WhatsApp su iPhone richiederà l'abbonamento annuale

Jan Koum, cofondatore di WhatsApp, anticipa che entro l'anno l'applicazione di messaggistica passerà al modello ad abbonamento annuale anche su iOS. Una strategia già adottata su altre piattaforme mobile come Android.

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a cura di Manolo De Agostini

WhatsApp prepara l'abbonamento annuale anche per gli utenti iOS. Ad anticipare l'arrivo di questa novità è stato Jan Koum, il cofondatore del servizio, ai media olandesi. Ne dà notizia TechCrunch. A breve tempo dalla svolta su Android che ha sollevato grandissime polemiche (WhatsApp a pagamento su Android: sacrilegio a 0,79 euro!), si prevede quindi un allineamento della situazione in ambito mobile arrivando a un'uniformità di trattamento su tutte le piattaforme.

Finora i possessori di iPhone hanno sempre speso 0,89 centesimi di euro per scaricare l'applicazione - il cosidetto "una tantum". Un esborso che consentiva l'uso in totale libertà, senza vincoli di tempo. Una manna per WhatsApp, che si è così affermata come l'applicazione numero uno per lo scambio di messaggi tra dispositivi mobile (sono 17 miliardi i messaggi scambiati ogni giorno). Gli SMS, per molti, sono un lontano ricordo.

In futuro però si arriverà alla svolta. Jan Koum sottolinea di non aver ancora deciso una data in cui sarà effettuato il cambio di rotta, ma sottolinea che riguarderà i nuovi utenti, quindi verosimilmente chi per quella data avrà già pagato Whatsapp non si troverà a scucire ulteriore denaro, almeno non immediatamente. Parallelamente il boss di WhatsApp ha sottolineato che non sarà introdotta pubblicità per monetizzare ulteriormente il servizio né sarà realizzata una versione per computer.

Koum ha infine aggiunto che gli sviluppatori stanno lavorando per implementare la possibilità di comunicare in video, via streaming, ma che questa opzione non sarà presentata quest'anno. È quasi scontato dirlo, ma poche decine di centesimi all'anno in confronto alle decine di euro spese in SMS fino a poco tempo fa non sono davvero nulla. Ci sarà sempre chi si lamenterà, ma la scelta di WhatsApp è del tutto comprensibile: per far crescere un servizio serve denaro, e per il momento la strada scelta rappresenta un ottimo compromesso.