una botta di lucidità che ha portato a chiederci: che ce ne facciamo? E cosa significa "64 bit"? Per rispondere a queste domande non possiamo far altro che guardare proprio al settore dei computer, precursore di questo cambiamento architetturale. Per prima cosa i 64 bit consentono d'indirizzare più memoria, in altre parole di andare oltre i 4 GB che i sistemi 32 bit possono gestire.

L'iPhone 5S ha teoricamente la possibilità di gestire 16 exabyte di memoria, un numero che si fa fatica a immaginare. Serviva? No, dato che il prodotto ha 1 GB o al massimo 2 GB di memoria - Apple non l'ha chiarito. L'azienda, semplicemente, si è "preparata al futuro": nel giro di due anni, probabilmente prima sull'iPad di grandi dimensioni che sull'iPhone, integrerà 4 GB di memoria.

Non c'è però solo la memoria: un sistema operativo a 64 bit può offrire prestazioni superiori, ma solo se anche le applicazioni usate sono a 64 bit. I benefici più rilevanti emergono con attività che caricano molto il sistema e richiedono calcoli ad alta precisione, cosa che però non è nelle corde di un iPhone - almeno per il momento.

Sfruttando il "grande cambiamento" di iOS 7, Apple ha colto l'occasione per ricompilare il kernel a 64 bit - e questo non avrà impatto sulle applicazioni esistenti, almeno così dice l'azienda - e appunto farsi trovare pronta per un passaggio che comunque sarebbe stato obbligato in futuro. Inoltre il salto ai 64 bit è servito per fare pulizia nel kernel dal codice a 32 bit che magari, di versione in versione, si è accumulato senza essere troppo decisivo.

Questo dà anche il tempo agli sviluppatori di prendere "familiarità" con i 64 bit, aggiornando le proprie applicazioni e preparandosi a realizzarne di migliori e complesse. Su App Store sono quasi 1 milione le app disponibili. Se vogliamo riconoscere ad Apple una spinta "innovativa" con l'iPhone 5S, è proprio questa.

Sospettiamo inoltre che possa trattarsi di una prova generale per realizzare, in futuro, un passaggio all'architettura ARM anche sul fronte desktop. Come tutti sapete, oggi Apple usa CPU Intel sui computer, e ARM nel settore mobile. Da qualche tempo si parla di un possibile "MacBook" basato su ARM, ma finora era più una sparata che altro. Ora l'idea assume connotati decisamente più concreti.

Vantaggi nell'immediato? Zero. Bisogna essere abbastanza onesti su questo punto. Vantaggi in futuro, probabilmente li vedremo anzitutto sui giochi, ma finché le applicazioni saranno come quelle odierne, non vedremo molti passi avanti. Insomma, se avete visto cos'è successo nel mercato computer da 10 anni a questa parte, probabilmente avrete un'idea chiara del motivo per cui Apple è passata ai 64 bit.

Forse l'ecosistema mobile - con altri produttori di chip che passeranno ai 64 bit nei prossimi anni - sarà più rapido nella transizione dell'ecosistema desktop, ma non aspettiamoci miracoli da un annuncio che, per ora e per lungo tempo, rimarrà una mera operazione di marketing.