Vi ricordate di Umi Iron? Si tratta di uno smartphone dotato di caratteristiche da fascia media e con un prezzo competitivo, come ogni modello proveniente dalla Cina. La caratteristica che però lo rende una voce fuori dal coro è la presenza di un sistema per il riconoscimento tramite scansione del sistema venoso dell'occhio, al posto di un più comune -e meno affidabile- lettore d'impronte.
La tecnologia integrata in Umi Iron è stata sviluppata dalla statunitense Eye Verify, una start-up specializzata in tecnologie biometriche che ha fornito il proprio supporto all'azienda cinese. Oggi le aziende ci spiegano nel dettaglio il funzionamento di EyePrint ID. La tecnologia è in grado di riconoscere la conformazione delle vene nell'occhio del proprietario, un fattore che dovrebbe rendere la vita impossibile ad ogni hacker.
L'immagine dell'occhio riconosciuto viene quindi salvata e criptata all'interno del telefono per garantire la massima sicurezza anche in caso di trafugamento dei dati. Il tutto viene fatto con la fotocamera anteriore dello smartphone che si appoggia ad un software proprietario e senza l'ausilio di nessun altro sensore specifico per il riconoscimento.
EyePrint ID sarebbe affidabile anche in condizioni di scarsa luminosità. Come? Se non c'è abbastanza luce e la fotocamera non riconosce l'occhio, il sensore ambientale aumenta la luminosità del display finchè l'occhio non risulta visibile dal sensore. Nessun problema con le lenti a contatto, anche quelle colorate, mentre l'azienda rassicura che la tecnologia funziona solo con "tessuti vivi".
A conti fatti pare che le due aziende siano riuscite a mettere a punto un sistema per il riconoscimento affidabile e funzionale. Non resta che provarlo di persona per verificarne la reale bontà.