Open Fiber delude secondo un nuovo resoconto del MiSE

Un rapporto del MiSe evidenzia le difficoltà di Open Fiber nell'allargare la rete in fibra ottica

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a cura di Silvio Colombini

Open Fiber
, la wholesale company per la connettività basata su fibra ottica, sembra essere in difficoltà nel diffondere la sua connessione veloce e, in effetti, stando a quanto riportato dal Ministero dello Sviluppo Economico, detta così sarebbe solo voler essere gentili.

A rendere evidente quanto sia grave la situazione è l’ultimo rapporto pubblicato da Infratel sullo “Stato di avanzamento del piano strategico per la banda ultralarga”: i numeri, impietosi, sono sotto gli occhi di tutti. Un report del Ministero dello Sviluppo Economico rivela che sono solo 57 mila le nuove unità immobiliari attivabili nelle aree bianche.

Nel precedente rapporto, datato 9 settembre, a fine di agosto 2022 erano 1.983.471 le unità immobiliari raggiungibili dal servizio Open Fiber. Un mese dopo, ci informa il report del 7 ottobre, tale numero era salito a 2.037.636 unità.

In parole povere: in un mese solo 54.165 nuove unità immobiliare hanno avuto accesso al servizio dei Open Fiber. Numeri che, salvo grosse sorprese, parrebbero rendere irrealizzabili gli obiettivi fissati al momento delle concessioni.

Open Fiber dovrebbe infatti arrivare a rendere attivabili un totale di 6.411.150 unità immobiliari entro il prossimo giugno: 4.373.514 nuovi “target” in nove mesi. Questo vorrebbe dire che da qui a giugno, ogni mese, Open Fiber dovrebbe raggiungere quasi 486mila unità immobiliari. Nove volte il numero ottenuto durante lo scorso settembre.

Per rendere ancora più chiaro come l’attuale ritmo sia veramente sotto le aspettative forniamo un altro dato: se il dato di settembre dovesse diventare la norma, invece dei previsti 9 mesi, sarebbero necessari oltre sette anni per raggiungere l’obiettivo iniziale.

Ovviamente ci sono molti fattori da prendere in considerazione: l’attuale stato di (lento) avanzamento dei lavori potrebbe essere solo una “fisiologica” condizione di rallentamento, e non è da escludere a priori che si possa assistere ad un’impennata delle unità immobiliari attivabili. Tuttavia è innegabile che i lavori dovranno riprendere a pieno ritmo, o Open Fiber rischia di essere superata da un’agguerrita concorrenza.

Come quella di TIM che ha dichiarato di poter già raggiungere più di 30 città con fibra ottica ultraveloce a 10 gigabit, o quella di Iliad che grazie all’accordo siglato con Fastweb potrà raggiungere oltre 10 milioni di unità abitative entro il 2023.


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