Modem libero, vincono gli utenti: chi sta pagando un modem può restituirlo

Il TAR del Lazio ha rigettato il ricorso degli operatori telefonici, dando di fatto ragione alla delibera di AGCOM relativa al modem libero.

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a cura di Saverio Alloggio

È diritto degli utenti poter utilizzare un modem alternativo, senza dover pagare necessariamente quello del proprio operatore telefonico. Lo ha stabilità il TAR del Lazio confermando, con una sentenza, la delibera di AGCOM relativa proprio al modem libero, di cui peraltro vi abbiamo parlato recentemente in un'intervista dedicata. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha dunque dato torto agli operatori telefonici in merito a ricorsi presentati da TIM e Wind 3.

Gli utenti che hanno sottoscritto un contratto (recente o attivo da più di un anno) che prevede il pagamento di un modem, potranno decidere di contattare il proprio operatore telefonico, chiedendo di passare a un contratto senza modem incluso. Dal canto loro, le telco saranno tenute a presentare una proposta di contratto che, appunto, non preveda il modem, con gli utenti che potranno scegliere se accettarla o meno. In questo secondo caso, verrà esercitato un diritto di recesso, che consentirà di passare a un altro operatore senza alcuna penale.

Rimane comunque compito dell'utente restituire il modem di proprietà dell'operatore, secondo le modalità previste dal contratto (solitamente tramite spedizione o riportandolo fisicamente in un punto vendita). In tal senso, è importante operare una precisazione: il TAR del Lazio ha annullato la parte della delibera di AGCOM che prevedeva la possibilità, per chi aveva ricevuto il modem dalle telco in comodato d'uso gratuito, di poterlo tenere con sé al termine del contratto o in caso di cambio operatore.

Si stima un risparmio di centinaia di euro per i consumatori. C'è però un aspetto ancora controverso. Alcuni contratti in essere infatti prevedono un elevato costo di disdetta (si possono toccare anche i 200 o 300 euro), soprattutto in caso di modem in comodato d'uso a pagamento. Da questo punto di vista, la sentenza del TAR indica due possibilità rivolte agli operatori: "proporre all'utente la variazione senza oneri della propria offerta in una equivalente offerta commerciale che preveda la fornitura dell'apparecchiatura terminale a titolo gratuito o che non ne vincoli l'utilizzo attraverso l'imputazione di costi del bene o dei servizi correlati al terminale nella fatturazione; in alternativa, consentire all'utente finale di recedere dal contratto senza oneri diversi dalla mera restituzione del terminale, dandone adeguata informativa".

Da questo punto di vista, la parola passa dunque alle telco che, entro 120 giorni dalla pubblicazione della sentenza del TAR, dovranno decidere su quale delle due alternative optare, limitatamente ai contratti in essere che prevedono l'utilizzo obbligatorio del "terminale a titolo oneroso per l'utente finale". In più, è bene sottolinearlo, gli operatori avrebbero ancora a disposizione un ipotetico ricorso al Consiglio di Stato, possibilità su cui ancora non ci sono indicazioni ufficiali.

Dunque, dopo due anni dalla delibera di AGCOM, sembra finalmente intravedersi la parola fine in merito alla questione legata al modem libero. Staremo a vedere quelle che saranno le contromosse degli operatori telefonici.