Per l'Apple Watch 3 le telco italiane sono di serie B?

Il nuovo Apple Watch 3 sbarcherà in Italia solo in versione Wi-fi e non 4G LTE. Perché non vi sono stati accordi con le telco?

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a cura di Dario D'Elia

Una delle novità più eclatanti del nuovo Apple Watch 3 è senza dubbio il supporto 4G LTE, ma purtroppo l'Italia dovrà accontentarsi della versione Wi-Fi perché nessun operatore ha siglato un accordo per sfruttare la tecnologia eSIM.

L'Embedded Subscriber Identity Module di fatto è un chip integrato nell'hardware del dispositivo, ma nel nostro paese non dispone ancora di un regolamento adeguato. In Europa però Orange, Telekom ed EE non si sono fatte problemi e hanno reso disponibile il nuovo prodotto in Francia, Germania e Regno Unito.

watch

Oggi non sappiamo se le responsabilità di questa mancanza (italiana) siano imputabili alla rigidità di Apple, a mancati accordi pecuniari, alla ridotta disponibilità degli operatori italiani oppure effettivamente a una deficienza normativa. Resta il fatto che le eSIM in Italia sono piuttosto snobbate e anche che i nostri operatori sembrano davvero poco interessati all'argomento - sennò per primi avrebbero fatto pressioni sull'AGCOM per ottenere norme chiare e precise.

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Nel 2016 la GSM Association, che rappresenta oltre 800 operatori telefonici nel mondo, ha riconosciuto le eSIM (Embedded Subscriber Identity Module) come standard. Inizialmente l'accoglienza da parte delle telco è stata fredda, poiché in prospettiva questa tecnologia potrebbe privarli del potere marketing e commerciale che hanno oggi. Immaginate di poter cambiare operatore in autonomia, remotamente e quando preferite riducendo al minimo i costi di recesso... Diventerebbe un suk a cui le telco sarebbero costrette ad assistere senza riuscire a reagire.

italia watch 3

Italia non pervenuta

Sotto il profilo tecnico-amministrativo però rimane un nodo, ovvero quello del numero univoco (IMSI) e dell'EICC-ID (Embedded Integrated Circuit Card ID). Il primo è il codice che identifica una coppia SIM-operatore telefonico, ovvero la SIM che sfrutta la rete GSM di un certo operatore. Il secondo è invece il codice univoco che identifica la eSIM. La gestione di questi standard se si parla di SIM tradizionali è prassi, ma con la virtualizzazione appare tutto più fumoso. Come affrontare ad esempio il tema della portabilità? E l'interoperabilità con operatori diversi? E ancora, l'esigenza di un numero unico condiviso fra più dispositivi?

Il caso Samsung Gear S2 (3G) con TIM eSIM

Ad esempio, il Huawei Watch 2 e l'LG Watch Urban 2 risolvono il problema affidandosi a una nanoSIM 4G, mentre il Samsung Gear S2 consente l'uso 3G via eSIM sfruttando un accordo esclusivo con TIM. Il Samsung Gear S3, per ora, in Italia è distribuito senza supporto LTE.

Samsung Gear S2 con TIM eSIM
Samsung Gear S2 con TIM eSIM

Nella pagina specifica del prodotto, ospitata sul sito dell'operatore, si scopre che per l'attivazione bisogna usare il voucher TIM eSIM e uno smartphone Android compatibile. "Il voucher TIM eSIM ti permetterà di scaricare nella eSIM il profilo che contiene tutti i dati per collegare il tuo dispositivo alla rete mobile di TIM", si legge nelle FAQ. " Oltre al codice di attivazione (QR-Code) sulla 'TIM eSIM' sono presenti il numero telefonico ed il codice ICCID associati al profilo eSIM. Contiene, inoltre, i codici PIN e PUK da utilizzare per proteggere l'utilizzo del tuo dispositivo".

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La risposta del Community manager di Samsung

Uno dei limiti di questa modalità è che l'interoperabilità con gli altri operatori non è possibile. Inoltre si può trasferire il proprio numero da una SIM normale ad una eSIM ma non sfruttare lo stesso numero per smartwatch e smartphone.

In pratica è come disporre di due terminali con due numeri diversi, e proprio questo potrebbe essere un altro nodo della questione Watch 3. Apple ha ribadito in sede di presentazione stampa che il dispositivo consente le chiamate e l'accesso online condividendo lo stesso numero con il proprio smartphone. Dettaglio che pare essere stato possibile con tutti gli operatori partner.

Infine sussiste un interrogativo tecnologico legato al fornitore del chip che ha consentito a Apple di integrare la tecnologia eSIM. Potrebbe essere stato Gemalto - già partner di Samsung per la linea Gear - oppure il suo concorrente Giesecke & Devrient. Che si sia rilevato un ulteriore freno agli accordi con gli operatori italiani?

L'AGCOM è ancora al tavolo tecnico

Sotto il profilo normativo l'AGCOM purtroppo è costretta a rincorrere il mercato. A luglio si è tenuto il primo tavolo tecnico "finalizzato ad approfondire gli impatti derivanti dall'introduzione delle SIM programmabili da remoto e sull'assegnazione delle risorse di numerazione di cui alle raccomandazioni ITU E.118 e E.212".

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"Da una prima ricognizione, ad oggi sembrerebbe essere presente una non uniformità, a livello nazionale, nella gestione degli identificatori IIN i quali sono in alcuni casi assegnati, come valori uguali a quelli degli MNC, dal Ministero per lo sviluppo economico, mentre in altri sono utilizzati, da alcuni operatori, senza evidenza di registrazione all'ITU", spiega il Garante.

"Si fa presente che aziende manifatturiere hanno richiesto al Ministero dello sviluppo economico l'assegnazione di un identificatore IIN al fine di produrre eSIM/eUICC da utilizzare nel mercato M2M/IoT".

Insomma, si pone la questione della "necessità di un adeguamento delle norme del Piano di numerazione relativamente all'uso e ai criteri di assegnazione delle risorse di numerazione interessate dallo sviluppo delle eSIM".

E gli operatori? Probabilmente incrociano le dita affiché nel settore smartphone la rivoluzione tardi il più possibile. Intanto i potenziali clienti italiani dell'Apple Watch series 3 versione LTE sono costretti a fare a meno dell'acquisto. 


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